E poi ti svegli una mattina
sei solo polvere e cemento
sotto un cielo di legno massello
con il cranio fatto a pezzi
da una finta giustizia
che sentenzia una vita…
La mia anima è un castello gotico, quassù tira sempre vento e spesso girano i fantasmi.
Tanti entrano dalla porta sempre aperta, girano incuriositi, alcuni si accomodano per non più uscire, altri se ne vanno con indifferenza.
Offro il profumo dell’irrazionale, che agita gli animi privi di spirito
e la dissonanza come nota malefica,
nel quadro della bellezza illusa e ricercata.
Solo in pochi vedono la luna a mezzogiorno.
Me ne sto seduta dietro un angolo,
su uno sgabello traballante della mia folle
fantasia, ad occhi chiusi.
Vola la mia mente
con la sua brusca decisione:
raffreddo per sempre la mia anima
e congelo
ogni singolo sentimento
Il cuore non avrà più nulla,
solo cubetti di ghiaccio
e nessun sole
lo scongelerà mai più.
Intanto me ne sto
qui…
affacciata
sto in silenzio,
ascolto l’odore
acre del vento
che pian piano accarezza
la mia ruvida pelle.
Vado…dicesti
fermo sulla soglia.
A un soffio da te
aspettavo lo slancio,
volarti addosso,
un rigurgito d’amore,
un sobbalzo,
ma in me nessun
moto del cuore,
nemmeno una voce
a trattenerti.
Senza indugiare
volgesti gli occhi
e varcasti la porta,
la nostra.
Dietro di te
soltanto uno scatto.
Se era sollievo
il tuo, o forse no,
non l’ho saputo mai.
Le sue mani
Sono qui
Non i suoi occhi
Quelli li ho messi
In un altro sacchetto
Devono essere con i piedi
O, forse, con i gomiti
Il capo mi ha detto
Di tagliare
In pezzi piccoli
Che è più facile
Da smaltire
Tanto domani
un altro ti dirà
di amare la tua anima,
e un altro ancora,
e tu la sua;
Ma io non lo vedrò mai arrivare,
mentre discinto sono già lì
e attendo al buio.
Era sempre stata la sua passione quella dello scrivere, ma nel mondo in cui viveva non era possibile; fosse nato almeno 1000 anni prima, avrebbe potuto assecondare la sua inclinazione. Ma da quando il pianeta si era trasformato in una sfera di fuoco, nell’ultimo millennio, le forme di vita si erano adattate al cambiamento con questa lenta metamorfosi degli arti, da cui non si poteva tornare indietro.
La sopravvivenza della specie, era questa la priorità del Governo Unito, non poteva alimentare un capriccio come quello dello scrivere.
Gli venivano in mente i film del passato, dove gli uomini erano ancora dotati di mani per poter scarabocchiare fogli e pubblicare libri.
Come erano romantici quei tempi! Gli amanti si scambiavano lettere d’amore, i poeti declamavano le loro liriche. Che nostalgia!
Sognava ad occhi aperti di poter rinascere nel periodo precedente la trasformazione, di tenere la penna in mano, sentire la pressione sul foglio, il profumo della carta.
Certi giorni, quando non riusciva a sopportare la castrazione, si recava nel punto più caldo della terra sì che la sua mutazione accelerasse di colpo, e l’idea dello scrivere bruciasse insieme al suo corpo.
Così potente è questo sentimento
che chiudendo gli occhi respiro tutti i fiori
che fioriscono in un solo istante.
L’aria si riempie di un la luce brillante.
Prorompente e inestinguibile
un fuoco cresce dentro di me
Senza confini viaggio con ali nuove
e scopro emozioni vere
in semplici parole e colori.
Sono un poeta che viaggia nel tempo cerco ispirazioni in ogni momento nel canto di violini portati dal vento al colore di una foglia che cade da un ramo leggero, nelle gocce di pioggia riflesse nel vetro o nei silenzi dei miei pensieri. Sono nato in una ridente cittadina del sud Italia, nella di Demetra cullato da vento e accarezzato dal sole. La poesie e la pittura sono me mie più grandi passioni con cui cerco di trasmettere sensazioni, visioni ed emozioni. Forse sono un poeta, forse sono un artista. Forse tutto o forse niente.
Vi lascio questa mia breve biografia che è parte della vita mia.
Napoletana doc, è una donna che ama l’arte in tutte le sue rappresentazioni.
Negli ultimi anni si è dedicata alla poesia ed al teatro, come formule espressive per le sue emozioni.
Si è lanciata in diversi lavori teatrali con soddisfazione, mettendo a punto gli insegnamenti e le tecniche proprie dell’arte recitativa, facendo scorrere la sua personalità e creando personaggi unici e particolari.
Non ha tralasciato la poesia, un fiume in piena che continua a riempire pagine e pagine senza tregua, seppur con lunghe pause meditative che rappresentano la maturazione del vissuto quotidiano e che sfociano in liriche sentite, intense, utilizzando la parola come strumento di comunicazione assoluto.
Si è cimentata anche in piccoli esperimenti di prosa, simpatici e ben riusciti, che hanno ricevuto l’approvazione di maestri di scrittura presso cui ha seguito diversi laboratori.
Ritornando alla poesia, si può affermare che la poesia di Rita è un lungo discorso interiore, che talvolta, enfatizzando il quotidiano, approda a riflessioni sulla vita e sul grande mistero in essa racchiuso.
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