Guardo il luccichìo delle stelle che tremano sulle nostre teste.
Intreccio il suono della mia voce con il silenzio del tuo sguardo;
accarezzo un ricordo senza tempo con la mano del presente.
I miei pensieri accarezzano l’aria leggera della brezza marina.
Assaggio il sapore del silenzio notturno.
La mente scatta un click mentre un bocciolo di rosa si schiude.
Due innamorati mi sorridono in lontananza,
sento che cavalcano l’onda di una fresca giovinezza.
Tra cielo e terra,
uno spettacolo fantastico
intriso di miste emozioni, fatto di pura vita
dove io sono la protagonista principale.
Ascolto i battiti di un cuore felice
per una vita vissuta.
Ditemi se questo è poco
come pretesto per vivere ancora.
Ce n’erano ad ogni angolo
nascoste in attesa nel buio.
Grandi e luminose alcune
e altre così piccole
da confondersi
in un battito di ciglia.
E quando inciampò
in un lampo improvviso
fu nuova luce
e seppe di averle scelte
tutte in uno sguardo
e una sola.
E fu scelta anche lei
e le bastò.
Confesso di non credere nell’anima gemella. Di essermi innamorato più volte e di aver lottato aspramente con me stesso. Pianto soffocati sentimenti e lacerato la mia anima, per rispettare le mie scelte. Confesso di credere in Dio ma in nessuna religione. Il mio Dio può chiamarsi Gesù, Buddha, Manitou o semplicemente “Padre”: per me è lo stesso. Confesso di essermi schierato, per gli ultimi, i poveri, gli sfruttati e per questo, di aver sputato contro una vetrina che esponeva jeans da 1600 euro. Confesso di averlo fatto con gusto. Confesso di evitare di guardarmi allo specchio per non vedere un “signore” di oramai quasi sessantanni, che non conosco, perché quello vero e che vedo dentro, resta un ragazzo. Con le stesse paure e le stesse incertezze.
Ti ho lasciata alfine,
umida e soffocante isola.
Abbandonati i tuoi campi verdi
e le tue nuvole
che disegnano animali.
Ho lasciato la tua gente,
con cui non sono mai riuscita a legare
e abbandonato il tuo mare,
dove non ci si puo’ tuffare.
I tuoi monti d’erica che lasciano a bocca aperta…
Ed eccomi qui,
come sempre, straniera.
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