Già nel pomeriggio era diventato cattivo come non mai, tutti gli avevano ordinato qualcosa, siediti qui, stai fermo, fai questo, guarda che brava la tua compagna, non distrarti…
Lui era nato con la fantasia nella mente, libera espressione di un mondo tutto suo fatto di molecole invisibili.
– Beh! Durerà poco – si disse.
Avrebbe volentieri sparato, come nei cartoni televisivi, a quei guardiani della libertà. Bum Bum Bum!!
Non poteva sapere che per altri 22 anni sarebbe stato imbrigliato.
– Andrea, 3 anni, primo giorno d’asilo –
Ormai sono mesi
che mi ripeto come un mantra “io non ho paura…io non ho paura”
ma la verità è che sono terrorizzata.
Non mi sono mai sentita così vulnerabile come ora.
Mi guardo allo specchio e non sono più io.
Il viso tirato, sciupato, gli occhi spenti, i capelli…pochi.
“Io non ho paura” lo ripeto senza convinzione alcuna.
L’immagine riflessa allo specchio dice l’esatto contrario.
Poi sbatto i pugni sul muro.
Mi volto di nuovo verso quell’immagine che non mi appartiene.
Sorrido e piango insieme.
Tra le lacrime scorgo una figura familiare.
Dietro la sofferenza, oltre il dolore…
c’è ancora quella donna forte che mai si arrende.
La stessa che ha già vinto mille battaglie.
Faccio una smorfia, asciugo le lacrime, rido.
Sono ancora io.
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