Una lunga gonna rossa
danzò tutta la notte
abbracciata
a sensuali note.
Caddero fiori e rose e lune,
caddero propositi innocenti,
cadde la certezza di resistere.
La musica danzò
accompagnando
all’unisono
corpi che giacevano
di proprio spirito.
Caddero veli e pensieri.
Restò un tango colpevole
di sana passione.
Spiaggia notturna,
distesa desolata
dove la notte ha ingoiato
l’ultimo raggio di luna.
Un canto soffuso
riempie lo spazio:
attesa e mistero
dentro note di malinconia.
La mia anima
resta in ascolto
prigioniera dell’alta marea
che lascia pensieri e ricordi
ad ammassarsi nel buio.
Quasi annego nella mia mente.
Poi la bassa marea porta via tutto
e resto assetato
su un bagnasciuga di lacrime e silenzi
La musica,
lenta s’insinua,
piano,
nell’anima.
Si stacca
dal buio profondo
del mondo
e una vaga dolcezza
ricopre d’amore le cose.
E’ la pace.
Nel silenzio della sera, già smorzati i rumori e il vociare dei vicini, tutte le porte e i balconi chiusi, si udì una musica; prima lontana, poi sempre più vicina, fino a quando il gruppo dei musicanti si fermò sotto il balcone di Donna Maria.
Giannina, la più piccola delle sorelle, urlo´: “Na´serenata!! Concettina, è per te?”.
Concettina, temendo che la madre la fermasse, corse, aprì subito il balcone e si affacciò:
nel mezzo della strada, illuminata da un lampione a gas, stava un Giovane che, vedendo apparire Concettina, si tolse la coppola e accennò un inchino.
“Sdisunurata, trasi e chiudi u balcuni” (Disonorata entra e chiudi il balcone), gridó Donna Maria, mentre afferrava Concettina per il vestito e la tirava dentro casa.
Nel chiudere il balcone battè con forza le ante, come per significare un rifiuto.
La musica durò per alcuni minuti, poi si affievolì, con l’allontanarsi dei musicanti.
Don Tano si alzò, fece per mettersi la giacca e uscire, ma: “Tu fermo! Dove vai? Assettati e mutu! Queste sono cose le aggiusto io!” sentenzio´Donna Maria.
“Cu je? Unni u canuscisti? Dove lo hai visto? Unni ci parrasti?” gridò alla figlia. “Disonorata, zivittula, e di che ridi ?”
Concettina e Giannina, sedute a un angolo della cucina, rosse in faccia, sorridevano. “Tutte e due castigate, senza mangiare e a letto” seguitò Donna Maria col suo monologo.
Don Tano cercò di dire qualcosa ma venne zittito: “Tu non dire niente, domani vado da Don Alfio il senzale, lui aggiusterà tutto”.
Si muovono sinuose, leggere ,
sicure e forti le dita.
Scivolano sul suo corpo
caldo e fragile.
Tirano.
Spingono i tasti del piacere,
ignare delle sensazioni
che possono generare,
ma sicure
delle loro piu celate perversioni.
Affiorano i ricordi,
risvegliano i primordiali istinti,
capaci di infiniti viaggi,
dove anima e corpo danzano uniti.
Danzano anch’esse , le dita,
in un ritmo d’idee
e voglia di vivere,
sangue e sudore.
S’intrecciano,
si sciolgono e accarezzano
quello che è, ormai,
un corpo in balia della musica.
Di un’onda che abbraccia
la più frastagliata scogliera,
del vento che culla le foglie dorate,
in un giorno di sole.
Per un attimo ti sono dentro,
attraversano le vene,
arrivano al cuore,
ti mostrano l’amore e poi ,
in un battito d’ali,
le dita vanno via….
Sono nata nel 1990 il 10 di giugno, sarà per questo che amo l’estate.
Fin da bambina ho amato la lettura, perche´riesce a trasportarmi ogni volta in un mondo diverso e da li´ho iniziato a scrivere e a dare vita ai miei pensieri, creandomi una vita alternativa dove il sole splende sempre.
Non vado mai in giro senza la mia migliore amica Nikon, che mi permettere di mostrare al mondo anche le cose piu semplici, come un tramonto, ma con i miei occhi, cercando di trasmettere cio´che provo, scatto dopo scatto.
Ho un problema:
sono stonato come una campana.
Non sento la musica, o meglio, riesco a percepirne il sapore, solo dopo aver ascoltato la melodia decine di volte.
Altre cose invece, diverse dalla melodia, invadono subito la mia anima e le percepisco come musica.
Il fragoroso applauso del pubblico a un giovane attore commosso al suo esordio: e questa è musica;
percepire nel silenzio della sera, le preghiere di mia madre, unico mezzo che possiede per aiutare me e il mondo: e questa è musica;
sentire la fresca ebbrezza del mare sul volto, dopo una giornata di caldo scirocco: e questa è musica;
Forse anche la stessa vita è musica: una complessa armonia, che ci accompagna sempre, di giorno con l’essere, la notte con i sogni…
alla fine, chissà.
Nasce nel`55 in un quartiere popolare, o meglio, popolano, di Palermo.
Nonostante le umili origini e grazie soprattutto ai sacrifici della propria madre, si laurea in giurisprudenza, poi comincia il praticandato presso uno dei maggiori studi penalistici di Palermo, partecipando attivamente alle difficili realtà della sua città.
Supera gli esami di procuratore legale e nel contempo supera diversi concorsi; non potendosi permettere di attendere gli anni necessari per concretare economicamente la libera professione sceglie di accettare l’impiego presso una struttura pubblica dove a tutt’oggi svolge la propria attività di funzionario.
Fin dalla sua adolescenza ha avuto modo di partecipare alle attività del Centro Sociale del suo quartiere, occupandosi soprattutto di anziani.
Ha coltivato la passione per il teatro, apprendendone i segreti dai suoi maestri Pippo Spicuzza e Accursio di Leo.
Ha portato in scena diversi lavori teatrali, sia come attore, sia come regista.
Fin da piccolo nutre la passione per il volo ma soltanto con il primo stipendio, ha potuto permettersi di frequentare la scuola di volo e acquisire il brevetto di pilota di aereo.
Scrive. Per passione e perché gli piace fotografare pensieri e sentimenti.
Forse un giorno finirà un libro che ha iniziato a scrivere e che oggi conta trentacinque capitoli.
Rapiti dall’incanto
del tramonto,
i grilli accordarono
i loro strumenti,
iniziando
una melodiosa sinfonia;
due amanti,
entusiasti,
applaudivano…
con le loro ritmiche movenze.
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