“Settembre” Marina Lorena Costanza
La stagione moriva dolcemente ed io mi lasciavo cullare dal fresco venticello di quel fine settembre mentre il sole calava verso ovest. Ero rimasta seduta sotto il portico a dondolarmi immaginando di essere il pendolo di un orologio. Come una bambina, ignara del trascorrere del tempo, non riuscivo a staccarmi da quel gioco. Avrei aspettato che le ombre scomparissero con la luce del giorno per alzarmi e non vedere più la mia. Sarei entrata in casa senza accendere le luci. Intanto pensavo al corso delle stagioni che ciclicamente esordiscono prepotenti provocando improvvisi mutamenti nel clima; all’ effetto malinconico che fanno, invece, dentro di noi, quando vanno via; ai cambiamenti che avvengono nelle cose, nella nostra vita e al tempo che non cambia se’ stesso e ci ricorda che il cambiamento ciclico è un mutevole inganno che ci tiene legati qui, alla terra, indissolubilmente.