Sussurra le tue parole e affidale al vento
Affidagli i tuoi pensieri più reconditi e veri
Il vento non sa leggere, ma li porterà con sé
li porterà lontano, senza perderne il senso
Giungeranno alle orecchie di genti lontane
di tante razze, di tante nazioni
di tante lingue e di svariati idiomi
di tanti credi, di tante religioni
Chi avrà il cuore puro e la mente aperta
saprà coglierne il messaggio, il significato
I sentimenti non richiedono un traduttore
Come magico diapason risuoneranno
Le labbra si schiuderanno in un sorriso
ad accogliere il messaggio recepito
Gli altri sentiranno passare in quel momento
solo una leggera, effimera folata di vento
Romano di nascita ma siciliano di origine, sono rimasto a Roma fino a 10 anni; poi a Catania per altri 8 anni e successivamente a Palermo dove ho conosciuto mia moglie, palermitana.
Trasferitomi a Milano da circa 40 anni, dove ho sposato mia moglie, nel frattempo trasferitasi a Milano per lavoro.
Saranno 53 anni a fine dicembre che siamo sposati.
Due figli maschi entrambi sposati e due nipoti anche loro maschi.
Solo da pochi mesi mi è tornato il pallino di scrivere, cosa che non facevo più da quando avevo meno di 20 anni.
Senza pietà
affondare le mani
alla gola di un mostro
chiamato ipocrisia
fino a vederlo stremato
e pianto dai suoi seguaci
sempre alla ricerca spasmodica
di una vittima designata
su cui sfogare
le proprie frustrazioni
destinate ad infrangersi
come bicchieri di cristallo
che inesorabili si schiantano
su muri di indifferenza
che pian piano si innalzano
di fronte alle loro azioni.
Il battito automatico, il respiro affannato,
la corsa senza traguardo,
costante ostinata di speranza
consunta e ormai abbandonata.
Piango.
Un vento inaspettato asciuga lacrime preziose e rare,
le getta nel mare, le aggiunge al suo sale.
Presto l’onda si gonfia immodesta,
biancheggia, diventa tempesta.
Mi scuote, mi colma con la propria potenza.
Respiro.
Stringo forte le mie mani, chiudo piano i miei occhi.
Trattengo le sue mani calde, accolgo sotto le ciglia i suoi occhi.
Finalmente vedo, ci riesco di nuovo,
travolta da un abbraccio, trafitta da un sorriso.
Vivo.
In questa ora che non è tempo, ma squarcio d’infinito,
ascolto la dolce confusione del mio palpitare.
Odo nitidamente, sento profondamente,
intensamente amo.
Sono.
Il silenzioso fioccare lento.
E’ il tuo sguardo che ho nel sangue,
e il freddo.
Il gelo nelle mie ossa di marmo.
Ero nei tuoi occhi
Che non rivedrò più.
In quelle mani che mi strinsero
È la neve bianca del mio cuore.
Ormai non fa paura
i suoi vortici sono
come movimenti
di ali di fenici
inutile aspettarlo
ferma li nel mezzo
arriva, travolge,
distrugge
ma come sempre
dopo l’uragano
un nuovo cielo azzurro
e liberi campi di grano.
Oggi son stanca
come la capra che la panca non la regge più
Sogno neve di polistirolo
che non bagna
non raffredda
ma neanche scalda
a differenza del fiato di quell’asinello
che se fosse capra almeno le cederebbe il posto
in un presepe che non mi stanco mai di costruire
Questo per dire che se son stanca
non è colpa del presepe
neanche della capra
neanche della neve
Son stanca che tutto debba avere un senso
Per questo quello che sto scrivendo è la cosa più bella che io abbia mai partorito
Negli ultimi due minuti della mia vita intendo
Nata nel 1969 ad Asiago, adoro la montagna, nonostante uno dei miei sogni sia quello di respirare ogni mattina aria di mare.
Da brava montanara, amo la semplicità e la genuinità delle persone come delle cose.
Riservata e forse un po’ troppo riflessiva, ho imparato col tempo a sorridere alla vita e, spesso, per fortuna, anche di me.
Amo ascoltare più che parlare… e la scrittura, che per motivi di tempo ho sempre trascurato, riesce a farmi tirare fuori tutte le parole che non ho mai detto. E’ da poco che l’ho riscoperta e devo dire che mi piace un sacco!
Il mio nome è Maria e sono nata sotto il sole di Napoli,
forse è questo che mi fa sentire una persona solare.
Amo la vita, in tutti i suoi colori, infatti la mia frase
preferita è “ho scelto di essere felice”.
Non sono una scrittrice, ma quando ho con me quel foglio
e quella penna tra le dita, mi si apre il cuore, ed incomincio a
scrivere tutto ciò che provo,seguendo l’istinto e con amore.
Ho un solo sogno nella vita, poter regalare un sorriso
a chi è rimasto ferito dalle delusioni della vita.
Un castello di carte
tutte uguali, due di
picche spacciate
per cuori. Un re di
pan bagnato,che
si inzuppa nelle
lacrime, una regina
di zucchero filato,
che crede nelle favole.
Un vento di scirocco,
dispettoso, soffia forte.
Mi sveglio con dolore.
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