VINCITORI
Cristina Agostinelli e Salvatore Viscuso
Tina è tornata
Il nostro solito scoglio, Turi.
È una bellissima notte: vieni, siedi accanto a me.
Come allora, dieci anni fa.
Noi due.
E il mare.
Volevo un bacio, ma non mi baciasti
(forse, hai avuto paura).
Forse, hai pensato alla nostra amicizia.
E quel bacio è rimasto sospeso, nel tempo.
Poi, quel giorno, alla stazione.
Partii col cuore spezzato, le lacrime trattenute a fatica.
Andavo da Tano, così caro a entrambi.
Mi amava da sempre.
Tu, lo sapevi.
E non mi hai fermata
(prendimi la mano, stringila).
Troppi anni, da allora.
Ma la nostra amicizia è così.
Nessuno, potrà spezzarla.
E un bacio, la protegge.
Quel bacio non dato.
SECONDI CLASSIFICATI
Maria Fioravante e Fiorella Corti
Lievemente
Mani morbide battono gentilmente i tasti, scrivono parole leggere
come piume, sillabe volano in trasformazione.
Candide nuvole diventano note, poi melodia, sintonia, infine armonia.
Si intrecciano con semplice naturalezza in un abbraccio, mescolano sensazioni, idee, ricordi, emozioni.
Non servono molti gesti, grandi cuori, solo dita,
lievi chiamano con un ticchettio sulla spalla.
Naturale energia si dipana circolare, inconsciamente cercata,
mai pretesa né forzata, solo trovata, raccolta, coltivata
nel silenzio di parole condivise.
Ciao amica mia, ecco le mie mani, te le dono,
con gioia pura mi unisco al tuo volo.
Terzi classificati
Maga Morrigan e Etienne Lagardè
Legàti
Riesci ancora a ricordare la tua vita, vissuta prima del nostro incontro? Eravamo come grappoli maturi di due diverse vigne e una malvasìa sicula lega poco con un cognàc francese. Cercavamo di tener ben stretti i nostri acini, fino a quel giorno…Se chiudo gli occhi, posso rivedere le nostre dita avviticchiate insieme, che non avevamo voglia di staccare da quello che era molto di più di un semplice saluto. Con le mani abbiamo imparato a comunicare, inventando un nostro codice segreto. Mani strette nelle mani, protette, per dire ” ti appoggio io, contro i casi della vita”. Nel corso degli anni, la nostra amicizia, come un buon vino, invecchiava in una botte speciale contenuta nel cuore, diventando più dolce. Abbiamo deciso di metterla in bottiglia e, sull’etichetta, oggi è scritto “Amore”.
Evento ideato e seguito da Loredana Bianchi
Legami forte e aspetta leggero.
Lasciami piano, dammi fiducia.
Sarò fedele.
Mi allontanerò quel tanto
che servirà a veder la
tua meraviglia.
Ti sarò sogno.
Volami nelle sere chiare,
lascia che la luce
riflessa nei tuoi occhi umidi
mi illumini, facendomi cometa.
Ti insegnerò libero il cammino
incontrando bambini
come te.
Cosa sarebbe stato, senza di lei?
Forse solo un punto, dopo una frase
buttata là per caso.
Invece fu discorso, parole, rima e incanto.
Fu prosa e poesia,
luce e ombra,
in un universo di indimenticabili momenti.
Nulla mutò mai quel sentimento,
quel caos calmo che pulsa nel petto.
Lei, la sua più cara cosa,
la musa di mille battaglie,
l’amica, l’amante, la carne e la pazienza.
Lei, che a lui fu preziosa, come la più bella tra le belle…
Colei che gli rubò il cuore piegato dal dolore
e senza chieder nulla in cambio,
ne fece un cuore colmo d’amore!
Sono nata a Nettuno nel lontano 1964.
Ho frequentato le scuole medie inferiori. Attualmente sono segretaria in un studio pediatrico, ma per circa 28 anni ho avuto un attività nel settore della musica, nel quale sono praticamente cresciuta.
Mi sono sposata e avuto un figlio, che a sua volta, anche lui vive nella musica, come cantante e musicista.
La mia passione di sempre è stata quella di leggere, infatti il primo libro che mi fu regalato in prima elementare, dalla mia allora maestra, si intitolava “Dalla terra alla luna ” di Julies Verne; dopo di che, fu tutto un seguito di libri di ogni genere, fino ad approdare alla poesia, una decina di anni fa, quando scoprii i primi portali di poesia. Scrivere per me è come fare un viaggio nella fantasia e nelle parole che si susseguono come breve stille di emozioni. Per fare tutto questo creai il mio attuale nikname “HALLEY” come la famosa cometa. Scrivo perchè mi riempie e mi accresce e questo mi porta a migliorarmi. Poi grazie ad un’amica sono approdata qui su Sintetizziamoci, un gruppo molto omogeneo, pieno di spunti per i miei testi, nel quale mi sono trovata molto bene; i sintoconcorsi mi piacciono perchè mi piace scrivere su svariati temi, la fantasia crea sempre nuovi orizzonti.
Bene, che dire di più? Grazie a tutti per l’attenzione e la pazienza che avrete nel leggermi.
Ecco il mio pensiero
come un pozzo
senza fondo.
Lì ferma
ci guardo dentro,
mi sporgo troppo
ci cado dentro
continuo a scendere
in quel pensiero,
non avrà fondo.
Il mio pensiero
è troppo profondo.
VINCITORE
NOI
Noi che viviamo
nella terra
e nello spazio
che lanciamo
messaggi
di minaccia
e di aiuto
con i nervi tesi
sguainando artigli
quando ci rilasseremo?
Occorre il tempo beato
di un abbraccio.
SECONDO CLASSIFICATO
DI DARWINIANA INVOLUZIONE DELLE SPECIE
Poi.. ci ritrovammo nel 3047, senza più le braccia: “Non ci sarebbero mai più servite, senza il bisogno degli abbracci” I nostri corpi modificati; avevano subito la mutazione; la sconseguenza, di una stupida diffidenza. Cosa ci restava di umano? Perché ci eravamo ridotti così? Poveri umani, poveri noi! Poi…calarono le tenebre. Senza poterci abbracciare era inutile anche il calore del Sole.
Terzo Classificato
LA MORTE
La morte, mi ha dato un abbraccio più vivo che mai dicendo: “Non ora”
Evento ideato e seguito da
Salvatore Viscuso
Il pomeriggio del 23 di Giugno, per la casa iniziava il fermento. Giungevano tutte le donne della contrada, anche le più anziane. La prima volta che mi fu permesso di partecipare, avevo sette anni ed ero la più piccola.
Tutte portavano fiori, coltivati per l’occasione, piccoli garofani rossi o freschissime margherite.
Quell’anno c’erano molte rose, le aveva coltivate la nonna nell’angolo del giardino che il nonno le aveva riservato, insieme alle erbe odorose. Aveva preparato grandi mazzi, e uno era guarnito da rami di basilico, dalle foglie grandi e profumate. Era quello che avrei portato alla festa, quella sera, quando i fuochi sarebbero stati accesi.
Sarebbe stata la mia offerta al Santo, perchè proteggesse l’estate della mia vita e io potessi crescere felice e amata. E, lavando i miei occhi con la rugiada del mattino, avrei sognato il mio futuro sposo.
Avevo un grazioso vestitino rosso, che la tata aveva ricamato cantando strane nenie. E mi aveva intrecciato tra i capelli nastri colorati e spighe d’orzo verdi. Qualcuno mi chiamava “palummedda”, cioè colombella. Era una notte di dolci e di incanti.
Sinte, fiore bianco
Riflette i nostri colori
Ogni sfumatura del momento
Il nostro io,
Pane fresco del mattino
Vino maturo da sorseggiare in piazza grande
Una crescita condivisa.
In occasione del primo compleanno di Sintetizziamoci
Cercavo compagnia nella campagna bruciata dai papaveri e dal suono di una chitarra gitana che giungeva da chissà quale dove.
Cercavo compagnia e la trovai nella Luna che, docile, si posò sul mio tetto come una farfalla attirata dalle mie notti bianche e insonni.
Faceva le fusa la luna, sentivo la sua voce sussurrare ai miei sogni consigli per autorealizzarsi.
Faceva luce la Luna ma in pochi eravamo rimasti a cercarla nel velo buio e spiegazzato della notte dove le stelle rammendavano asole per bottoni che faticavano ad allacciarsi.
Faceva fatica la luna a realizzare il suo sogno e rimaneva regina di un regno a metà dove i gatti le intonavano canti d’amore come disperati poeti vittime di libidini insoddisfatte dai loro pensieri.
Respiri
e si solleva il seno
come le dune al vento.
Respiri
e ondeggia il tuo bacino
come puledra al passo.
Inconsciamente
ingenuamente
attrai.
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