Sintobiografia e sintoscritti di Massimo Zurolo

Nasco nel 69 a Catania sotto i migliori auspici,
poi, qualcosa si è perso.
Militare da sempre, durante la strada, diversi interessi.
Teatro, ballo, filosofia.
Scrivo per cercarmi, ma ancora brancolo nel buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di tutte le morti
la più terribile
è quella di ogni giorno
Al nuovo
al vero
al sorriso

 

 

 

 

 

 

 

Sostanziami

Chiamami ad alta voce
Più calda di una carezza
la concreta magia di un suono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Miliardi di granelli
Due corpi
Dell’acqua
Sale
Poco meno del Paradiso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risoluzioni

Con le giornate piene di attimi normali
pretendo una vita da Re
Forse è un bene tanta ordinarietà
Nessuno verrà a chiedermi di più
Nessuno cercherà, nei miei occhi
la luce di chi si sa padrone del proprio tempo
Proverò a percorrere i declivi
partendo dal basso, magari
Avrò l’impressione di salire
L’incedere incerto mi distrarrà dal percorso
e non starò sul chi vive
per ogni verso animale
Se verrà giorno, alzerò gli occhi al cielo
benedicendo ogni passo
che mi ha portato a ciò che sono.

 

 

 

 

 

 

 

 

È un paradiso, questo posto

Acqua
Terra
E una scintilla di coscienza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Geometriche disattenzioni

Per anni ho pensato fosse la fine della guerra
È sempre il riposo tra due battaglie
Un occhio attento
non si sarebbe fatto trarre in inganno
Il mio, traviato dal tuo
ha visto una linea
dove erano tanti piccoli tratti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le mie sofferenze

Manuel Plantin

 

Le mie sofferenze
plurali e poliedriche
non sono di questa terra
Non appartengono a niente
che possa stringersi o sfiorare
A volte le poggio, però
su malattie e fastidi vari
Cellulari rotti
amori perduti
Per convenienza
potrei morire.

 

 

 

 

 

 

 

Un dolore sordo

Da un buco nella trama
per un attimo
ho visto un dolore sordo
La coscienza di sapersi unici
e mortali
La rabbia di non esser mai
del tutto liberi
da qualcosa o qualcuno
Chiediamo sempre
il permesso di disubbidire
e non lo si fa mai
fino in fondo.

 

 

 

 

 

 

Senza titolo

Per ogni oggetto, una parola
Una parola, un’idea
Mi perdo appresso a queste vicinanze
così tenui e così numerose
Col tempo, ho capito
come arrivare dalla luna al bosco
dalla corona ai piedi
Col tempo
nessuna differenza tra i miei
e i tuoi occhi.

 

 

 

 

 

 

Toccami

Curano
le attenzioni
più delle intenzioni

Non avessi avuto modo di toccarti
starei ancora a chiedermi il senso dell’aurora

È per questo che unisco giorno
e notte. Per questo
dipano fili e intreccio colori.

 

 

 

 

 

 

Pinterest

Zerouno/zerotre/17

Ieri
eri così bella
Le gambe moderne
le mani attente
Gli occhi
ad un passo dal cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caducità

Oggi mi fermo
e guardo tutt’intorno
Così!
Come bolla in acqua fumante
la vita appare
Accenno nell’eterno
acuto dall’interno
di un torace, che respira
e poi muore
Lo stesso avviene al ferro
e al mare, al grigio
ed al colore
Uguale, poi, la sorte
di tutti quei contrasti
che vigon sotto il Sole
dibattono tra gli astri
Dell’odio e dell’amore
Della guerra e della pace
Di ciò che pienamente
si anima e poi tace
Beato colui che vive
sapendo che la morte
non è altro che la vita
che penetra la notte.

A Pascal

 

 

 

 

 

 

Dei capelli e della pelle

Dei capelli orrendi
e labbra mute al risveglio
poco mi importa
Ero lì prima del sonno
e del senno
Quando i corpi nudi, urtando
ridevano
E dolore e gioia
erano unica parola
Se il pensiero non conforta
torno alla pelle
e dovresti farlo anche tu
Logora il ricordo
grigio e suadente
ha robuste sbarre ricoperte di velluto
Su questo letto sfatto
In questo odore
che è luogo per la mia malattia
con un bacio ti copro
con le mani
ti accarezzo i capelli.

 

 

 

 

 

 

Il mondo si tinge

Bianche carni s’imporporano
al rosso pulsare.
Diafana donna
abbandona neri pensieri
scoccando azzurri dardi.
Nasce un amore.

 

 

 

 

 

Il buio che verrà
Massimozurolo

Deviantart.net

 

 

Nel continuo diradare nebbie
e compattare sabbia
si dipana la vita.

In equilibrio
tra il cerchio e la botte.
Contrasto
felice,

il buio che verrà.

 

 

 

 

 

 

C’eri una volta

Guardo spesso dietro i vetri opachi
Poco scorge il mio lento sguardo
Scuoto il capo ed il pensier attardo
A quei giorni, oramai già vaghi
Quando il mondo trattenevo in mano
E di quel regno, eri la regina
Occhi chiusi come Rosaspina
Io bramavo il tuo corpo sano
Ogni giorno compio gesti uguali
Conto i passi dal divano al letto
Canto storie, che vengono dal mare
Maledico ore, giorni, natali
Piango tranquillo, non ho nessun rispetto
Per quell’uomo, che non seppe amare.

Vincitore della sintogara “I sonetti di Sintetizziamoci”

 

 

 

 

 

Limiti

Io e tu
Il mio corpo, il tuo corpo
Perimetri a confronto
Solo eccedendo l’uomo
potrà capirsi
l’estrema bestemmia delle divisioni.

 

 

 

 

 

Savvu u’ mari                                                                                                 Conservo il mare

Chi mi ni fazzo do mari su aiu u to amuri?                                 Che ne faccio del mare se ho il tuo amore?
Savvu u mari, ppi ddu jonnu n’faustu                                          Lo conserverò per quel giorno infausto
su tu m’avvissa lassari                                                                     se tu dovessi lasciarmi

Ppi ora vasimi                                                                                    Adesso baciami
e stringimi comu su fussimu suli                                                   e stringimi come se fossimo soli
Ci pinsamu appoi o mari.                                                                Ci pensiamo dopo al mare.

 

 

 

 

 

 

zurolo

Aliimam.com

C’era una volta un re

Ogni dardo un centro
ogni centro un amore

Scuri cavalli, damigelle,
ampi saloni,
cotte di maglia.

Distese di terra, torri, alfieri.
Grevi figuri.
Alti pensieri.

Ancora cavalli, ancora saloni
e poi…
Maghi, streghe, servitori
e buffoni.

Tutto e tutti,
prima di adesso.

Adesso.
La mano trema
e la mente vacilla.

C’era una volta un Re.

 

 

 

 

 

 

 

Una giovane donna

Aveva l’invidiabile capacità d’abbigliarsi con l’essenza di un momento.
Se nell’aria v’era tranquillità, la coglieva.
Come un guanto, calzava l’istante conformandosi.
Ciò avveniva per quegli attimi in cui tutto volgeva al bene.
Se, invece, nell’aria dominava l’eccesso, il disamore, lei fuggiva via, come la gatta dall’acqua.
Col tempo aveva imparato a discernere ciò di cui aveva bisogno da ciò da cui scappare, e lo faceva con grande naturalezza.
Ogni volta che potevo, in disparte, la osservavo, cercando di carpire il segreto del buon vivere.

 

 

 

 

 

 

 

J.Meyer

J.Meyer

Vento e sabbia

Il vento prende a schiaffi il mare
Granelli di sabbia
abbandonano luoghi noti per altre possibilità

Come loro
ci accingiamo a far altro, essere altro
Planiamo su nuove realtà
con il petto denso di vita e
nelle orecchie
la dolce nenia
delle sopite onde.

 

 

 

 

 

 

 

Gocce

Gocce pesanti come piombo.
Una sull’altra,
formano crateri di rara bellezza.

In uno di quelli
il più piccolo, il più profondo,
tutto il mondo che vorrei.

Rigoglioso e forte, dove
più che altrove,
pensiero e azione si somigliano.

Un mondo
di bruciante voluttà
e leggere lacrime di gioia.

 

 

 

 

 

 

Seconda inattuale – Riflessioni Nietzschiane
Ulissenano

Ulissenano

 

 

Grande felicità!
Passando in mezzo
ad alte mura d’acqua
Ero lì il giorno in cui Erode impazzì
Il primo sangue
mi macchiò il volto
Siamo “storie”
fatti di storie
Trame
con petto e gambe
Oggi
conosco l’essenza della libertà
e il tremendo dolore di un padre.

 

 

 

 

 

 

(S) Legami

E staccarti la pelle a morsi
Inutile rivestimento di un corpo
che pena e fa patire

È la rabbia!
La rabbia sorda
Nostra sorella maggiore
Che conosci bene
e ti diverti ad agghindare.

Slegami!
Fammi andar via
Il rosso, non si addice
al verde dei tuoi occhi.

 

 

 

 

 

 

Terra

E resteremo a guardare trattenendo il fiato

Dietro, gli increduli
lanceranno sguardi svogliati
affinché non possa dirsi
che non abbiano sperato
In ultimo, la maggior parte
La peggior sorte è la loro
(o vivranno felici di non aver conosciuto?)

Il legno su cui viaggio è precario
ma è l’unica cosa solida
tra mille e mille litri
d’acqua e vento

Mantengo lo sguardo a levante
e scorgo Terra.

 

 

 

 

 

D. Ballanti

D. Ballanti

Uomini e parole

Parole legnose
escono a fatica
si incastrano tra denti
e lingua

Faticoso tenerle dentro

doloroso tirarle fuori

C’è sempre il rischio
di ferite e lacerazioni

C’è sempre il rimpianto
di non aver messo una virgola
lì dove ci stava
Di averla messa
dove non andava

Significati stravolti
significanti dedotti
da lacrime e spasmi
di muscoli
da troppo tempo indifferenti

Questa la sorte dei “parlanti”
Annegare!
In mari di verbi
e Soggetti.

 

 

 

 

 

 

A ciò che verrà

Quando mi cercherai
e gli occhi saranno stanchi
saprai che t’ho amata
A modo mio
Uno strano
stronzo modo

In alto i calici
che per i cuori
non è più giorno

Brindo
a ciò che resta
del mio tempo.

 

 

 

 

 

 

solo

Dal web

Interminabile

Questa non è una sera come le altre
Nessuna lo è, dirai
Nessun fiume, oggi
ricorda il fiume che fu
e non v’è uomo, per quanto ottuso
che alla centesima Alba
non si lasci scappare un sospiro
Eppure, queste ore
non sono niente di simile
Non scorrono, non servono al petto
non sanno di tempo
Occhi fissi
del rosso in un bicchiere
nessuna stella in cielo.

 

 

 

 

 

 

À la guerre comme à la guerre

Guardarmi attorno non è servito a farmi più scaltro
Trovo insidie dove la strada è più retta e niente sembra celarsi

“Vivi ogni giorno come fosse l’ultimo” disse qualcuno
Vorrei vederlo nel suo ultimo, consapevole giorno
nelle ore del passaggio del testimone

Certe frasi costruiscono la loro fortuna in tempo di pace
ma è in guerra che l’uomo si rivela per ciò che è
e le parole, per ciò che sono
Morfina per l’anima.

 

 

 

 

 

 

Riarso

Mi fa male la vita!
Incapace di gustarne l’essenza
restio al mondo
resto in attesa
Incessante
Amara
Nefasta
Per chi non ha orecchio
per la gioia della pietra
il tempo ha senso
solo in quanto tramite
Triste questa vita a tappe
La festa
la comunione
un nuovo appuntamento
l’ascensione
Punti cospicui
che annullano lo sfondo
La vita
sta in mezzo.

 

 

 

 

 

 

Renè Magritte

Renè Magritte

Inevitabilità strutturali

Parlo e nascondo
In ogni parola
l’ombra di pensieri mai detti
Per ogni gesto, altri mille
muoiono al Sole
Sento gridare
un amante dona insulti all’amata
che lo ricambia con graffi e pugni
Anche qui, regna il non detto
e il non fatto
È così
che volendo spiegare si cela
volendo amare, si odia.

 

 

 

 

 

 

Un pensiero

Ed alla fine compresi
che quanto costruito con mille parole
poteva essere distrutto da pochi fatti
e questi
da un pensiero
Seduto
fronte mare
cambio il mondo.

 

 

 

 

 

 

Abat jour

Spegni la luce
e illumina a parole
dolci, sussurrate
quel che resta di me
Fallo adesso
adesso che non corro
e i contorni
sono meno sfumati
Disturba
con gesti e corde vocali
questa noia che tutto inghiotte
Fallo adesso
prima che non resti
nulla
di me.

 

 

 

 

 

 

Favim.com

Favim.com

Lolium temulentum  – Della zizzania

Il caldo, il freddo, la noia
Il piacere, il dolore, la gioia
Questo mi rende vivo!
Il corpo, delicato involucro
delimita lo spazio
che patisce, dal resto
Sconfinata distesa d’assenze
Tuttavia
il tempo non conosce menzogna
e non suda nè palpita
mentre discerne il grano dal loglio
e tutto ordina e livella
Mentre, immobile, ridona al nulla
l’antico splendore.