Sintohumor

13/06/2016 da vittorialices

Vince la gara “SintoHumor”

“La volpe nel pollaio”  di Renata Olivetto

 

 

Dal web

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Dalla sera alla mattina
quatta quatta la volpina
se ne va nel bel pollaio
della figlia del notaio
pronta e attenta la donnina
prende la scopa giù in cantina
con la destra e la sinistra
una botta le somministra
la volpina scappa via
ma che male mamma mia
la signora poverina
sbadigliando va a nannina
quante volpi anche stanotte
nel suo sogno prende a botte
schiaffeggiando il maritino
che riposa li vicino.

 

 

 

 

 

Secondo classificato

“Cercasi domatori paffuti” di Vicky Ykciv

 

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La prossima volta portatemi
un domatore che abita e vive
accanto al mare, mi piace
mangiare salato!!!

 

 

 

 

 

Terzo classificato

“La seppia” Di Franco Roberto Rinaudi

 

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Mi spremo le meningi con lo spremiagrumi, mi alambicco il cervello per distillarne qualche idea. Ma niente. Il mio umore stasera non è per niente spiritoso e neanche nero. Vorrà dire che attingerò all’inchiostro del mio amico calamaro.

 

 

 

 

 

Degni di pubblicazione in questa pagina, a giudizio degli amministratori, i seguenti scritti:

“Il palo” di Maria La Bianca

 

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La ragazza lo osservava da un po’. Dalla vetrina del negozio lo vedeva passeggiare sul marciapiedi di fronte. Non aveva avuto granché da fare quel giorno, solo poche clienti avevano chiesto di lei. Mangiucchiava nervosamente il tappo della penna, un’altra giornata a vuoto, pensava. Intanto il ragazzo continuava ad andare e venire, appena un poco più in là della sua visuale, a destra e a sinistra. Lo stesso tratto di strada, passo regolare, senza fretta. Ogni tanto lanciava un’occhiata intorno, distrattamente, che si posava proprio sulla vetrina della parruccheria da cui la ragazza guardava la strada. E’ bello, pensò, immaginando che fosse lì per lei. Si riavviò i capelli con la mano lanciando uno sguardo interrogativo allo specchio. Anche lei era bella. Sarebbero stati bene insieme. Non si chiese quando lui l’avesse vista, prima, e desiderata tanto da passare tutto quel tempo ad aspettarla. Era ora di chiusura, finalmente. Prese il cappotto, salutò il titolare e si avviò, fantasticando, verso il destino. Non si accorse della confusione improvvisa, non sentì le sirene della polizia. Solo, non lo vide più. La mattina dopo non si parlava d’altro.C’era stata una rapina nella gioielleria all’angolo. Il palo era stato arrestato.

 

 

 

 

 

 

 

 

“A A A VENDESI” Di Laura De Biasi

 

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Non so quante parole ho consumato
penne, fogli, muri e internet imbrattato

Frasi d’amore senza tempo,
poemi rimati e sonetti stonati

Tant’è che anche la luna ha storto bocca
rifiutando l’ennesima filastrocca…

Ragion per cui, mi dimetto da poeta
da sognatrice illusa e innamorata.

Lascio il mio cantico perduto
a chi ancora ha sentimento ardito…

E per non cadere in tentazione,
A A A Vendesi usurato cuore…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutta colpa del Negroni Di Maria La Bianca

 

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Il locale ha le luci basse, dense di chiacchiere a voce alta, ora che i musicisti hanno posato gli strumenti. Una pausa, breve hanno detto. Il tempo di passare, una birra in mano, a salutare gli amici tra i tavoli. Il cantante si avvicina alla ragazza, la bacia sulla guancia e scambia due parole. Sono qui con mia madre, dice lei, e la sua amica. La donna stringe il bicchiere e sorride. Posso, una richiesta? Cosa sai di me… No, risponde lui, Vieni via con me, se vuoi. Si guardano, perplessi, e ridono. Il ragazzo si allontana. Con un cenno lei lo richiama. Labbra mute tra la folla. Certo, è buffo. Io ti chiedo cosa sai di me e tu mi fai vieni via con me. Lui si avvicina di poco. Divertito. Io ci verrei pure, è la mia fidanzata che non vuole. Risate. Amare. Come il Negroni. Benedetto spudorato ragazzo.

Uno, due, cento Negroni

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