“Le tre parole” Giugno 2015
Tre parole e un solo, misero, mondo.
Scarpe tacco uno.
Ciabatte, insomma; infilate su piedi gonfi come melanzane, in casa e fuori.
Tanina non aveva grilli per la testa:
un marito alcolizzato e sei figli da crescere, non te li consentono.
Quartiere popolare e mercato di frutta e verdura rionale
erano tutto il mondo che non fosse casa.
Casa… Ma sì: chiamiamola così!… Tre stanze, un bagno.
Per un totale di 16 pareti dipinte dalla muffa: due a testa.
Al marito, i peperoni non piacevano; manco quand’era strafottuto di vino.
Ma erano così belli, quel giorno. Verdi, gialli.
E rossi… O anche di due colori: uno a sfumare nell’altro…
Non aveva certo tempo o modo di riflettere su sé o sulla sua vita, Tanina.
Ma qualcosa, dentro, scattò.
Ne comprò un cesto intero, di quel Colore da Mangiare.
Vestiva di nero, sempre. Ma, adesso, c’era colore.
In casa, tutto grigio?… Bene: oggi, colore.
Rincasata, avrebbe dovuto cucinarli.
Li appese, invece. Uno per parete: anche in bagno.
E i figli stavano a guardare, a bocca aperta.
Secondo Classificato
In attesa di te
Sono furiosa
Lancio le scarpe in aria
Ti aspetto
Ti sento arrivare
Ti guardo
Mi sciolgo
Ti bacio
quella bocca
rossa e croccante
come un peperone
Terzi classificati ( a parità di voti e in ordine alfabetico)
Pigrizia
Pigrizia andò al mercato e i peperoni comprò.
Era quasi mezzogiorno quando a casa ritornò.
Aveva male ai piedi e le scarpe via scaraventò.
Attinse l’acqua, accese il fuoco ma dopo un pò
si addormentò. Ahi ahi Pigrizia, il pranzo bruciò
e a bocca asciutta lei restò.
Il momento perfetto
Scendemmo le scale di corsa, complici di vivere nel segno dell’amicizia, rossetto color peperone, scarpe nuove comprate insieme.
Dei tanti frammenti di vita, l’unico che ancora ricordo e’ quella giornata a Milano, la sua bocca sorridente mentre mi manda un bacio dal finestrino del treno.
Era il momento perfetto e non lo sapevo.
Se ne andò in primavera.
Giocando a far la donna
Bimba allo specchio
rubasti le scarpe alla tua mamma
per giocare a far la donna.
Le mani a toccar piano
i seni acerbi.
Sulla bocca
pennellate di rossetto,
provasti i baci baciando il tuo riflesso.
Dei passi,
hai dimenticato di
chiuder la porta,
la mamma guarda, ti sorride incerta.
Tu, piccola bimbetta
il viso in fiamme, rosso
come peperone.
Ricordi?
Ricordi quando senza scarpe ti correvo in contro?
Quando mi sollevavo in punta di piedi e tu mi stampavi un bacio sulla bocca?
E poi si rideva, rossi come un peperone, per nasconderci l’ emozione di un amore più grande di noi!