Lampioni
Una anima, due mani, tre dita a reggere una penna. Un cuore, due occhi, qualche foglio di cartaccia a tener su l’inchiostro. Una mente, una manciata di neuroni, qualche sinapsi, qua e là, a far girare a caso, le ‘rotelle’: e quest’uomo che si arrabatta e spera, aspetta, muore e non ci crede.
Una storia, che sembra quasi vera e le parole, sempre quelle, a mescolarsi e combinarsi e sembrare sempre diverse; pensieri che dicono di come questa vita, puttana e bara, c’intrappoli e ci fotta.
Ti lega mani e cuore con moglie, casa e figli, nel lavoro quotidiano ti tappa e ti imbottiglia, t’imbroglia coi ricordi e con quel tuo “domani…”, ti sbianca la memoria coi “ridi, che poi, passa…”
Un fiasco di quel rosso, color del sangue e dell’amore, un bel bicchiere sempre mezzo pieno e andarsene ubriaco, a fare compagnia a tutti quei lampioni accesi nella via…
Eppure moriamo più volte ogni giorno
Sono attimi di morte che non reggiamo in vita
Quest’adesso è già morto
Mentre sono ciò che sarà già adesso
Nessuna pena
Nessun castigo
Nessuna pietà
Nessun martirio
Quando sarò adesso
Sarete voi memoria
Fissata di corsa
su un foglio stropicciato
o sussurrata al telefono
persa in un respiro.
Poche lettere
per far sobbalzare anime e cuori
proiettati senza appello
in un istante senza fondo.
Emozioni contrastanti
si sposano per gioco
lasciando attoniti sorrisi
asciugarsi in lacrime agrodolci.
Essenza del tempo
si materializza tra lo stupore
di innumerevoli voli pindarici
sintetizzati in una semplice parola.
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