Ho 55 anni e ancora non me lo spiego! Ma non ci sto male: non tornerei ai miei inquieti 20 anni.
Sono graphic designer per vivere, e vivo tra Brescia e Milano; scrivo in modo discontinuo, per fissare istanti di profonda commozione che spesso mi attraversano.
Mi piace trovare la poesia in ciò che è casuale, dimesso, prosaico, marginale. Quando posso cammino, ovunque: se penso a quanto si può camminare nel mondo mi passa ogni tristezza.
Non vedo un cazzo.
Scura e’ la stanza, scura è la vita.
Il mio amico non vedente ride, io m’incazzo, perdo pazienza e scommessa.
– Dai cammina – dice Giulio, ridendo a crepapelle del mio handicap.
– Sono uno stronzo, come tutti gli stronzi ipocriti e la loro bandiera bianca della pietà –
Giulio non ha mai visto i colori del mondo
ma le sue risate sono i colori dell’arcobaleno.
Di foglie che cadono se ne vedono molte ma nessuna è come quella che ti cadde sul vestito quando,
sulla panchina, stavi contemplando il tramonto che offriva un color ruggine a un mare mai stato così quieto.
Da poco eri rientrata da un funerale e il giorno sembrava salutare la tua venuta offrendoti la pace che in altra forma, aveva raggiunto chi fino a poche ore prima era metà di quella tua vita, che se qualcuno volesse definire, rappresenterebbe con i colori bruni dell’autunno.
Di foglie che cadono se ne vedono ovunque ma poche così gialle, così rosse, così brune, come quelle che ottobre lasciava scivolare come onde nel mare dei ricordi.
Tu, seduta, guardavi le prime stelle e pensavi a quanti desideri avresti potuto esprimere, se quelle fossero cadute come le foglie di quel giorno, aiutate dal vento o dai passi di qualche merlo alla ricerca delle ultime briciole.
Di foglie che cadono solo poche persone se ne interessano.
Tu le avresti raccolte tutte e ridisposte sui loro rami.
Ma non era più tramonto e la notte cadeva anch’essa, mentre tu raccoglievi il riflesso della luna
e lo indossavi sul tuo sorriso più bello.
Già nel pomeriggio era diventato cattivo come non mai, tutti gli avevano ordinato qualcosa, siediti qui, stai fermo, fai questo, guarda che brava la tua compagna, non distrarti…
Lui era nato con la fantasia nella mente, libera espressione di un mondo tutto suo fatto di molecole invisibili.
– Beh! Durerà poco – si disse.
Avrebbe volentieri sparato, come nei cartoni televisivi, a quei guardiani della libertà. Bum Bum Bum!!
Non poteva sapere che per altri 22 anni sarebbe stato imbrigliato.
– Andrea, 3 anni, primo giorno d’asilo –
Ormai sono mesi
che mi ripeto come un mantra “io non ho paura…io non ho paura”
ma la verità è che sono terrorizzata.
Non mi sono mai sentita così vulnerabile come ora.
Mi guardo allo specchio e non sono più io.
Il viso tirato, sciupato, gli occhi spenti, i capelli…pochi.
“Io non ho paura” lo ripeto senza convinzione alcuna.
L’immagine riflessa allo specchio dice l’esatto contrario.
Poi sbatto i pugni sul muro.
Mi volto di nuovo verso quell’immagine che non mi appartiene.
Sorrido e piango insieme.
Tra le lacrime scorgo una figura familiare.
Dietro la sofferenza, oltre il dolore…
c’è ancora quella donna forte che mai si arrende.
La stessa che ha già vinto mille battaglie.
Faccio una smorfia, asciugo le lacrime, rido.
Sono ancora io.
Nel mare
la schiuma del mondo
E il vento pur invisibile
dà vita alle onde…
così diversa ognuna,
così passeggere.
Come la nostra corporea passeggera assenza.
Ma il mio domani resta sempre vivo
ed il tuo nome lieve labiale,
speranza che mi consola
ed incoraggia
il pretesto per vivere
Come per sempre
Sigle fatte per durare nel tempo di un attimo
Compresse in forme di carbonio
Dove l’immenso racchiuso è solo forma d’arte d’amare
X è logica di parte
Immenso preludio di ciò che nello stesso istante appare come figura eccezionale
Che nello stesso tempo si affievolisce
Per dar forma alla mente umana che di volontà determina le scelte
Non esiste anima divisa dal corpo
Non esiste il cuore diviso dalla mente
Esiste solo la volontà di sottomettersi alla fragilità
Amava
passare ore
a costruirli
incastrando
i pezzi
nella sua mente.
Forme strane,
bizzarre,
eleganti
che si dissolvevano
eteree
come sempre
nel buio
della notte
incombente.
Invariabilmente.
Loind’ici è un posto splendido,
Un bosco luminoso e incantato.
Si trova
Nel pianeta di Espérance,
un piccolo mondo
Di un universo parallelo.
Lo puoi raggiungere
entrando
In un buco nero, di quelli che si
formano nei sogni.
Dentro ci
troverai tutto ciò che non avresti
mai pensato di cercare.
Quel che resta
di un pallido sole,
di un mattino che non vuole uscire,
di un dolore che non riesce a morire ,
nascosti dietro le nuvole,
dentro, a gonfiarle di pioggia,
due sospiri.
Un respiro.
Uno sbuffo di vento
a ricucire il cielo.
Guarda!
É già arcobaleno!
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