“Tutto e niente in continua evoluzione. A volte creta altre cretina ma sempre me stessa”
Lo spettacolo spettacolare
«Spinga, spinga, signora spinga!».
Con quelle spinte e un pianto inizio il mio spettacolo, il mio atto unico in questo Teatro, sipariooo: inizia la vita.
Tutti in scena !! Attori e attrici si affacciano sul palco dicono di essere la mia famiglia !! Ma quanti siete ??? Avanti gli altri ! Chi siete voi ?? Amici ?? Così pochi ?? Ah siete pochi ma buoni !!! Questa me la devo scrivere per quando saprò capire se quel che dite è vero.
Per esperienza so che uno spettacolo per essere bello ed entusiasmante ha bisogno di colpi di scena, di patos, di intrighi, di risate e lacrime, di un lieto fine degno di essere chiamato tale. Beh su quello spero di dirvi qualcosa tra una sessantina d’anni ancora. Abbiate pazienza ma ho un progetto di Eternità in mente.
I colpi di scena nel mio spettacolo sono addirittura inflazionati, come le lacrime, come gli intrighi.
Dovrò costruire delle rotatorie nella mia vita per far scorrere di più il traffico perché non si creino file di intrighi rispetto alle lacrime o ai colpi di scena. Chissà se l’Europa mi sovvenzionerà in questo progetto ??
Una voce dal pubblico reclama: e i sorrisi ??? Dacci i sorrisi, facce ride !!!
Quanti ne volete ??? Un Kg, due kg ?? Quanti ??? Né ho da sempre, né ho tanti quante le lacrime forse ancora di più. Li uso tutti i giorni, per me e per gli altri. Anzi ad esser sincera più per gli altri che per me.
Ancora brusio tra gli attori, tra il pubblico allora intervengo – Cosa c’è ?? Quale problema avete adesso ???
Non vi piace questo spettacolo ???
Una voce da dietro le quinte: dov’è finito l’amore ??? Tra gli oggetti di scena non c’è !!!
Ma no, guardate meglio, non può mancare l’amore, lui è ovunque, si sarà nascosto per farci uno scherzo. Via via non disperate vedrete che quando meno ce lo aspettiamo salterà fuori.
Scusate, stavamo parlando di sorrisi ??? Ah si quelli !! Devo farmi un appunto scusate ancora ma se non me le scrivo queste cose poi me le dimentico: sorridere di più a me stessa. Ecco fatto !!! Non è facile tenersi a mente tutte queste cose.
Andiamo avanti con le scene, per favore !!! Qui c’è una vita da mettere in scena, non possiamo perderla questa occasione.
Interno crepuscolo!
Ci siamo è il giorno della prima.
Tutto sembra a posto e…..SU IL SIPARIOOOOOO!
«Spinga, spinga, signora spinga!»
Sono circa 58 anni che questo spettacolo si replica e ogni replica è sempre diversa dall’altra. Cambiano attori, comparse, scenari. L’unica a cambiare pur rimanendo la stessa è l’attrice protagonista, anche il regista, però. Il copione è già scritto e anche la fine ma non possono essere svelati altrimenti fine dello spettacolo, del divertimento.
Ed io a quel punto non avrei più senso di esistere
Applausi! Grazie a tutti di aver partecipato numerosi, come sempre e, vi aspetto numerosi alla prossima replica, domani, lo spero vivamente…
“C’è chi, come me, ha un cuore troppo grande per il petto che lo contiene”
È un cuore che anche a riposo batte forte, che scavalca pulsazioni e non rallenta mai. Chi come me, racchiusa in una piccola valle, tende l’orecchio ad ogni cosa seppur di poco valore, può essere il rumore d’una viola che scosta le foglie secche nel suo nascere o un soffione che come un mondo sovrasta i prati.
E poi il vento che bacia le gote, un fiocco di neve che sbaglia stagione.
L’orticello dalle collette ben allineate, i nuovi germogli in fila, verdi come soldatini.
Gerani appesi alle ringhiere, dai boccioli appena aperti, rossi come ferite.
E i mandorli in fiore che fanno primavera, i campanili e le rondini in volo come sulle cartoline d’auguri pasquali.
Chi come me sgrana le emozioni non ha silenzi, eppure sente echi al cadere d’una piuma…
Permaloso , scostante, bambinone impenitente, Peter Pan di cartapesta, a braccetto con Merlino… son soltanto ioebasta.
Permaloso scostante…
Due braccia, due gambe, una testa ed un cervello (… facciamo mezzo …); un cuore gonfio, un fegato, polmoni due… e un pisello… beh sì … pure quello.
Il resto, cianfrusaglia alla rinfusa, senza senso e senza colpa: emozioni, ferrivecchi, sentimenti arrugginiti, cocci rotti di bottiglia, un “sapere non sapere”… tutto quanto un pò poltiglia, tra frizzi, lazzi e smoccoli svogliati … e l’istinto sempre di guardare di là dal muro, oltre l’orlo scivoloso del vaso di marmellata, dietro la siepe, dentro quel fosso, dopo quella cunetta e il dosso… Nebbia, nebbia solamente, nebbia in tutte le stagioni… ed una smorfia in faccia.
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