Un castello di carte
tutte uguali, due di
picche spacciate
per cuori. Un re di
pan bagnato,che
si inzuppa nelle
lacrime, una regina
di zucchero filato,
che crede nelle favole.
Un vento di scirocco,
dispettoso, soffia forte.
Mi sveglio con dolore.
Era novembre
e c’era scirocco,
30 gradi
e voglia
di foreste incantate.
Sorridevo
oramai
gli alberi abbracciavano,
radici stringevano.
Io,
sognavo.
La notte è come una lucciola impazzita
lacrima quando lacrima il cielo
sogna quando sogna il bambino
ama quando ama la stella
muore quando arriva il giorno
ma la notte
è una lucciola
illumina i sogni
ti culla nel sonno
vive di pensatori…
Teca racchiudi ciò che respirai all’aria aperta
Definire l’universo
L’immenso proposto
Stretto essiccato stropicciato
Colori sapori gioie sorrisi scherzi baci indecenze occhi amore auto mani capelli campana corda segni schiena
Una fettina tagliata e riproposta nel mio archivio
Dove spazio deve trovare
Tra la sorgente delle lacrime
E la fine del mondo
Debordo
Stravaso
Non riesco più a trattenere questo respiro che vuole asciugare ma che non sa come fare..
Grido nel mio interno dove nessuno mi sente
Farò danni al mio corpo proprio dal di dentro.
Maledetta
Maledetto me stesso che non ho più spazio sufficiente
Di pece l’universo colora il mare
quando il sole allontana i suoi raggi
per abbracciare altro.
Liquidi i tuoi occhi
si specchiano nelle acque scure
e resti in attesa con le mani in tasca
mentre io mi rovisto dentro
e guardo altrove
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