Sintobiografia e sintoscritti di Fiorella Corti
Vivo in Toscana, in un piccolo borgo in provincia di Lucca.
Sono una fotografa professionista e collaboro con diverse testate giornalistiche.
La scrittura? Una passione che ogni tanto riemerge,
mai sopita e sempre in agguato.
” … Il passo vola leggero su questa pezzo di terra che non è mio,
ma al quale appartengo, completamente.
Persa… “
A Pascal
Passi nella notte, stanchi, affaticati.
Dolorosi suoni in cerca di armonia,
continua, solitaria, infinita ricerca.
Impronte che lasciano l’incertezza del dubbio,
il vuoto della mente;
sempre più lievi, disincantate, indecifrabili.
Il suono non si ode più, si immagina.
Ali cercano una strada, agli occhi dei più
sconosciuta, lamenti sordi di chi vede solo i passi
e non conosce il volo.
Un sogno scompare e un altro pare.
Chiudo gli occhi, li stringo forte,
desidero solo che la morte non sia fine, ma oltre .
Lievemente
A quattro mani con Maria Fioravante
Mani morbide battono gentilmente i tasti, scrivono parole leggere
come piume, sillabe volano in trasformazione.
Candide nuvole diventano note, poi melodia, sintonia,
infine armonia.
Si intrecciano con semplice naturalezza
in un abbraccio, mescolano
sensazioni, idee, ricordi, emozioni.
Non servono molti gesti, grandi cuori,
solo dita,
lievi chiamano con un ticchettio sulla spalla.
Naturale energia si dipana circolare, inconsciamente cercata,
mai pretesa né forzata, solo trovata, raccolta, coltivata
nel silenzio di parole condivise.
Ciao amica mia, ecco le mie mani, te le dono,
con gioia pura mi unisco al tuo volo.
Sintoscritto secondo classificato alla Sintogara ” A quattro mani”
Una notte di troppo
Mi bevi
come fresca acqua di fonte
e divento nettare divino
per le tue labbra.
Mi nutro di te come frutto succoso
e diventi cibo sublime per il mio ventre.
Ci riempiamo uno dell’altro,
in questa notte di troppo
che ha il sapore intenso
del volere
e il profumo inebriante
del piacere.
Il mare dentro
Ogni parola d’amore,
un’onda sempre più alta
mi compenetrava.
La sua schiuma si diffondeva
in ogni mio spazio vitale,
mi toglieva il respiro,
mi sommergeva.
Ne arrivava presto una più alta,
più potente,
ero in sua balia,
completamente.
Piano piano il mare è diventato fiume,
poi ruscello, nuvola, pioggia.
Ora è lacrima che rotola
salata sulle mie guance,
mentre io sogno il mare dentro.
Noi, anime perse
Sussurriamo di anime perse
per ritrovare la nostra,
giudichiamo con la bocca spalancata di meraviglia,
per assolvere noi stessi.
Argomentiamo su vacue posizioni, dimentichi dell’eco che si perde nel nostro vuoto,
discettiamo su personalità estranee, per obliare la familiare,
scarsa capacità di scegliere e discernere.
Avvertiamo forza nella debolezza altrui,
nella flebile luce che illumina il nostro passo,
immaginando profonde tenebre, altrove.
Siamo note stonate in ascolto, rapiti dalla nostra melodia.
Ci crediamo alberi, eppure cadiamo come foglie,
sospinti da venti violenti, feroci, crudeli.
Non conoscono giudizio, non consentono scuse.
Imparziali e potenti,
nella loro corrente ci portano via,
semplicemente.
Siamo foglie e ci crediamo alberi,
stupidamente.
Nascondo
Mi abita il sorriso in ogni suo forma,
ne sono colmi i miei occhi, la mia bocca, il mio cuore,
i miei passi sicuri mentre attraverso, incerta, la vita.
Contraccambia, timidamente educato, il mio profondo sentire.
Vola alto, bacia la luna, socchiude gli occhi al sole,
mi scruta attento. Gli cade una lacrima.
Sento la sua carezza lieve, abbasso gli occhi,
è un attimo.
Nascondo il dolore e sorrido,
ancora.
Il non amore
Quando mi volti le spalle spengo il mio sorriso,
Quando la tua mano abbandona la mia sono sola.
Quando mi manca il tuo abbraccio ho freddo.
Quando la tua parola taglia mi sento perduta.
Quando ti vince il nulla una morsa mi attanaglia.
Non vedo più il colore, sento il buio avvolgermi,
bevo dolore.
Conosco bene il non amore, non è rabbia né rancore,
è solo una bandiera bianca
issata dopo il disarmo del cuore.
Le sue mani, i suoi occhi
Il battito automatico, il respiro affannato,
la corsa senza traguardo,
costante ostinata di speranza
consunta e ormai abbandonata.
Piango.
Un vento inaspettato asciuga lacrime preziose e rare,
le getta nel mare, le aggiunge al suo sale.
Presto l’onda si gonfia immodesta,
biancheggia, diventa tempesta.
Mi scuote, mi colma con la propria potenza.
Respiro.
Stringo forte le mie mani, chiudo piano i miei occhi.
Trattengo le sue mani calde, accolgo sotto le ciglia i suoi occhi.
Finalmente vedo, ci riesco di nuovo,
travolta da un abbraccio, trafitta da un sorriso.
Vivo.
In questa ora che non è tempo, ma squarcio d’infinito,
ascolto la dolce confusione del mio palpitare.
Odo nitidamente, sento profondamente,
intensamente amo.
Sono.
Immoto
Osservo oltre il muro,
sono al sicuro, anche da me stesso,
in una sorta di chiaroscuro
lo sguardo volge sovente al cipresso.
Nascondo remoti silenzi nel vuoto di false parole,
parlo senza sentire, sento senza ascoltare,
immerso nella visione di mai palesare
il proprio prezioso e viziato valore.
Avverto un solitario me ribelle,
affamato, graffiante, eppure esitante,
vorrebbe respirare aria pura, sfiorare altra pelle.
Paura che offuschi la vista, la confondi, sei vizio,
stremi le membra, oscuri il sole, ti alzi col vento.
Dopo di te, immoto e cruento, è solo silenzio.
Sussurri
Bisbigli nella penombra, non fanno rumore,
mescolano fiato, saliva e vita,
dimentico il sogno, smetto di tremare,
piano mi scaldo, ascolto le tue dita;
sanno parlare e farmi ragionare.
La pioggia si asciuga, vola via la paura,
sotto le ciglia vedo solo presente,
come acqua pura plachi la mia arsura,
l’anima si schiude, diventa accogliente.
La tua carezza calda mi scopre,
la mia bocca si apre impaziente,
sì, al mio risveglio fammi ridere,
sempre.
Ridere all’amore
Nella nostra allegria avverto l’eco della risata innamorata,
da sempre invidiata dai sordi all’amore, dai ciechi del cuore.
Ridiamo.
Per non dimenticare, per provare a sognare,
per scordare,
per ricominciare a imparare, ogni volta da capo.
Ridiamo
La nostra complicità cresce nel riso,
nel corpo piegato a farci da scudo,
nella maschera disegnata da te sul mio volto,
ci spoglia e ci veste, in un solo colpo.
Ridiamo.
Riscopriamo il desidero della solitudine piena della nostra moltitudine.
Siamo dolcemente scatenati, strettamente incatenati.
Ridere insieme, in fondo, è solo sapersi e noi ci sappiamo,
soltanto.
Ridiamo.
Tu sei vizio mortale
Alterità, distanza, arroganza,
con questa miscuglio di droghe riempi i vuoti mai colmi
di menti alla ricerca di vie illuminate senza vera luce.
Priva di ogni morale, indifferente e altezzosa,
poco concedi e ti rinchiudi nella tua sgarbata risata,
ebbra di lussuria godi solo di te stessa.
Accechi sguardi spenti, fai scorrere lava incandescente nelle vene,
ne fai avvertire il calore, il dolore,
poi diventi ghiaccio e chi cerca la tua verità
si specchia invece nella tua vanità.
Vorrei stringerti forte fino alla fine,
nell’illusa credenza che tu possa comprendere
il male che fai
quando ti nascondi e lasci che tutto scorra,
senza opporti mai.
Vita , inesorabile spazio che concedi ai mortali,
tu manchi di umanità.
È questa la tua povertà.
Buon Natale!
Buon Natale a tutti voi che di parole tappezzate il cielo
e mai dimenticate di coglierne gli umori.
Vi sia lieve il tempo che verrà e
leggero il vostro spirito che lo accoglierà.
Auguri.
24. 12. 2015