Sono nato a Foligno 08\03\1972 residente a Spoleto, lavoro come operaio presso le Industrie metallurgiche Spoleto.
Da qualche anno mi diletto nella scrittura di pensieri, mi piace definirmi uno scribacchino.
Amo l’arte in tutte le sue sfumature, faccio parte di una compagnia storica di Assisi “La compagnia balestrieri” che porta in giro per l’italia l’arte del medioevo e di un’associazione giovanile “Bisse” di Spoleto che fa spettacoli teatrali e musicali.
Pallida
mi appare
la tua immagine
come luna velata.
Sole radioso
rifulse
in giorni felici.
Brividi
di ricordi
che giacciono
quieti.
Silenzio
palpitante
nell’anima
inquieta.
Quando i piedi avranno smesso di farmi male.
Quando avrò tolto le scarpe e i vestiti allora,
allora urlerò alla luna e
mi innamorerò della luce di un lampione.
Quando avrò finito anche l’ultima goccia di rum,
quando i cani bastardi non saranno più cani bastardi,
quando la luna e il sole non saranno più distanti,
quando la gente senza amore non avrà più un apri bottiglie,
quando le prigioni saranno a cielo aperto e non ci sarà più l’odore di chiuso,
quando ad un uomo che beve vino rosso e jack daniel’s si domanda:
non ti farà male?
e lui risponderà:
tanto sono venuto a piedi,
quando tutto il superfluo sarà inutile,
allora lei con le valigie piene di sogni, dirà:
Ciao… sono qui!
Lo sento arrivare
attraverso arterie
che pulsano di
semafori rossi.
Lo sento arrivare
come un tumulto
di morsi e zanne,
di cani e zanzare.
Lo sento arrivare
mentre lo aspetto.
Lo sento arrivare
e non so tremare.
Ombre scorrono
dal coagulo di te
mentre ti grido
addosso un amore
che non è più amore.
E l’oblio soccombe
all’incoscienza
mentre ti grido
fuori da un’anima
che non è più anima.
1° classificato
2° classificato
3° classificato
Se potesse il cielo raccontare,
di un bacio a Parigi,
di un sorry a londra,
di una risata ad Amsterdam,
di una carezza a Praga.
Se potesse il cielo raccontare dei miei capelli argento,
delle tue dolci rughe.
Se potesse il cielo accarezzare le nostre mani.
Ho comprato palloncini e aquiloni
per vederli volare
e matite colorate e libri da odorare.
Ho raccolto sassi per far sorridere un fiore
e cavalcato un onda per soffiar sulle stelle.
Ci credo – ho urlato.
Ed un bambino ha rincorso un pallone con scarpe cucite di niente.
Ci credo – mi ha fatto eco.
Ed un videogioco è esploso in mille coriandoli.
Non è domenica. È martedì.
Ma una donna si veste a festa con stracci e veli di sposa.
Ci credo – canta.
E fa l’amore con la vita.
E mostra i seni senza pudore.
È festa.
Ed io rido.
Mi diverto a inventar mondi con le parole.
Un bacio sospeso
Lo custodisco
in dolce segreto.
A volte sono tentata,
mi avvicino, provo
a sfiorarle le labbra.
ma subito mi ritraggo.
Ho paura
del consumato,
dello sprecato
del disfatto.
Un bacio
si insinua,
ti apre le porte.
Un bacio è un
sentiero per il
divino.
Per questo, non voglio
sciuparlo,
lo conservo
come il velo di
una sposa
lo immortalo
come il primo
vagito di un bambino.
Il bacio dell’anima
non puoi disperderlo.
Perché nessuno
di tutti quelli che
ho dato, sapevano
di vita.
Come al solito facevo ritorno a casa e come ogni sera lei era appoggiata alla sua “Opel Fuego” in attesa dei suoi clienti.
Francesca era una prostituta molto carina, la guardo sorrido e le dico: “Francè, hai freddo?” Lei mi sorride e toccandosi la guancia mi risponde: “Paolè vieni a stamparmi un bacio proprio qui”…mi avvicino le poggio le labbra sulla guancia e lei improvvisamente infila una mano sotto il mio braccio:
“Portami in giro”
La guardo: “ andiamo a piedi?”
“si”…
Fu una sensazione strana camminare, così, nella città immensa, senza avere la più pallida idea di dove stessimo andando, del nostro avvenire più immediato.
Ricordo di aver visto la nostra immagine in una vetrina. Forse, a causa della stanchezza, lei stava inclinata verso di me e pensai che somigliavamo a quegli innamorati che facevano apparire intollerabili le nostre solitudini.
53 anni, funzionario dell’Agenzia delle Entrate con delega alla scrittura. Spaccia parole per sedurre improvvisati scrittori suoi simili. Partecipa a concorsi letterari “per vedere l’effetto che fa”. Poi scopre che per vincere, non è sufficiente amare la letteratura: bisogna saper contare i “mi piace”! Nel suo paese lo riconoscono per strada e non gli chiedono l’autografo per non sembrare invadenti, ma le donne, da quando è poeta, lo seguono ovunque riempendolo di notifiche, sussurrando il suo nome e seminando puntini di sospensione… A volte si convince di essere qualcuno, ma fortunatamente è semplicemente Amato. Nel frattempo manda cartoline e confeziona epitaffi perché nella vita non si sa mai. Si classifica secondo per la categoria “Mi Piace”, nella sezione “Microletteratura e Social Network” del Premio Antonio Fogazzaro, sia nel 2011 che nel 2012.
e terzo nella classifica “qualità” nel 2013.
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