Sintobiografia e sintoscritti di Marianna Morra

MARIANNAFOTONata a Pompei 38 anni fa. Laureata in Scienze biologiche alla Federico II.
Scrivo poesie per diletto da quando avevo 14 anni.
Amo la natura, gli animali, i colori, i profumi, i suoni;
Scrivo non per essere letta  ma soprattutto, per liberarmi e fare spazio… Non sono sposata e non ho figli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

” … Forse diventano stelle  i baci non dati,
s’ammirano di notte in un cielo che sembra
caderti addosso… “

 

 

 

 

 

 

 

 

marianna

Deviantart.net

Scrivimi

Scrivimi una canzone
che non parli d’amore.
L’amore è un’illusione,
vorresti che fosse vero
ma ti svelo il mistero
è solo un gioco di riflessi di luna,
è un brutto scherzo
non un colpo di fortuna…
Ma vera è questa lacrima che ti bagna il viso,
non le mie parole che fanno solo rumore…
vero è un tramonto che spegne un giorno
e accende il tuo sorriso,
non un’emozione che muore in fondo al mio cuore.
Scrivimi una canzone
che parli della vita,
vera come il vento che scivola tra le dita,
non come le carezze rimaste lì imprigionate;
liberale amore,
libera l’amore
e non sarà finita

 

 

 

 

I colori di un’amicizia

A te che sei l’altra metà del cielo
in cui mi fondo
e mi confondo.
Come un’alba e un tramonto
che eludono notte e giorno.
A te che sei l’altra metà del mondo
dalle estati fredde e inverni torridi
come il volto che piange solo di gioia
e ride in faccia alla sventura.
A te che sei dall’altra parte di un prisma
l’arcobaleno di colori
dal mio unico raggio di luce
A te che sei dall’altra parte di uno specchio
che mi guarderà sempre sorridendo.

A te sorellina.

 

 

 

 

 

morra

J. Smit

Ti aspetto all’angolo

Il destino ha più fantasia di me,
il cuore lo sfida,
la mentre s’arrende.
Ho provato a congiungere stelle,
leggere fondi di caffè,
decifrare linee nelle mani.
Una zingara ha pianto,
un prete mi ha assolto,
io, a fatica, mi guardo allo specchio…
L’erba del vicino è sempre piú verde
e la felicità è dietro l’angolo.
Ma io vivo su una scogliera,
il mio vicino è il mare,
gli angoli sono i miei,
tocca a te.
Ti aspetto all’angolo.

 

 

 

 

 

 

Il mare dentro

Dolori chiusi nelle conchiglie
danno la voce al mare
nei giorni di mareggiate infrante
su scogliere indifferenti…
Sono tesori,
inghiottiti dai fondali,
in scrigni da forzare…
E un giorno le scogliere cederanno,
diventando l’altra metà di un abbraccio,
vestendosi di sale e sole,
come lacrime che muoiono lí,
dove nasce un sorriso…
E un giorno la marea
porterá tesori ad una riva…
Accosta l’orecchio e senti…
Accosta il cuore e vivi
il mare dentro me.

 

 

 

 

 

Il Re Silenzio

C’era una volta un re.

Aveva il potere
del tutto e del niente,
riempiva, ma era vuoto.

Tuonava come tuono
ed era guerra.
Quando imperava,
era pace.

Tutti i suoi sudditi, noi,
ce ne serviamo all’occorrenza,
per coprire le nostre infamie,
coraggio di chi coraggio non ha.

Re di falsa volontà,
di vera ignavia.

C’era una volta
e ancora c’è,

Il re silenzio.

 

 

 

 

 

H. Arriaga

H. Arriaga

Ormai è tardi

Ormai è tardi
e un treno e’già in corsa.
Indietro non torna.

Polvere al vento dispersa, ormai.
Con gli occhi lucidi,
non è facile guardare.

E mi toccavi il cuore,
ricordo ancora i brividi.
Ma è tempo di lasciarli andare,
su altra pelle.
Via dall’anima.

Ormai è tardi.
Se manca la terra da sotto i piedi, non è come volare.
E’ cadere e fa paura.

Mi bruciavi il cuore.
Sento ancora l’odore di cenere e macerie,
ne è intrisa la pelle e fino in fondo, l’anima.

Ormai è tardi.
Per esser quello che non siamo stati mai.

 

 

 

 

 

Come l’edera

Lacrime costellano un cielo,
che non ha più pagine per noi.
Ne annodo angoli
riponendo destini.
Stanotte scelgo io,
scelgo ancora te.
Perché è pur sotto lo stesso cielo
che dormiamo,
senza sfiorarci,
nemmeno col respiro.
Non era niente,
perché è più facile
credere che è niente,
e non tutto,
a finire.
Ma stanotte
lo scirocco soffia altrove
e servono carezze.
Come l’edera
spunti in un pensiero.
e ti ritrovo
avvinto all’anima.
Si spiega l’alba
ad apparecchiare colazioni
a portata dei sensi.
Un raggio di sole taglia
la solitudine a metà,
oggi (s)offro io,
domani chissà…

 

 

 

 

 

 

Dal web

La mia pena

Ho scavato dentro questa colpa,
accusata e condannata
in contumacia.
Come presentarmi
se di questa colpa vivo,
se di questa colpa muoio?
E muoio tra le tue braccia
dove tutto ha trovato un senso.
La vita lo ha.

Ho scavato dentro questa colpa
e non ho più alibi per te,
perché tu non ci sei,
perché tu non pagherai,
perché io dentro di te
non sono entrata mai,
spettatrice,
naso contro vetro,
come bambini incollati a una vetrina,
con l’acquolina in bocca.

 No, non ho più alibi per te
e, amandoti,
sconterò io condanna e pena.

 

 

 

 

 

Pepite d’oro

Pepite d’oro,
il mare si veste a festa,
sembran cadute
tutte le stelle
per desideri troppo lenti
da esprimere,
forse da espiare
e tornare, così, a respirare,
chiedendo scusa
per un’illusione,
per aver confuso
i vetri di cocci rotti
con diamanti di valore,
ma si sa,
Il sole acceca
e cieca è l’ostinazione
a voler rammendare
ferite
con fil di zucchero filato
perché di sale han già bruciato.

 

 

 

 

 

morra

Dal web

Echi di un addio

Echi di un addio
pronunciato prima di dirsi : Ti amo.
Arredando istanti,
scomodiamo il destino
per accomodarci in noi.
Abitiamoci.
In amore vince chi… lo fa
Siamo aria da respirare
e vita da vivere…
piedi per terra,
ma scalzi,
come il cuore
a sentire ogni passo,
a sentire ogni palpito…
Fermiamo il tempo in un’ emozione
Non serve un quando,
un dove
o un perché
se abbiamo con chi sbagliare.
E saremo siepe di parole
da sfrondare.
Radici e gemme.

 

 

 

 

 

In compagnia della luna sul tetto

Era giunto il caldo.
Pigiama leggero,
senza tasche in cui frugare sogni.
L’aria stagnante
negava carezze.
Nero su nero,
le parole sparivano.
Sul tetto del cuore
La luna sembrava vicina,
par ascoltare,
a volte, capire.
Spostavo stelle
con le punte delle dita,
propiziando destini diversi
o, solo diversamente sopportabili.
Era giunto il caldo,
sul tetto del cuore,
dissi alla luna
– Lì dentro
era troppo freddo –