Ed alla fine compresi
che quanto costruito con mille parole
poteva essere distrutto da pochi fatti
e questi
da un pensiero
Seduto
fronte mare
cambio il mondo.
Ho visto la mia Anima
vagare in cerca
Colmare un vuoto
Creare spazio
Aprire un varco
Trovare un cammino.
L’ho vista sedersi in riva al mare
Ad ascoltare i suoi pensieri.
Ogni onda gliene sussurrava uno:
“Il tempo ”
“Lo spazio ”
I “devo”
“è giusto”
“È sbagliato “…
Ogni tanto una ruggiva :
“Tu”
Ho visto la mia anima
In riva al mare
Ascoltare
Ruggiti e sussurri
alternarsi.
L’ho vista muoversi
Risoluta
Immergersi tra le onde
Dolci e furenti
L’ho vista galleggiare
Lasciarsi trasportare
Infrangersi sugli scogli.
Dovremmo vivere a piedi nudi
per non perdere i battiti della terra.
per sentire le spine di ferro seminate;
per non scordare che l’inverno è freddo;
che la pioggia bagna fino ad entrare nelle ossa.
Dovremmo vivere a piedi nudi
per non scordarci di avere ancora i piedi,
per camminare verso altri piedi.
Definisco l’orizzonte tra il cielo e il mare
Camminando scalzo
Con le mani congiunte
A mala pena m’accorgo della differenza nei due piedi
Che ora bagnati
Od ora leggeri
In equilibrio fermano il tempo
L’equilibrio in una follia
Nel mescolar i sogni e la realtà
Se per davvero ne esistesse la differenza
Come per il male ed il bene
Ed invece è proprio il fuoco che ti fa conoscere il gelo
Come l’assenza per l’essenza
Il mare è come te,
mi mette a nudo.
Lo guardo muto
seduto in riva,
tra castelli di paure,
mentre arriva a piedi scalzi
per baciare quella sabbia.
E lì ti bacerei.
Gli affido ogni segreto,
inutile resistere;
sono capelli lunghi
quelle onde scure
che si prendono la terra.
E lì ti prenderei.
Il mare e’ come te,
mi manca anche vicino.
Come l’odore del tuo corpo
ed il tuo sguardo quella notte.
Tu ci sei nata dentro il mare.
Il mare è come te:
mi frega sempre,
perchè lo sa che io lo adoro.
Sorrisi smaglianti,
occhi lucidi,
visi dalle poche certezze,
solo sicuri di un gran caldo.
A pochi minuti, l’attesa finisce, inizia
il viaggio che porta lontano,
tra gioie e lacrime, i saluti.
In un attimo,
la terra trema,
il cielo si gela.
L’uomo ed il terrore,
tutto lì, tra
urla e polvere.
Nei calendari viene
segnata la paura,
per non dimenticarli.
COPPIA VINCITRICE
“21 + 21 GRAMMI”
Composta da
Antonio Pontremoli e Pek Pekkio
CINQUANTAPERTRENTACINQUE
“Tremano le mani a quel vecchio pittore,che sulla rive gauche della Senna,sta cercando di dipingere,Notre Dame de Paris”
I colori erano troppo forti,per una giornata d’ottobre. Di pioggia,che fine cadeva su tutte le cose. Anche sulle sue povere mani. Ma era una scusa,una delle mille,che da tempo si raccontava,per non accettare la sua malattia:
“Ma non quel giorno!”.
Cyprienne, decise così di chiudere la casetta degli oli e il treppiedi che sosteneva la tela, un 50×35. Stavano lì, tutte le dimensioni del suo essere artista, libero e ahimè, malato di Parkinson. Se la mise sottobraccio, mentre con l’altra mano trascinava a fatica il cavalletto, che lasciava un solco sulla pioggia caduta. S’avviò lento, verso il portale della chiesa, col suo basco nero inzuppato di pioggia, che gli ricadeva sulla lunga barba grigia, dietro la nuca, fin dentro la schiena. Come un pianto che non era mai stato capace di uscire dagli occhi.
Ancora più lenti si fecero i passi quando, percorrendo la navata centrale della maestosa cattedrale,stavano per portarlo al cospetto della Madonna,davanti all’altare maggiore. Un solo colore, il bianco del marmo pesante, che la raffigurava; un solo peso, i 21 grammi della sua anima, che stavano per chiedere grazia alla Madre.
Piegò lentamente il suo dolore, dinnanzi a centinaia di fiammelle. Nessuna al suo tremore si spense: le palpebre stanche e umide, lottarono per mettere a fuoco il regalo che stava per ricevere.
Fissò una delle tremule luci, che leggera, si rifletteva verso di lui, vide così, quei 21 grammi iniziare un viaggio brevissimo. Dal suo cuore,a quello della signora di marmo…
Sentì ogni singolo battito, ogni singolo sbalzo di sangue, stabilizzare i colori e quelle mani vetuste, d’artista.
Poi una barba, che tanto gli somigliava, riprese a dipingere con mano decisa.
I pennelli,colare gocce di vita, i suoi oli, mischiarsi sapienti di nuovo alle tele.
50X35,la grandezza d’ogni goccia di pioggia colorata, che ricadeva dal cielo come a benedirlo.
“Una mano fermissima, sulla rive gauche della Senna, dipinge Madonne, olio su tela: 50×35”.
Ringraziamo Enrico Ratti che ha gentilmente offerto in premio due copie autografate del suo libro “Il taccuino dei dannati” Edizioni Gilgamesh
Io ti conosco
ospite inattesa
invisibile presenza
sguardo nel vuoto…
e poi appari
in esclusiva
attraverso i nervi
brividi della sera
martello che picchia
e poi…
sola ancora.
Sono nata 56 anni fa in un ridente paesino di montagna in provincia di Udine. Da sempre ho confessato alla carta dubbi, angosce e speranze.
Ora vivo in un piccolo paesello di collina in provincia di Perugia con due cani e un gatto, due figli e un marito. Continua il mio vagabondare nei meandri delle parole che lascio alla carta e come allora non mi resta che sognare…
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