Sintobiografia e sintoscritti di Anna Maria Corea

Sono nata in un piccolo centro della provincia di Catanzaro.
Insegno in una Scuola Primaria, professione che svolgo per consapevole scelta e che amo moltissimo.
Adoro cucinare e preparare dolci e marmellate.
Amo il mare e mi piace camminare a piedi scalzi per casa.
Il giardinaggio è una delle mie passioni preferite. Adoro la musica classica e i gatti. Considero preziose, le parole Lealtà e Giustizia. Scrivo sin da piccola, quando il primo approccio con la scrittura si traduceva in poesie, pensieri, filastrocche, fiabe, favole, racconti brevi e piccoli testi teatrali, che scrivo tutt’ora.
Leggo da sempre e in ogni luogo,e nella mia borsa c’è sempre un libro, ovunque vada.
Molti libri che ho amato, letto e riletto, hanno inciso notevolmente nella mia vita e a loro devo buona parte di ciò che sono.
Uso la scrittura come canale di comunicazione tra l’anima e il mondo, e viceversa.
Amo scrivere per esternare sentimenti ed emozioni che, celati o sommersi, hanno impellente necessita’ di sgorgare.
Non amo l’esibizionismo, pertanto scrivere, viene da me vissuto, come un atto dovuto a un grido silenzioso dell’ anima.
Non scrivo per dare consigli, né sono interessata a farlo.
Per me, scrivere, vuol dire: ” Passeggiare silenziosamente con la mia anima, tra dune e giardini in fiore, permettendole di librarsi alta nel cielo e di respirare; a volte attraverso un grido di dolore e altre volte attraverso un silenzioso abbraccio colmo di tenerezza “.
Il Romanzo della mia vita?
lo intitolerei: ” La donna che non ebbe paura di mostrarsi per com’ era “.

 

 

 

 

 

 

 

 

” … Vorrei un mondo fatto di giustizia ,
di lealtà, di misericordia e compassione,
di perdono e amore, di gesti veri e
non di parole abbaglianti e vuote.
Un mondo in cui le persone si riappropriassero
della loro umanità, del loro orgoglio, della loro dignità,
invece che rincorrere inutilmente il vuoto e l’ effimero… “

 

 

 

 

 

 

 

Quanta verità in quelle bugie

Parole proferite con veleno
intrise di colori senza luce
private di qualunque verità
lasciate al caso e alla deriva
cosparse di quel fiele senza onore
rese vuote di ogni luminosità
Parole date al caso
intrise di banalità
pochezza ipocrisia slealtà.
Le tue.
Parole senza dignità.

 

 

 

 

 

 

Scelse le stelle

Anna Maria Corea

Anna Maria Corea

 

 

Camminava a piedi nudi sulla battigia,
le onde lambivano i suoi piedi rinfrescando
e calmando con il loro lento flusso,
il suo pacato procedere.
Il cielo terso costituiva insieme a quel silente
paesaggio panorama di riflessione.
Già, riflessione.
Dov’era finita la sua spiccata capacità di riflettere?
Si perdeva, per ora, in quei passi che chiedevano
solo silenzio.
Null’ altro.
E mentre il suo cuore pulsava , scelse le stelle
che cospargevano i suoi sogni.

 

 

 

 

 

 

I miei lati oscuri

Si nascondono tra le pieghe di colori intensi
celati tra gli anfratti dei pensieri
scintillanti e bui come guizzi di desideri
Essi vagano silenziosamente
senza meta senza tempo
A te, nascosti,
ma mai , a me.
Non li vedi ?
Non puoi
Non mi conosci.
Ma io conosco me.

 

 

 

 

 

 

Ci sono persone che ti restano dentro per sempre

Dal web

Dal web

 

 

Come la brezza fresca di un mattino di primavera,
come l’ aurora che infonde speranza nuova,
come il sorriso silenzioso e dolce di chi sa parlare
anche senza parola proferire.
Ci sono persone che ti restano dentro per sempre,
come il volo di un gabbiano,
come il libero nuotare di un delfino,
come il profumo della lealtà .
Ci sono persone che ti restano dentro per sempre,
e che non puoi non sentire.
Nell’ anima.

 

 

 

 

 

 

L’amicizia

E’ libertà che lega .

E’ pensiero fugace e costante.
E’ passeggiare nello stesso silenzio .
E’ abbraccio silenzioso e distante .
E’ intreccio di mani oltre il tempo.
E’ dimensione del cuore e dell’ anima.
E’ sentiero condiviso silenziosamente.

 

 

 

 

 

 

L’abbraccio

"La danza" H. Matisse

“La danza” H. Matisse

 

 

Primordialmente erano solo braccia, inermi e sole.
Giunse il tempo del pensiero a cui nessuno sfugge.
Neanche quelle braccia poterono esimersi da questo.
Compresero la loro inutilità, così com’ erano.
Realizzarono dunque che ciò che dona respiro all’anima
è proprio un abbraccio silenzioso.
Da allora, fu tempo nuovo.
Furono dolci, incantevoli e teneri.
Da quel tempo in poi, tutto mutò.
Irreversibilmente.
Grazie a loro.

 

 

 

 

 

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Scelgo di essere ciò che sono

Sono il bianco e il nero.
Sono l’ arcobaleno e la miriade di colori che da esso ne derivano .
Sono i colori scuri che a volte si affacciano all’ orizzonte.
Sono il dolce e limpido bianco che traspare .
Sono il buio del nero che avvolge e inghiotte.
Sono tutto ciò che in me, c’è del bianco e del nero.
Sono questo bianco e questo nero che mi appartengono e che amo.
Sono ciò che intendo, mantenere o cambiare, e non permetto a nessuno di modificare senza il mio permesso.
Sono ciò che sono e mi amo , senza pretendere o imporre in alcun modo e a nessuno, di essere o non essere amata.
Sono chi sono, cioè io, cosi’ come sono …  esattamente e semplicemente cosi’.
Scelgo di essere esattamente come sono, senza preoccuparmi di chi mi vuole o mi vorrebbe diversa da come sono.
Sono me stessa e non intendo compiacere per piacere.
Sono delfino, e come tale in un mare limpido continuerò a nuotare … e se anche sola … la cosa non mi potrà e dovrà importare.
Scelgo di essere tutto ciò che di bianco e nero sono.
Scelgo decisamente, di essere ” un’ aliena che non si riconosce ” in questo Secolo di figure di carta e di cartone che si affannano a essere ciò che non sono, solo per piacere a chi come loro … è sempre in balia delle mode del momento.
Scelgo di amarmi come sono, con il mio bianco e il mio nero.
Soprattutto scelgo, di lasciare agli altri la possibilità di amarmi anche per il mio nero.
Amo me stessa e amo chi mi ama.
Amo te, anima affine, che mi ami senza tentare di cambiarmi.
Scelgo dunque la strada più impervia e dolorosa … quella di mantenere il mio bianco e il mio nero … sapendo che tu li amerai entrambi.
SCELGO ! Mi scelgo ! Come sono ! Sempre! Per sempre!
Sarai capace di SCEGLIERE di amarmi, cosi’ come sono ?

 

 

 

 

 

 

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Le quattro stagioni

Eran quelle del tempo chiamato speranza, che ti sorridevano illuminando il sentiero .
Temporali e tempeste, furon ciò che affrontasti.
Guerriera, la vita, ti forgiò. Come l’ oro si forgia su fiamma.
Non mutasti sorriso. Diventasti più forte.
Lo eri già.
Mentre le stagioni continuavano il corso, tu,
Primavera,  sbocciasti…
rinascendo dal tuo dolore.