Ogni dardo un centro
ogni centro un amore
Scuri cavalli, damigelle,
ampi saloni,
cotte di maglia.
Distese di terra, torri, alfieri.
Grevi figuri.
Alti pensieri.
Ancora cavalli, ancora saloni
e poi…
Maghi, streghe, servitori
e buffoni.
Tutto e tutti,
prima di adesso.
Adesso.
La mano trema
e la mente vacilla.
C’era una volta un Re.
E’ notte e straripa il mare.
Si alzano altissime le onde.
In un vento vorticoso
biancheggia la spuma all’apice.
Sotto le luci dell’universo nero…
si dissolvono i limiti del tangibile
e ritorniamo istinto
in balia del Caso.
Nessun amore
nessun dolore.
Energia pura
a raggiunger le stelle.
E’ una notte di troppo
C’era una volta un re.
Aveva il potere
del tutto e del niente,
riempiva, ma era vuoto.
Tuonava come tuono
ed era guerra.
Quando imperava,
era pace.
Tutti i suoi sudditi, noi,
ce ne serviamo all’occorrenza,
per coprire le nostre infamie,
coraggio di chi coraggio non ha.
Re di falsa volontà,
di vera ignavia.
C’era una volta
e ancora c’è,
Il re silenzio.
Costruirò una casa al mare
e quando muoverà verso me,
madida di mille righe,
sarà palafitta del mio pensare.
Avrà una stanza
per le gioie feconde,
una parete di notti bianche,
una nicchia per mani di leggerezze,
un ripiano per sillabe di amori.
Al centro un cofanetto,
tutto ricoperto
di perle e di tremori.
Dentro braccia stanche,
qualche bottone di risolutezza.
Un braccialetto di denti avvelenati.
Feritoie sul soffitto
per gemiti di cielo
e gerle per raccogliere camelie,
sputate dal vento.
E sulla scogliera
un cinema all’aperto,
per quegli eroi
che vogliono guardarvi dentro.
Come stringere
la sabbia tra le mani,
per non dimenticarne
la bellezza…
E camminare
a piedi nudi su un prato
tagliato di fresco,
inebriati dal profumo
di mare e di anguria.
Come respirare forte
un cielo stellato
in una calda notte
di mezza estate
e ascoltare
il rumore del vento
tra le foglie dei limoneti,
il rombo dell’uragano,
il mare frangersi tra gli scogli.
Come una carezza sulla testa bambina,
gli sguardi, i volti,
una foto sbiadita,
il brivido di quei baci incancellabili
e sentire di essere ancora vivi.
Prima del mare:
con la musica della sera
e la mente dove il bianco nasconde.
Vaghe le parole:
fuori, oltre qualunque pensiero definito,
le dita non aspettano.
Prima del mare,
prima di liberare i capelli e alzare gli occhi,
prima di arrendersi.
Dell’afa di ieri e del mare di oggi
Oggi nel parco c’è Giulia,
la donna che abbandonò tutto,
marito, figli e patria,
perché voleva giocare con la vita.
E Giulia ha giocato con la vita,
si è scopata un sacco di uomini,
con passione e con rabbia;
li ha scopati per denaro, per piacere,
talvolta per noia.
Ed ora, a piedi nudi nel parco,
balla, canta, ride
e pensa al marito e ai figli,
le uniche persone che ha amato;
le sole persone che ha ucciso.
Balla, canta e ride.
Tra poco tornerà nel suo appartamento,
nella prigione che si è costruita.
Voleva giocare con la vita,
voleva fottere la vita.
ANNO 2034: CONCORSO DI POESIA PER ANDROIDI TIPO C-333.
Poesie perfette. Giuria alquanto mesta. Il pubblico applaudiva. E sbadigliava.
UNA VITA AL MODO DI ESCHER
Impossibile e cangiante. Trasognata e impertinente. Esattamente come stare con te.
IELLA
Quel ragazzo col cuore mai rifatto cambiava marciapiede, intravedendo una bella ragazza. L’emozione era insostenibile. E il vento, contrario.
MALPENSARE
Era rimasto alla fase orale. E non capiva che male ci fosse. Mangiava, fumava. Baciava.
INERZIA
Bisogno, necessità. O magari solo noia. Allora sì che lo smuovi, quel tuo stramaledettissimo culo.
Inutile, parlarmi di te.
Delle tue notti insonni, di quelle aurore stupefatte.
Di quando, allo specchio, ti sposti i riccioli dagli occhi.
Occhi umidi, a sera. Gonfi, la notte.
Eppure, l’alba arriva. …
E li apri alla luce, al giorno.
Alla speranza di tornare all’amore.
Sentii una musica
Appena ascoltai le note,
tutto intorno smise di muoversi…
Esse attraversarono il
corpo,si aggrapparono,
alla pelle, si incollarono
alle ossa, sfiorando
i pensieri,
baciando i sensi,
criticando la nostalgia,
amoreggiando col desiderio.
Le forze si arresero,
opponendosi lealmente ai
ricordi…
E quando terminarono,
tutto attorno, riprese il suo corso.
La mia mente
riprese a respirare.
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