…Hanno bisogno del vostro Tempo, della vostra Dedizione.
Manteneteli puliti: che siano chiari, trasparenti.
Ogni tanto, sprimacciateli, come fate con i cuscini:
capiranno che devono rimanere forti.
Nutriteli di Bellezza: vi ringrazieranno.
Non teneteli al chiuso, non asfissiateli: hanno bisogno di Sognare.
Non negate loro la compagnia di altri Cuori:
hanno un estremo bisogno di bere alla Fonte dell’Altro.
Solo così sapranno essere vigili.
Pronti all’Incontro.
La notte non è mai la stessa
comincia presto a volte
e non lascia il tempo di mangiare
tiene svegli con racconti di storie partite da lontano
o dimenticate a casa
Chi la scambia con il proprio letto
si volta dall’altro lato
e lascia fare, stringendo i denti
per altri invece comincia poco prima dell’alba
con minigonne e vomiti senza equilibrio
in quelle nottate perse
per gioco o per dimenticare
continuandone a parlare
La smonta arriva sempre
con un campanello suonato per sbaglio
all’odore di caffè
e un entusiasmo che smorza il sonno
ma non il desiderio di vedersi fuori
prima che il mondo sano
scenda in guerra con la strada
La luna seduta sul trono del cielo,
osserva stranita le stelle,
queste, luminose, senza timore,
sorridono ai sogni,
trascinano desideri,
avvolgono segreti,
ne portano il peso
senza stancarsi.
Continuano fiere a
splendere nell’infinito.
Passeggio, distratta
da questo spettacolo,
con un sorriso,
rendo dovuto omaggio
a tanta maestria.
Di foglie che cadono
Dall’albero della vita
Il tempo ingiallisce
L’acqua marcisce
L’inverno è finito
Apre la via alla rinascita
E rigoglioso torna il verde
Dove vanno a incontrarsi
gli aquiloni sfuggiti alle mani
quelli strappati dal vento
quelli che mai presero il volo
rimasti senz’anima in croce.
C’è un posto oltre lo sguardo
che non si arrende al filo
e racconta dei colori accesi
alla speranza del volo.
Perché non c’è filo appeso
trattenuto tra le dita e nel fiato
per i miei aquiloni liberi
di portarmi più in alto del cielo.
Duro lavoro da sempre è l’amore
Frenetica danza da lupanare
Fauci feroci che azzannano il cuore
E solitudini da pareggiare
Virus letale da sempre è l’amore
Che si diffonde in ogni stagione
Annienta in un colpo ogni pudore
E rende inerme ogni ragione
Sporco lavoro da sempre è l’amore
Tugurio torbido da rovistare
Laido intreccio di sangue e sudore
Però qualcuno lo deve pur fare
Sussurriamo di anime perse
per ritrovare la nostra,
giudichiamo con la bocca spalancata di meraviglia,
per assolvere noi stessi.
Argomentiamo su vacue posizioni, dimentichi dell’eco che si perde nel nostro vuoto,
discettiamo su personalità estranee, per obliare la familiare,
scarsa capacità di scegliere e discernere.
Avvertiamo forza nella debolezza altra,
nella flebile luce che illumina il nostro passo,
immaginando profonde tenebre, altrove.
Siamo note stonate in ascolto, rapiti dalla nostra melodia.
Ci crediamo alberi, eppure cadiamo come foglie,
sospinti da venti violenti, feroci, crudeli.
Non conoscono giudizio, non consentono scuse.
Imparziali e potenti,
nella loro corrente ci portano via,
semplicemente.
Siamo foglie e ci crediamo alberi,
stupidamente.
Benevolmente
Lambisci
Ubbidiente
Come
Onda
Ma,
Enorme,
Il
Letale
Maroso
Abbattutosi
Rapidamente.
Energie
Beffarde.
Luci
Umide
Che
Ostacolano
Metodici
Elementi.
Il
Lento
Calmarsi
Illumina
E
Lacera
Orizzonti.
Blandamente
Languido
Urli,
Indicandoci,
Là,
Momenti
Irripetibili,
Orizzonti:
Passioni
E
Nostalgie
Sognate.
In
Eterna
Risacca
Ossigeni
Perennemente
Elementi
Rari,
Vivi,
Ottemperando
Indefessamente.
Mediterraneo.
Ci entrava tutti i giorni nella boccia di vetro ma la sua era ricoperta di specchi, ovunque sopra sotto, vedeva i mille volti costruiti per ingannare, briciole d’identità riflesse.
Un giorno entro’ e non riconobbe i suoi volti estranei e deformi, urlo’ ma furono mille urli senza suono: era l’incubo nel suo stesso incubo.
Scappo’ e cadde nel frastuono del mondo reale senza riflessi, e fu lo sguardo indifferente di un narcisista, quello feroce di un nemico, quello intenso e incantato di un innamorato, a ridarle quei lineamenti d’identità unici ed inimitabili.
Nata a Lecco ho studiato lettere moderne alla Statale di Milano. Ho poi seguito un corso di 5 anni di Storia dell’arte. Organizzo eventi culturali e scrivo articoli per pagine della cultura.
Amo la fotografia e ogni forma di espressione artistica dalla letteratura alla filosofia dall’architettura alla poesia.
Amo in ugual misura la natura e tutte le espressioni della bellezza espressa in ogni luogo e paese.
Amo le persone, la vera espressione della creatività universale con pregi e difetti.
Amo l’ironia e il burlesco, la vera via per capire il mondo.
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