Di notte.
immagino più facilmente
variazioni,
visualizzo fotogrammi
di dune modellate dal vento,
e ascolto una musica
afona armonia
che sentii già lontano
nel deserto del cuore.
(musica del Maestro A. Lucano)
… E Don Lurio era un galantuomo,
sempre ispirato dal vino,
con due bottiglie
caricate a vodka
ed un canistro pieno di sambuca,
con due bottiglie caricate a vodka
ed un canistro pieno di sambucaaaa…
Danza,
danza mia ragazza,
ribelle nel corpo ,
ribelle nella mente.
Danza per noi,
portaci nel tuo dolce movimento,
danza d’acqua,
danza di un mare arrabbiato…
danza nel ventre di uomini d’amore.
Rumore nel suono.
L’audio più un altro, indivisibili.
L’incisione e lo sfriccichìo costante…
E la puntaccia penetra
nei solchi girando e scavallando,
con cerchi man mano meno ampi,
fino allo scivolìo finale.
Nerotondo ingombrante ma sensibile
e accomodante.
Accattivante, finanche affascinante.
Nostalgico ed emozionante.
Come un vecchio tra i ghiacci polari,
hai accettato l’evoluzione dei tempi,
ti sei defilato, sconfitto,
senza aver giocato la partita.
Vedo ormai di te solo i vestiti,
quei cartoni appoggiati uno sull’altro,
obliqui e oramai appiccicati.E i nuovi cuccioli d’uomo
mi chiedono chi sei.
Nato il 26 luglio del `64,
lavora come regista, produttore esecutivo e autore Rai dal 1990.
Ha collaborato a molti programmi di successo
tra i quali “I fatti vostri”, “Mattina In famiglia”
e “Mezzogiorno In famiglia”,“Telethon”, “Trenta ore per la vita” ,
“L’isola dei famosi”, “Voyager”…
e curato la regia dei “World music awards”.
Produttore esecutivo per “Capotavola”, “Cerca sapori” e “Qualitalia dop”,
attualmente cura la regia di “Campioni di cuore”
in “Uno mattina” e “In Famiglia”
ed e´regista dei servizi esterni.
Ero impaurita.
Presto avrei dovuto affrontare di nuovo
dolore e sofferenza.
Cercai la forza dentro me.
Invano.
Poi arrivasti tu.
Non una parola.
Solo sguardi, baci, coccole.
Sentii una musica nascermi dentro,
una ninna nanna dolcissima.
La tua anima cantava alla mia.
Trovai la pace
e tra le tue braccia,
e mi addormentai.
E’ il presente che verrà.
Lo sento nella musica,
che invade gli istanti
e che abbandona
ciò che ieri era
e oggi non è.
Domani è lontano
e tra poco sarà.
Posa il capo sulla spalla
lo sguardo oltre l’orizzonte.
Il mare a cancellare
i passi fermi sulla riva.
Ascolta la musica andare
e tornare tra onde
come schiuma nel tempo
ubriaco dei giorni.
Non vede null’altro
niente chiede al sentire
se non il respiro accordato
al battito lento nel petto
la donna.
C’era il porto
Una musica in sordina
cantinelava per noi.
La sentivamo…
diretta.
Era il faro,
che illuminava
le viscere
dei nostri pensieri,
morti da tempo.
E si cercava spazio
ed ampio respiro.
Si cercava una musica
che non suonava più.
Accordi di rosso,
nero, oro,
sbiadiscono
nel controluce di fumo e polvere.
Occhi incollati
su una musica jazz che brucia la gola.
Bourbon, legno nero
e cubani ardono nelle vene.
Spirali di note assolute
di un sax struggente
in un crescendo disperato
travolgono il pensiero.
… e la notte, calda complice,
non fa più paura.
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