Vince la sintogara
Il mondo che vorrei ♥
Un giro di carte
e sarà di nuovo settembre.
Stasera passeggio per il cortile con gli occhi al cielo e penso che lassù… da qualche parte, c’è qualcuno
che mi ha amato tanto.
Mi sento viandante e leggero.
E mi alzo in punta di piedi,
per cercar di capire in quale abisso io mi possa essere perso,
toccando stelle care e perdute.
Quelle del mondo
che rivorrei.
Immagine: Philip Willem Badenhorst
Elena Vince una copia del libro “Il grottesco del nuovo millennio – Racconti e testi teatrali”, di Giuseppe Gavazzi, Ed. Largolibro, con dedica dell’autore.
Secondo classificato
Il mondo che vorrei
Io cammino su una superficie arida, fa un caldo terrificante e sono mesi che non piove, i fiumi e i laghi si stanno prosciugando, i bambini piangono, gli animali si lamentano, gli uomini stanno diventando sempre più cattivi. All’improvviso vedo nascosta nella terra qualcosa che brilla, mi chino, scavo un po’ e mi trovo tra le mani un bastoncino, lo afferro e con la punta tocco il suolo ed ecco che compare un girasole, poi un altro, un altro ancora! Ma è una bacchetta magica! Il buon Dio ha avuto pietà di noi e ci ha fatto questo regalo! Voglio prati verdi..ed ecco prati verdi, le mani mi tremano devo pensare: prima cosa ai bambini, che tutti abbiano il sorriso sulle labbra, una mamma da abbracciare, cibo a sufficienza, niente malattie. Voglio che siano seppellite tutte le guerre, in cielo solo stelle e non veleni, sui prati grano e fiori, no ordigni, che nei fiumi e nei mari ci sia acqua trasparente, no ingiustizie, no congiure, che il dolore sia solo un ricordo lontano, voglio che il mondo ritorni perfetto proprio come era stato creato e voglio la magia sull’uomo che diventi buono, onesto, intelligente, affidabile, comprensivo.. Mi sveglio..ma era un sogno.. “il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di vivere i propri sogni,”e allora buttiamoci alle spalle questo inferno e cerchiamo di costruire un mondo migliore, con dei valori veri, per le generazioni a venire! Illusione? Non dobbiamo essere scettici ma aver fiducia in noi stessi almeno un po’ altrimenti significa che siamo destinati a sparire!
Foto di Francesco Fontana
Terzo classificato
Il mondo che vorrei
Ad occhi chiusi
in questa terra d’oriente
lontano da urla
da spari insidiosi
un cielo stellato
compagna la luna
tra rocce desertiche
attraverso il domani
del silenzio del mondo
riluce la terra
la luna ed il sole
si fanno un inchino
né bianchi né neri
nemmeno barconi
con anime in pena
traboccano il mare
né ricchi né poveri
nemmeno malati
nella panchina
ad attender la notte
non sono i bambini
a imparare da noi
ma la nostra umiltà
ci fa prender per mano
un mondo a colori
noi tutti piccini
un’unica lingua
che parla d’amore.
Foto: dell’autore
Gli altri sintoscritti in ordine di arrivo
Il mondo che vorrei
Vorrei un mondo così piccolo da poterlo guardare tutto dall’alto, come un’ aquila in volo.
Potrei così controllarlo tutto, osservarlo, avere tutto sotto i miei occhi.
Di modo che potrei accarezzare e proteggere con le mie ali chi fa e mi fa del bene .
E uncinare col mio rostro adunco, sfondandogli il cranio, chi fa o mi fa del male.
Foto: V. Gorah
Il mio mondo
Il mio mondo si trasforma
Non mi consola questo pensiero
Volare in alto e poi cadere
Fremere al vento della passione
Lasciare il cuore in emozione
Fingere un po’ con la ragione
Ché metta a tacere la cagione
Di una strisciante ombra
Di cui riconosco l’orma
Meglio cedere alle lusinghe
E rischiare l’illusione
Di sbagliare direzione.
Foto dell’autore
Il mondo che vorrei
Quale scegliere? Il mondo ovattato, profumato di borotalco del neonato? Oppure quello innocente e spensierato dell’infanzia, dove non esiste la paura della morte? Il mondo dell’adolescenza, coi suoi primi amori e le prime delusioni? Quello della giovinezza dove “Hai tutta la vita davanti”, vuoi cambiare il mondo, ci credi davvero, poi la vita ti travolge, metti su famiglia, lavori, gli anni passano… il mondo è sempre uguale ma sei cambiato tu.
Ora lo so, il mondo che vorrei non esiste.
Immagine: dal web
Il mondo che vorrei
Memorie di sorrisi e braccia spalancate
Naufraghi
legati al palo per le lusinghe delle sirene.
All’orizzonte l’approdo
terra guardiana della tenerezza che non conosce insulti.
Il mondo che vorrei
riconosce la fatica di chi raccoglie sulla riva
pezzi di cuore.
Lì
sono accomunati in un unico abbraccio
il passo che ferisce
la carezza che rimargina.
Nel mondo che vorrei
il canto delle sirene indica la rotta sul ponte
nella fatica quotidiana del viaggio
che ha nome speranza.
Foto dell’autore
https://www.facebook.com/groups/sintetizziamoci/search/?query=memoria%20di%20sorrisi
Il mondo che vorrei
Vorrei un mondo come quello dei sogni,
In cui ogni uomo sia giusto ed ami il vero,
dove la giustizia soddisfi i nostri bisogni
ed ogni sorriso sia uno slancio sincero
Un mondo dove regni soltanto il bello,
dove ogni azione provenga dal cuore,
in cui il prossimo sia per noi un fratello
e dove non esista più nessun dolore.
Un mondo senza odio e senza ipocrisia
nella triste realtà, ahimè, non ci può stare,
ma per quanto possa essere pura utopia,
non mi svegliate e lasciatemelo sognare!
Immagine: dal web
Il mondo che vorrei
di Mery Carol
Appartenga a ognuno di noi, nessuno escluso!
Ogni creatura abbia il proprio posto in questo mondo che è innegabilmente bello e ognuno si adoperi perché bello rimanga.
È vero che qua e là saltano agli occhi brutture e guasti ma, finché il cielo sarà gravido di stelle e la terra partorirà uomini di buona volontà, ogni danno sarà riparabile.
Lavorare di braccia, di cuore e di cervello tutti insieme, ognuno per ciò che gli compete, è impresa ardua, non impossibile.
Quando le acque esondanti e insane scorreranno agili e limpide nell’alveo, quando l’aria sarà pura e vivificante e i boschi non arderanno per mani e menti malefiche, allora coltiveremo alimenti, speranze e sogni di ogni bene.
Vogliamo tutti un mondo così!
Immagine: Jetmedia
Il mondo che vorrei
Parliamo spesso di umanità, ma cosa ci rende umani? Un mondo dove niente e nessuno soffra per colpa nostra forse ci permetterebbe di ridare un senso a questa parola tanto usata ed abusata. Un mondo dove tutti quanti possono contribuire al benessere altrui, senza sforzo, in modo innato.
Foto: dal web
Vorrei
di Luca Oggero
Vorrei vedere un rom sopra una ruspa
buttare giù una sede della Lega.
Vorrei vedere comandare i poveri
e i ricchi senza il becco d’un quattrino.
Politici che credono nel popolo
e la tv che guarda le persone.
E i bruti e gli arroganti farsi timidi
e domandare scusa a ogni occasione.
Le donne con i baffi e con la barba
e gli uomini che possan partorire.
Che più s’invecchi e più si torni giovani.
Mangiare tanto fino a dimagrire.
Vorrei vedere i preti tutti atei
andare in giro a regalar goldoni
Ebrei e palestinesi che si amano,
le escort che s’ingroppan Berlusconi.
Gli omosessuali a un tratto tutti etero
e gli etero di colpo tutti gay.
Un mondo ribaltato all’incontrario
vorrei vorrei vorrei sì lo vorrei.
Immagine: Bruno Caruso
Un mondo tutto rosa
Nel mondo che vorrei
una neonata è la luce di mamma e papà,
una bambina è felice di andare a scuola e studiare con i suoi amichetti,
una ragazzina guarda di un nascosto un nuovo compagno di scuola e sospira aspettando il suo primo bacio,
una ragazza cammina sicura per strada protetta dal suo amore,
una donna si gode la sua maternità ed elabora un progetto per il rientro al lavoro
ed una donna matura incontra l’amica al mercato con cui chiacchierare, prendere un caffè e poi chissà?
Nel mondo che vorrei le donne vivono il bello della loro età
senza timori e rivalità.
Immagine: dal web
Il mondo che vorrei
Danny ha sei anni, ma ne dimostra nove. Ha la pelle scura e un lieve ritardo mentale. Ale ha tre anni, è uno scricciolo da sollevare con una mano. Si sono scelti. Se Danny vince in un gioco, Ale lo abbraccia intorno alla pancia, piu su non arriva. Se Ale fa un disegno, lo mostra a Danny e lui dice che è bellissimo.A guardarli sempre vicini, sembrano provenire da mondi diversi. Ma sono bambini, loro non vedono le differenze. Amano e basta.
Ecco, il mondo che vorrei è proprio questo!
Foto dell’autore
Il mondo che vorrei
Arriverà al tramonto,
quando i cieli si tingono di arancio.
Emergerà dal fondo degli oceani,
inquinando le acque.
Salirà dai vulcani,
ammorbando l’aria.
La respireremo ed esso si anniderà nei nostri corpi,
infettando i tessuti e le fragili menti.
Colpirà violento,
come un angelo vendicatore
e non risparmierà nessuno.
Finalmente sorriderà la terra
per aver salvato le sue creature,
per aver salvato se stessa,
spargendo l’inesorabile virus dell’altruismo.
Foto dell’autore
https://www.facebook.com/groups/sintetizziamoci/?multi_permalinks=1064529300344753¬if_t=like¬if_id=1500469998399126
Il mondo che vorrei
Strade diritte senza gincane
Fra mondezzai e cacche di cane.
Alberi verdi, profumo di fiori,
Non gas di scarico di motori.
Una mutazione senza dolore
Rende gli uomini di un solo colore:
Rosa le donne, azzurri i maschietti
O un bel verde speranza per tutti.
Lavoro e stipendio soddisfacenti
Non ci son più case fatiscenti.
Aver la pensione a sessant’anni,
Ancora in gamba pronti a far danni.
Manca qualcosa?
La più preziosa?
La pace nel mondo? È un’utopia!
Tanto a me basta ci sia la mia.
Foto: dal web, parco cittadino Giorgio Bassani, Ferrara
Il mondo che vorrei
Alcuni giorni fa un ragazzino affetto da sindrome di down ha salvato una bambina che stava per annegare mettendo in pratica quello che aveva imparato in corsi di salvataggio seguiti per potenziare la muscolatura.
Lo ha fatto con coraggio e generosità.
È stato un esempio per tutti quelli che rifiutano la presenza di persone portatrici di handicap negli esercizi pubblici, che occupano i parcheggi a loro destinati, che li guardano con curiosità quando passano per la strada e protestano se li trovano nella classe dei propri figli.
Ecco vorrei un mondo buono dove tutti abbiano il loro spazio e il rispetto dovuto!
Foto: dal web
Il mondo che vorrei
C’è un luogo dove vorrei portare mia figlia
colorato
senza numeri da contare
senza spazi da decifrare
senza regole da imparare
vorrei portarla lì
e farla giocare e dondolare su un’ altalena
in bilico su tutto quello che non può capire
Il mondo che vorrei
è il mio modo di spiegarle il mondo
per vederla libera e felice…
Foto: dell’autore
Quaoar
Invento un altro mondo fatto di rettangoli lunghissimi, di poligoni sghembi meglio se irregolari, di triangoli scaleni, di ellissi infinite, di spirali lungimiranti. Abolisco la perfezione del cerchio, la rotondità intrinseca del quadrato, la forma esagonale la lascio solo alle celle delle api, la rettitudine è prerogativa degli angoli più banali. invento la nuova parallela e la seguo con un laconico sguardo.
Questo è il mondo verde di Quaoar dove ogni forma ha una sua logica. Qui l’intelligenza, causa di tutti i mali, è stata bandita, questo è il mondo perfetto della geometria applicata. In questa terra di linee intersecate non esiste la felicità, parola confusa dal significato non tracciabile né il suo contrario: l’infelicità. È il regno delle coordinate perfette, l’impero delle elevazioni a potenza, un feudo di scacchiere mentali incasellate di verde.
L’imperfezione è stata cancellata con un decreto assoluto, e con essa la vita, caos portato da spore spaziali.
Questo è il mondo che ci aspetta se non sappiamo più guardare oltre i confini dell’infinito che attende dietro le nostre spalle.
Foto: dell’autore
Il mondo che vorrei
Ricordo la signorina Elena, la mia maestra delle elementari, così diversa dalla mia mamma e dalle altre donne del paese: portava calze di seta e aveva tutti i denti in bocca.
Un giorno disse: «Bambini fate dei pensierini su come vorreste fosse il mondo». Io infilai il pennino nel calamaio e scrissi: «Io volessi che il mondo sarebbi non come questo ma più meglio e che a Natale non ci stesse guerra da nessuno e che io ho un giocattolo».
Oggi dico invece che vorrei un mondo più felice, forse perché sono convinta che nell’ infelicità proliferi ogni tipo di guerra. Credo che Signora Infelicità uccida più delle stragi.
Essa non vuole estranei in casa, frequenta abominevoli ideologie, separa, fa apartheid.
È l’ infelicità che slaccia le mani dei bimbi di ogni razza e provenienza e non accetta unioni arcobaleno, negando pari dignità all’amore .
Aprite le finestre! Ognuno cerchi la propria razione di felicità!
Immagine: dal web
Filastrocca del mondo ottuso
di Irene Minuti
Ormai un cubo con ampie facce, colmo di spigoli ed angoli piatti, dove un area non è più trovabile, nessuna regola sembra applicabile. Allo stesso piano staremmo bene come linee parallele.Rapporti uguali con proporzioni.
E radici da ritrovare.
Vorrei che il mondo tornasse rotondo, con formula inversa tornare al normale.
Una magica sfera.
Dove poter leggere un futuro sicuro.
Immagine: dal web
Il mondo che vorrei
Tutto mi piace del creato tranne il racconto secondo cui da una costola dell’uomo sarebbe derivata la donna. È ora di riaffermare la versione “trascurata”:
Uomo e donna sono stati creati contemporaneamente.
Ciò premesso, vorrei un mondo colmo di “Beati”.
Beati i miti,
beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
beati i poveri di spirito,
beati i misericordiosi
beati i puri di cuore
beati gli operatori di pace.
In alternativa, perché magari difficile da realizzare, ne avrei in mente un altro che mi soddisferebbe ugualmente.
Vorrei un mondo di “I have a dream”.
Dio che emozione!
Ricordo quel nero coi baffetti che parlava a braccio, in inglese, alla tv mentre il commentatore traduceva più o meno così:
“Io ho davanti a me un sogno, che i figli di coloro che furono schiavi e i figli di coloro che possedettero schiavi sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in un mondo dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. .
Ho davanti a me un sogno, oggi!”
Immagine: dal web
Il mondo che vorrei
Passa a salutarmi almeno una volta a settimana e mai a mani vuote: cibo, vestiti, libri. Parliamo ed ho la sensazione che quella ragazza sia più sola di me.
Ieri sera è arrivata che stavo finendo di sistemare i cartoni, che è un’ arte, proprio come quella di rifare il letto, il mattino, senza nessuna piega. Si è seduta sul bordo del marciapiede, s’è accesa una sigaretta e mi ha chiesto: «Ma tu, che mondo vorresti?».
Mi sono seduta accanto a lei. Mi piacciono le sue domande che non curioseggiano mai nel mio passato.
«Io non so che mondo vorrei, non sogno nemmeno più ad occhi chiusi, ma so quel che vorrebbe la mia amica Lisa» rispondo.
«Raccontami».
«Lisa, come me vive in strada; è la più giovane del quartiere e mi ha adottato. Io non voglio che mi chiami mamma, qualcuno già lo faceva un tempo, ecco sì, dice che sono sua zia. Ieri per la prima volta ho osato domandarle cosa chiedesse in cambio, per la compagnia che fa agli uomini. Non so se mi spiego… lei ha risposto «Nulla! Loro non lo sanno ma io, quando ci avviamo verso l’angolo buio, porgo la mia mano; quasi tutti la stringono nella loro ed io chiudo gli occhi e mi faccio condurre. In quei momenti il mondo è mio: io sono quella che mai sarò e che mai avrei potuto essere!».
«Ecco! Forse ha ragione la mia amica Lisa. Pensandoci bene, anche a me piacerebbe un mondo dove si possano attraversare le strade ad occhi chiusi, mentre le dita di due mani s’intrecciano fiduciose!».
Lo sguardo complice della mia giovane amica mi sorride. Restiamo in silenzio mentre ci stiamo regalando, ne sono sicura, lo stesso sogno.
Immagine: Antonio Mora
Il mondo che vorrei
Inizierei con un efficacissimo “NUN S’ALLARGAMO!!!”
Perché Mondo è una parola un po’ grossina e anche vorrei non è da meno.
Perché non iniziare invece con un più abbordabile ME STESSO?
Tutti a volere un Mondo così, un Mondo colà ma il Mondo siamo noi ed è da noi che dobbiamo partire.
Io, per esempio, vorrei non dover chiudere la porta di casa come fosse un caveau, lasciare la macchina fuori senza che dei morìammazzati mi rubino la bellezza di due peluche dell’Ape Maya dandomi un danno di ben 100€.
Vorrei poter camminare di notte per le vie della mia città senza paura di essere catapultata come protagonista del nuovo capolavoro di Dario Argento.
Mi piacerebbe che venissimo tutti, animali compresi, rispettati come individui, con la propria dignità ineluttabile ed indistruttibile.
A chi non piacerebbe avere un lavoro, una vita normale che diventerebbe speciale perché saremmo noi a renderla tale e non le varie droghe o l’alcool??? Io sono già stupefacente di mio non ho bisogno di calarmi niente per diventarlo.
E l’amore dove lo mettiamo?
Io personalmente in ogni cosa, ma non tutti sanno apprezzare ciò che diamo di cuore. Quell’amore che usiamo come prezzemolo è invece prezioso come i pistilli di zafferano.
Sento più ti amo di “mi da 2 etti di prosciutto”.
Mi direte: «Ma chi sei nà Maria Goretti, nà Madre Teresa?».
E io vi risponderò: «Sono nà stronza come tanti che però je rode sentire sempre i soliti blà blà blà».
Quindi per chiosare, (minchia che cultura che ho), cari loro che leggono: basta pippe mentali, basta aria fritta, diventiamo, come disse qualcuno più famosissimo di me, IL NOSTRO MIRACOLO e, solo dopo potremo azzardarci a parlare di Mondo! Prima no, genereremmo solo caos e già ne abbiamo a sufficienza, o no???
N.B. = Non è un’enciclica!!!
Foto: da Wikipedia (zafferano)
Il mondo che vorrei
di Stefi Pastori
Il mondo che vorrei sarebbe pieno di luce e colori e di pane, amore e fantasia, come quando ti cali un cartone*.
Di luce, come quella che entra dalla porta finestra della casina che trovai due anni fa.
Di colori, come quelli delle montagne e foreste e nevi e pioggia e sole che la circondano.
Di pane, come quello buonissimo che trovo dal prestinaio sotto casa.
Amore, come quello per mia figlia, senza misura.
Fantasia, come quella che alberga nei miei scritti.
Ah, ma allora non ho bisogno di cartoni. Il mondo che vorrei ce l’ho già. Forse però il mondo che vorrei, e che ho già, è che lo vorrei per tutti.
* Lsd
Foto: Massimo Sebastiani
Il mondo che vorrei
Ai fedeli dolori faccio scherno
voglio che mollino la presa
che lascino il posto a un mondo verde
di velluto e di seta
solo vento arioso sole albe incantate
voglio fiumi d’amore dove immergere corpi nudi
vibranti di luce
voglio parole aperte gioiose
che si trasformino in sorriso
voglio un mondo dove le parole appuntite violente
siano cancellate dal vocabolario e dal cuore
voglio raggi comete arcobaleni
voglio abbracci sinceri calma pace
voglio un mondo dove morire d’amore sia possibile
Dipinto di Christian Schloe
Il mondo che vorrei
Lo vedi? Solo un povero vecchio senza rispetto né pace quel mondo.
Senza spazio, senza respiro.
Nero di morte.
***
Della lingua biforcuta fu il sapere.
Del male e del bene, gli ultimi semi piantati nel solco sudato di una ruga.
Quando il tempo non aveva tempo, cogliendo il frutto proibito con le bocche già pronte al morso.
Dalla polvere, un nuovo principio.
Un nuovo mondo.
Nuovo e imperfetto.
Nei secoli e nei secoli.
Daccapo.
Foto: M.C.
Il mondo che vorrei
Abbiamo tombe fluttuanti e meteorite sulla testa. Abusi su minori, da gente candidata a proteggere. Donne massacrate, incenerite da passioni deviate. Governanti, che governano le loro casse personali. Ragazzi privati di futuro, costretti a migrare, potrei continuare all’infinito.. purtroppo! In questo scenario pensare a come vorrei il mondo, mi sembra inseguire bolle di sapone con l’illusione che dentro quelle bolle colorate, si nasconda ancora l’abbraccio dell’arcobaleno. Vorrei guardare l’altro e pensare che il sangue versato, i forni di asciutiz la libertà di scrivere e di dire ciò che penso non sia confezionata come un pollo pieno di antibiotici da consumare a breve scadenza.
Immagine: dal web
Mi piacerebbe un mondo zero
Mi piacerebbe un mondo inconcludente
che sogni tanto e non concluda niente
Sarebbe bello un mondo senza sole
io fisserei il cielo a tutte le ore
Rinuncerei alla luna facilmente
ché gira sempre ma poi non serve a niente.
Sarebbe bello se il mondo fosse nero
senza racchiudere, però, alcun mistero.
Ma ancora meglio se io non fossi nata
ché questo mondo mi pare una cazzata.
foto dal web
il mondo che vorrei…
La maestra Lory chiede a Chico: «Dimmi come vorresti il mondo». Lui risponde: «Il mondo che vorrei sarebbe come quello del teatro o dell’artista di strada, che fa qualcosa per gli altri e crede in quello che fa, regalando sorrisi alle persone.
Un nuovo, fantastico viaggio nelle emozioni, quelle che regalano gli spettacoli dal vivo, dove non ci sono applausi a comando, e con qualunque ruolo si partecipi, artisti in scena o pubblico, si è tutti protagonisti di quel particolare scambio magico, che fa di uno spettacolo, sia esso di teatro, musica, danza, o tutti e tre, qualcosa di unico, straordinario, e da ricordare nel tempo.
Come per l’artista ogni spettacolo dal vivo è un nuovo punto di partenza, una nuova prova da superare, con coraggio, sfida e impegno. Nelle arti di strada il mondo è questo: non c’è barriera tra l’artista, il pubblico e lo spettacolo, regalando divertimento, emozioni uniche.
Foto da Quotidiano.net
Soggetto: Maria Norina Liccardo, artista di strada
Archivi
- Ottobre 2017
- Settembre 2017
- Luglio 2017
- Maggio 2017
- Marzo 2017
- Febbraio 2017
- Ottobre 2016
- Settembre 2016
- Agosto 2016
- Luglio 2016
- Giugno 2016
- Maggio 2016
- Aprile 2016
- Marzo 2016
- Gennaio 2016
- Dicembre 2015
- Novembre 2015
- Ottobre 2015
- Settembre 2015
- Agosto 2015
- Luglio 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Febbraio 2015
- Gennaio 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Ottobre 2014
- Settembre 2014
- Agosto 2014
- Luglio 2014
- Giugno 2014
- Maggio 2014