Quando l’onda del
tuo cuore si ritrarrà,
resterò immobile.
Come fossile
di muta conchiglia.
Lascerò
che quel dolore
liquido mi sommerga,
mi evapori.
Per tornare
al cielo.
Sono una ladra di emozioni,
mi piace definirmi così, né scrittrice né poetessa.
Lavoro con i Bambini e credo di dover ringraziare soprattutto loro,
se oggi attingo da tali arti e mi nutro di esse.
Dei quattro elementi di cui sono composti il cosmo e il microcosmo,
il mare è forse il più misterioso.
La vita è liquida, prende le forme che vogliamo,
come l’acqua che ci sommerge o ci disseta.
Puoi non nutrirti ma devi bere.
Bere la vita, cercare la sorgente di essa è il mistero dell’esistenza.
Nenia lenta,
note di ghiaia e risacca dolceMano di sale
sotto la luna d’argento
Silenzio di mare
e bagliori di stelle infinite
L’immenso nero di onde
senza orizzonte
divora lo sguardo
e penetra l’anima.
Per sempre.
Nel naufragio del tempo
travolta infine dall’onda
non una lacrima da bere
per me raccolgo:
solo desolazione resta
e una scia di silenzio.
Dietro di sè nudi sassi
appiattiti dal tempo,
rare conchiglie,
senza rumor di mare
e la tua musica
infranta in mille schegge
di madreperla
infisse nella mia spiaggia.
Le estrarrò una ad una
carezzandole senza fretta
con cautela
per non farmi male.
Perdonami.
Di solo mare si vive meglio, forse.
Ho il mare dentro
e sassi nelle scarpe,
ho l’illusione
di esserci
e la razionalità
del vuoto.
Ho mare che luccica
da solo,
vomito
parole
che poi sterilizzo
nel mare.
Ho il mare dentro,
e sabbia nei pugni chiusi.
Chiudo parabole,
ne afferro il senso,
traiettorie
perse,
ipotesi
dannate.
Ho il mare dentro
e perdonami,
io vivo diversamente.
Il mare dentro attaccato addosso.
La luna che ci spiava benevola.
Il sole che faceva l’occhiolino.
Tu che dicevi: “Per te ci saro’ sempre”.
Sto ancora aspettando…
Ho vissuto per anni sul mare (sono un capitano di lungo corso) navigando per il mondo.
Il mare lo abbiamo tutti dentro e non riesco a spiegarmi perché, se il pianeta è composto per 3/4 di acqua ed 1/4 di terra, debba chiamarsi Terra e non Mare!!!
Il mare è la più grande via di comunicazione fra i popoli da sempre,
su di esso viaggia, ancora oggi, la maggior parte delle merci;
nulla saremmo senza il mare.
Un ricordo particolare va ai miei colleghi navi…ganti, vostri angeli custodi…
Vi invito a ricordarlo ogni giorno, per quanto siete legati a loro.
Ogni gesto quotidiano:
accendere una luce, prendere un caffè, mangiare una banana, avere un prodotto fabbricato in un altro continente, usare l´automobile… e´legato ad un marittimo che ha trasportato la merce via mare; ricordateli ogni giorno, questi angeli sul mare!!!
Vi ringrazio a nome di tutti.
Sono nato nel 1957.
1975 – Diploma di Aspirante al Comando di Navi Marina Mercantile
1980 – Titolo professionale di Capitano di Lungo Corso
Ex-navigante dei mari … oggi della rete!!!
Da bambino, per motivi di lavoro di papà e di salute cagionevole della mamma, trascorrevo il mio tempo extra scolastico sulle navi.
Ho studiato, giocato, su grandi transatlantici come la Michelangelo e la Raffaello … ho saltellato su traghetti e piccole navi passeggeri, navigato su carboniere, petroliere…
Ho tracce di sangue nel mix di adrenalina ed acqua salata che scorre nelle mie vene.
Oggi gioco con gli aquiloni, sempre vicino al mare.
(Pochi sanno che essi aiutano le navi a risparmiare carburante, non conviene pubblicizzarlo…il perché lascio immaginarlo a voi)
Un iceberg si era innamorato
di una goccia di lava incandescente;
ma quando lei lo baciava,
un pezzo di lui si scioglieva,
lasciandolo sempre più leggero
e in balia delle correnti.
Allora lei decise
di entrargli dentro il cuore.
Lasciò che il mare la indurisse:
divenne la sua roccia.
Ogni parola d’amore,
un’onda sempre più alta
mi compenetrava.
La sua schiuma si diffondeva
in ogni mio spazio vitale,
mi toglieva il respiro,
mi sommergeva.
Ne arrivava presto una più alta,
più potente,
ero in sua balia,
completamente.
Piano piano il mare è diventato fiume,
poi ruscello, nuvola, pioggia.
Ora è lacrima che rotola
salata sulle mie guance,
mentre io sogno il mare dentro.
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