Lame dorate trapassanti che ci illuminano i corpi,
lasciano in te fili sottili da candido quaderno,
ove io possa scrivere in bella calligrafia liriche smaniose,
dove ogni punto sulla tua pelle non è punto,
ma virgola bruna, affinchè io oltre possa continuare.
Lame d’argento dal filo sottile impregnato di rosso
vanno a squarciare lo scudo avveduto senza blasone,
lasciano segni invisibili, poco indelebili, sulla mia pelle,
entrano e invadono senza assediarsi, fanno dimora
e accendono fuochi che io non riesco a placare.
Umido è il mio respiro
Acqua che scorre ovunque
Nebbie e gelo
Piogge continue
lungo i miei capelli ribelli
I miei piedi tra laghi
e fiumi sempre freddi
Il mio petto dove
vivono le tue lacrime
Le mie ormai silenti
Acque
Umido è il mio respiro
Fuori e dentro me
Pure nel mio onirico
Un’acqua immensa salata
che un giorno
tentò di annegarmi
ma poi decise di partorirmi
Umido è il mio respiro
Abbraccio ricordi
li cullo per tenerli cheti
Sento ancora odori
profumi lontani
che il tempo non cancella
Voci parole
la loro eco nel cuore
Riscaldano freddo tempo
di malinconie
E’ come sbornia
di affetti distanti
nei tempi nello spazio
Irraggiungibili
Dove vorrei perdermi
ubriaca
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