Sintobiografia e sintoscritti di Emilia Cuconato
Nasce a Cosenza IL 20/05 /1972.
Dopo aver conseguito la maturità classica prosegue, laureandosi in Scienze Biologiche.
La sua vita, sin dall’infanzia, ed ancora oggi, è stata rivolta allo studio … e soprattutto alla poesia.
Vincitrice a numerosi Concorsi Letterari e presente attivamente, pubblica diverse raccolte di poesie:
Ebbrezze, Cento versi d’amore, Bagliori dell’anima, Vivere di emozioni, Parole d’ avorio. Un capolavoro poetico, Shunga, realizzato in onore di Alda Merini.
” Quando la mia poesia morirà d’amore
cercate i suoi versi nel vento,
tra profumi di erbe di passione profumate,
nell’incanto di un vuoto stellato,
nell’alibi di un mistero
di un presente mai dimenticato… “
Sognerà ancora
Sognerà ancora
l’ anima mia
quando alla luce
del mio davanzale
della pura selce
oltre non sosta?
Quando i ceppi
la carne
più non ne lambisce
e se vorrà donare
la ruggente vita
indurrà l’universo in coro
in campi incolti di perse stelle.
Sarà dunque viva l’ anima
che mi scelse!
Porterà con se
l’ amor mio in eterno?
O tutto mi diede…
e m’ acquieta.
E sensazione innesta
di un immoto eterno
folgorando di bellezza
che rifulge
al respiro obbediente,
tremolante,
vibrante,
stante
della creazione.
Finché non lo farà
vivo il principio d’ogni dove
… e come lo spazio
che l’ olio accampa
quando in giare violate
più non s’ attarda
così dissipo i miei giorni
ormai consunti…
e invano arpiona
l’ anima mia
orfana d’ amore e di virtù.
Lei, la mia musa
Io ero poetessa triste.
Un giorno è arrivata lei,
la mia musa
e mi ha detto
vuoi tu diventare poetessa dell’ amore?
Lascia tutte le altre
e seguimi.
Io la seguì.
Adesso lei è la mia musa,
sfiora le onde dei miei occhi
… culla i miei sogni
… e quando mi sfiora con le sue mani
guarisco da tutti i mali.
Io scrivo poesie d’ amore
per la mia musa
e lei trasforma le mie lacrime di dolore
in lacrime di gioia…
Ogni tanto lei muore
e risuscita per me
nel suo giorno santo,
che non è un giorno
ma una vita… la mia vita.
Lei è la mia musa
io la sua poetessa d’ amore.
Cercatrice di sogni
Brusio bramante a dissertare
su profonde altezze,
a mo’ di ruggine
che alla gola mia si aggroviglia
miseramente
scovola un grugnito
e instabili rintoccano
su detriti,
alle mie vesti intonse uncina
fili d’ oro e tormaline.
E come le mie ore ormai dissipate,
di cui l’ oblio di tedio s’ accampa
inanella la stasi
… niente gioverà a me
cercatrice di sogni
se per lanterna,
di mercurio mi son provvista
e il dileguarsi infinito di passioni
nei mari rigettano ogni quiete alla luna
nelle remote ninna ninna della mia anima
cullata alla deriva nella decima assunta della terra
e il soffio dell ‘ infinito
che saziato il mio corpo
si è divelto.