Sintobiografia e sintoscritti di Marcello Abbita
Nato da uno scalpellino ed una sarta, 6 anni dopo l’ultima guerra, secondogenito.
Tanka
In lontananza
la striscia di gabbiani.
Sul mare estivo
Involi ed ammaraggi
la spezza e ricompone
Ti amo Primavera!
Aria, luce, profumi, colori,
mi entrano dentro.
ho generato i miei figli
nel tuo tempo.
Benvenuto!
L’avevo incontrata sul volo Roma – Lisbona, una magnifica brunetta con un corpo stupendo ed un sorriso splendente. Era una hostess di linea. Corrispondeva ai miei sguardi e, quando le strinsi la mano che impugnava la teiera, facendole l’occhiolino, mi sorrise. Allora quel sorriso, infervorato dall’attrazione fisica, mi sembrò normale, anche se non feci caso più di tanto ad un certo brivido che mi percorse la schiena.
Era il suo turno mensile di tre giorni di riposo. Prenotammo una stanza d’albergo. Quella sera ci amammo selvaggiamente fino allo sfinimento. Sprofondai in un sonno appagante e alle prime luci dell’alba, la mia mano si volse Invano dalla sua parte, tastando il lenzuolo. Mi stropicciai gli occhi sbadigliando, mi alzai e mi diressi in bagno. Di lei nessuna taccia, Stavo per aprire il rubinetto per lavarmi, quando mi accorsi di una scritta col rossetto sullo specchio.
“Benvenuto nel mondo dell’ Aids!”
Impalidii, mi mancarono le gambe e svenni.
Haiku
Ecco un fruscio
Macchia di nero il sole
il merlo maschio
Haiku
Cuore di donna
s’apre come ventaglio
Attendendolo