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“Maledetta guerra” Roy Roberto

08/07/2014 da vittorialices
roy

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Caro Carlo,
sai, ho riletto il suo nome. L’ho riletto sul monumento ai caduti, nella piazza della sua città.
Gita “geriatrica” al mare. Il medico aveva insistito :” hai bisogno di sole, hai 70 anni. Vai un mese al mare”.
E la mutua cazzo, proprio lì doveva avere la convenzione.
La prima sera sono uscito.
La piazza principale, la stele: tutto troppo facile.
Sulla prima facciata del tetraedro lui non c’era; ho girato attorno al monumento. Non c’era. Impossibile.
Ho ripreso il giro, come pallina sulla roulette e sulla terza faccia l’ho visto: ” 1923- 1944 Fronte Russo” E gia’.
Faceva un freddo cane, quella notte. Immaginavamo che i bagliori fossero fuochi di un camino
ed il tenente in trincea diceva: “Forza ragazzi, sara’l’ultimo Natale in questo merdaio. Portiamo le palle a casa, che’ il prossimo saremo fra le gambe di qualche bella troia”.
Poi i comunisti iniziarono a far cantare una mitragliatrice, che non ci lasciava neanche alzare la testa. Ed avanzavano.
Minchia! Sentivo addirittura i loro: “Buistra!! Buistra!!!” (veloci, veloci!!!).
Avevano fretta di ammazzarci ed io avevo una paura fottuta dei Rossi.
A scuola, lo sai come ce li descrivevano.
Una pallottola lo colpì di striscio, lui cadde, svenne. Madonna! Eccoli. Ed il tenente: “Non arretriamo di un centimetro, viva l’Italia!!!”.
Dio, sento i loro passi…freddo, terrore, paralisi. Vidi che davano anche il colpo di grazia ai caduti;
sai quando non ragioni più? Sai, quando senti che ti pisci nei pantaloni? E sai che gela in un attimo, sul fronte russo?
Il compagno Ivan arrivò. Sputò, estrasse l’arma e sparò, alla nuca…
Com’è andata a finire lo sai. Forse dovrei scrivere al russo, non a te, per dirgli: “Ivan, lo sai che non vali un cazzo, tu e tutta la tua Armata Rossa? Eravamo due, Ivan. Io ero sotto. Non ti maledirò mai abbastanza, per non aver sparato anche la seconda pallottola”.

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