Respiri
e si solleva il seno
come le dune al vento.
Respiri
e ondeggia il tuo bacino
come puledra al passo.
Inconsciamente
ingenuamente
attrai.
Ti ho conosciuta nell’età più bella, quando la bellezza si compiaceva di incarnarsi
nel tuo volto radioso,
i lineamenti dolci eppure sensuali e quel sorriso che trapassava l’anima.
Ho condiviso le carezze e i sogni della notte come l’aurora nel nascente giorno,
ho guardato la vita attraverso i tuoi occhi che mi hanno illuminato il cammino.
Gli affanni con te sono stati lievi, gli inevitabili dolori della vita circoscritti dalla
serenità che hai sempre infuso nella mia anima. Ci siamo donati figli meravigliosi
crescendoli con cura e amore fino all’approdo della vita. La nostra felicità era però
eccessiva agli occhi del destino, ti ha strappato alla vita,
lasciandomi sperduto negli affanni del mondo.
Effimera vittoria dal momento che i miei pensieri e il mio cuore
ti seguono ogni giorno e la notte vieni a consolarmi
con gli occhi della tua anima che la morte non ha potuto spengnere
Cammino più lentamente adesso
nel mio sentiero
Alle spalle ho lasciato
l’affrettarsi
gli affanni della giovinezza
inutili insicurezze
false certezze
taluni dolori
Il mio passo è più lento
forse meno saldo
eppure sicuro
Prendo il tempo necessario
sento ogni tratto percorso
Guardo ancora con stupore
ciò che colpisce il cuore
Apprezzo questo sole
che illumina il tramonto
E il calore della tua mano
che tiene la mia.
Era un artista del mestiere.
Carpiva lo scintillio del desiderio in uno sguardo.
Da lì prendeva vita il suo talento.
Fabbricava sogni… e li vendeva al prezzo di un sorriso.
Quando la passione l’infervorava, realizzava capolavori: i sogni che diventano realtà.
Beh… quelli li regalava, perché si sa: non c’è prezzo per la felicità.
Di te berrei l’incauta fragilità
miscuglio di rose selvatiche e foglie di acero, rosso.
E berrei l’intensità di ogni parte di te,
capace di far evaporare la sgradevolezza,
trasformandola in bellezza e verità.
Di te mi sazerei,
cibandomi di incertezze e dubbi,
scalciando quel sapore acro della maturità,
per assaporare il gusto del mistero,
e dei tuoi capelli sciolti, neri,
delle tue mani sottili,
dei tuoi occhi profondi,
e del tuo sorriso bambino,
sazierei la mia sete d’amore.
Di te bacerei ogni centimetro del tuo corpo, elegante, immaturo, irriverente,
per poi ricominciare ancora e poi ancora,
fino a perdermi e vagare tra le stelle di una notte senza luna.
In modo che nessuno sappia e giudichi e invidi,
l’amore di un uomo e una giovane donna,
fatto di parole e mistero,
che mai accadrà,
per restare sempre nei sogni,
e così essere eterno e misterioso,
per sempre,
per sempre.
Per me Vita
ha il ritmo del lento ondeggiare:
dello scintillìo della luce
che galleggia
accecante sull’acqua del mare;
del suono profondo di
una voce che di notte
mi raggiunge lontana;
della tela sottile che il
ragno tesse
a chiudere falle
in muri scrostati;
del vento che scorre
tra fiori di acacia appassiti;
del mio passo che risuona indolente
sul selciato muto e assolato;
di una ninna nanna sommessa
con voce di fiaba
ad un angelo biondo;
di fianchi rotondi ed accoglienti
inarcati in un’attesa
che è resa
di pace e piacere.
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