Sempre con le valigie in mano
Sbattuti da un angolo all’altro della strada
Non trovano la soglia di casa
Come palline magiche rimbalzano
Custodiscono magie a mani sconosciute
Viaggiano nelle tasche dei passanti
Ne conoscono i segreti
Bevono lacrime da stendere al sole
Poi, gettati dalla noia, con un colpo di vento tornano nella tana
guardando il mondo con occhi altrui
Un valzer tutto loro
Un valzer perduto
Gioco di palline colorate.
Palpabili emozioni
inchiodano istanti
fino ad innalzare desideri
in un abisso senza fondo.
Barcollano i sensi
tra pareti sempre più oscure
che non permettono agli occhi
di cercare giusta via.
Si lasciano cadere
senza più opporre resistenze
nel volo in picchiata
che si materializza in un lampo.
Timori e paure
si polverizzano in un bacio
dal sapore agrodolce
di una passione multicolore.
La strada era quella, malandata e trascurata, quella di sempre.
Anche la notte era quella di sempre. Ma la luce del bar no, non aveva il solito squallido bagliore. Caracollai per farmi più vicino e sbirciai finchè scorsi la nuca di quell’uomo. Senza sapere chi fosse, ma quella voce arrivava fin qua.
“Ehi tu, che stai dietro al banco con quel sorrisetto stronzo sopra la tua bella camicia amidata… fammi un Negrosky. Ma fallo forte… forte… più forte della tristezza di questi giorni.
Più forte di questo mondo che mi chiede e mi giudica mentre io vorrei tanto sentirlo più capace di capirmi ed amarmi. Più forte del male che sento per la meschinità di chi credevo amico e mi ha tradito per la gola di un pelo.
Più forte del dolore di chi soffre per malattie che non merita.
Più forte di quelle maschere che si credono migliori di me e mi guardano di colpo indifferenti senza sapere niente di me.
Levati quel sorriso di cazzo e aggiungi ancora vodka.
Guardati intorno, non lo vedi quanta solitudine c’è? Non lo vedi quanto sarebbe meglio smettere di giudicarci, quanto avrebbe più senso rispettarci ed abbracciarci accettando i nostri limiti per farci del bene? Ognuno ha la sua storia e la sua vita, chi sei tu per criticare? Mettiti le loro scarpe prima di parlare.
Dammi retta, annaffia tutti qua dentro con la tua vodka… versane anche per te ed aggiungine ancora anche nel mio bicchiere. Fai passare in fretta questa notte, perché adesso voglio tornare a svegliarmi e sorridere anche io”.
La voce si placò. Scorsi quell’uomo ancora. Senza sapere chi fosse, mi ritrovai senza più voce…avevo urlato troppo.
Caracollando, venni via.
Grande felicità!
Passando in mezzo
ad alte mura d’acqua
Ero lì il giorno in cui Erode impazzì
Il primo sangue
mi macchiò il volto
Siamo “storie”
fatti di storie
Trame
con petto e gambe
Oggi
conosco l’essenza della libertà
e il tremendo dolore di un padre.
Rido di chi afferma di soffrire per amore.
Assaporo la mancanza…
Pianto: acqua di un fiume dorato, impreziosisce il mio viso,
sapore salato del mare che ho dentro, della nostra immensità.
Sento le tue radici che, con innaturale dolcezza,
si ramificano nel mio corpo,
accarezzando ogni parte di me.
Nessuna paura.
Tutta la luce del mondo nei nostri occhi.
Le parole tutte, non bastano,
ne abbiamo inventate di nuove, per dirci cio´che insieme, noi siamo.
Non ha forma il nostro amore, nessun limite a costringerlo.
E ridiamo delle distanze, io e te, come del tempo,
che nulla possono.
Fili invisibili ci legano.
Provateci a spezzarli, voi che cantate l´amore senza conoscerlo, sara´solletico per noi.
Pioggia per lavarci, i nostri respiri ad asciugarci.
Odori mescolati a formare un unico profumo, il nostro.
Nulla potrà fermarci, l’infinito ci attende ,
la paura del domani svanisce.
Tutto al posto giusto, é questa la perfezione dell´amore,
che rende bella ogni cosa.
E quando vorremo dare spazio al tempo,
un giorno, vicini o lontani,
l’uno nell’altra, continueremo,
abbandonando i nostri corpi,
inutili involucri del nostro essere.
Questo amore.
Non si può dire…
di pioggia
di sole
Costruzione di silenzi
e rumore
Come una storia tra amici
con dentro l’amore
O forse è amore
con dentro una storia
non so
però
ci sto.
Sono in compagnia dei miei pensieri,
la notte si affaccia e
i volti si affollano.
Il passato ritorna
mi scuote prepotente
appena cala il buio,
poi con la luce si dissolve
e la pace mi pervade.
Un senso di piacere mi ricopre il cuore
nell’affrontare
il giorno di sole.
La donna del fiume
Eterea,
come nube
si inabissò.
Perle a cingerle i fianchi.
Branchie
per respirare.
Toccò il fondo
perle
a lambirle l’anima.
Fiorentino dall’animo un po’ folle, amo la vita anche se non sempre ci vado d’accordo.
In ogni angolo della mia stanza, in ogni suo cassetto, persino nelle tasche dei miei vestiti, ci sono tracce del mio bisogno di scrivere.
Nei miei cinquant’anni ho scritto di tutto, ma in fondo non ho scritto niente. Niente che possa essere raccolto, o magari rilegato. Solo emozioni, errori, sorrisi, dolori, buttati lì, accanto ad un bicchiere vuoto, in delle pagine mezze bianche come i capelli sulle mie orecchie.
Non ho mai scritto per compiacere. Ne ho solo bisogno perchè in quei momenti la mia anima e la mia penna fanno l’amore; si sfiorano e si stringono, una dentro l’altra, avvolte come amanti che si nutrono della loro follia. Ed il loro piacere entra dentro di me, come a dare un senso anche ai dolori più profondi o a far cantare gli attimi di gioia rendendoli più intensi.
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