Primo classificato
“Con le ali ai piedi”
di
Carmen Maxia, Cettina Silvani , Lucia Amorosi
Lei aveva letto da qualche parte che i poeti avrebbero salvato il mondo. Tutto partiva da lì, da dentro, dal suo cuore. Fare accendere i cuori della sua stessa luce, come solo la poesia può fare.
Insegnare!
Ecco, era questo il suo compito: consegnare la sua memoria al futuro, a quei piccoli passi. A quelle scarpette
nascoste in un anno di gloria.
A volte si chiedeva se dei piedi così piccoli potessero sostenere il cielo.
Eppure loro erano il suo cielo. Coordinate di stelle che segnavano la sua strada.
I chilometri per quella sede così lontana dalla sua terra, diventavano cocci di questo pazzo mondo,
da incollare insieme per costruire il vaso. Per salire in alto e soffiare neve, innaffiare deserti e bere acqua pulita.
In fondo il mondo migliore era ogni giorno davanti a lei, in quell’aula al secondo piano, alla sezione C come cuore.
Secondo classificato
Storie di donne: balliamo sul mondo
di
Maria Teresa Dotti, Vittoria Rossi, Civita Buttaro, Paola Varrella
“E se il cuore si aprisse e non tornasse più indietro?”
Il mondo che vorrei, non è uno di quei posti dove qualcuno sorride, gli sguardi si sfiorano appena.
Tutto quello di cui ho bisogno è caos calmo. E niente da rimandare a domani!
Una vita… “Ora e mai più odio”.
Ritornerei a casa, quella dove basta poco per essere felici. Il tombolo che ricama le sere, frange di seta a dar ombra alla luna. Due punti di semplicità su quel telo d’olona steso sul letto a riposare e sul comò un semplice garofano, colto all’alba al suo sbocciare.
E divento bambina, scalza tra sassi, volo libera, così leggere le buone intenzioni.
Come ali piegate d’una busta sottile su cui riscrivere per intero il nostro destino.
Con il cuore, parlerei tutte le lingue del mondo disegnando arcobaleni e fiori nuovi.
Io ricomincerei ogni giorno crescendo, ballando, perché la vita è adesso.
Mi ciberò dei sorrisi che ho perso, di lacrime da vivere. Di amare chi non ha amore, di accarezzare chi ha solo dolore. Di non aver paura nel dare senza stare solo a guardare. Vorrei imparare a sognare di nuovo per tornare, andare.
Uno di questi giorni succederà… lo so!
Premiato dalla giuria
Oltre la linea dell’orizzonte
di
Maria Rosa Oneto, Laura De Biasi, Marco Sabatini
Nel cielo che l’aurora schiude
si rincorrono frammenti di vita,
impalpabili emozioni dello stesso destino.
Assorto il respiro del vento
tra coriandoli di polvere e
scintillii audaci
di un cuore che ancora spera.
Palpita il mare una leggenda antica,
di storie avventurose, fiamminghe.
Scorci d’Infinito che l’orizzonte abbaglia e
poi rapisce.
Un gabbiano plana tra correnti ascensionali.
Ha il peso delle cose sospese e la leggerezza
dei pensieri incerti,
incapaci di restare, incapaci di andare.
Al largo, una nave disegna una rotta
che non riesco a interpretare.
Chiudo gli occhi, respiro e sono fra le nuvole,
inseguendo la scia del gabbiano.
E prima che tutto si perda
in questo immenso soffitto azzurro
lascio vagar l’anima,
sospesa tra il rosa e l’oro
di tramonti mai dimenticati.
La linea dell’orizzonte segna
un confine tra il cielo e il mare,
che lo sguardo non distingue,
perso in quei colori arditi.
Se mai avrò nostalgia,
chiuderò gli occhi
per ritrovar in essi la mia fantasia.
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