“Unica” Andrea Improta
19/04/2015 da vittorialices
Lei.. come apnea,
apnea senza fine tra due respiri,
mentre mi stendo sulla sua pelle
che mi si graffia tra le dita.
Che nessun uomo mai potrà capirmi
se non ha l’onda del mio sangue
che mi scarroccia nelle vene
quando spalanco quella porta, dentro lei.
Padrone e schiavo dei suoi sensi,
possessore e posseduto,
mi perdo là,
tra le sue gambe ed una ruga
là dov’è l’oblio del mondo.
Il mio bicchiere è vuoto
sono ubriaco alle sue labbra,
senza ragione mai di un sobrio
felicemente folle,
bacio la follia.
Lei… UNICA,
che al primo incontro al buio
già ne amai l’odore.