“Le scarpe rosse” Gaetano Cubisino Di Geronimo
Le aveva desiderate tanto quelle scarpe dal tacco vertiginosamente alto, aveva risparmiato, si era sacrificata, fatto la cresta sulla spesa, ma ora erano sue, le volle indossare subito. I primi passi traballanti, si avviò, ma sulla porta del negozio il dramma, si storse la caviglia e cadde, cercò di afferrarsi alla porta, ma ruzzolò giù per i cinque scalini, battè la fronte su di uno, svenne. Si risvegliò all’ospedale, fronte bendata, cinque punti di sutura, possibile frattura al naso, ematoma gigantesco, lussazione alla spalla, possibile danno alle cervicali, collarino ortopedico, ingessatura alla caviglia, prognosi di due mesi. Carlo, avvertito, accorse all’ospedale, lui, un omaccione grande e grosso, volle prenderla in braccio, gli dissero che doveva portarla con la sedia a rotelle. La stava spingendo fuori, quasi sulla rampa due donne gli si pararono dinnanzi “ Cara che ti è successo?”- Carlo rispose “ È caduta dalle scale”. Sentì un gran dolore all’inguine, il calcio era arrivato a segno, s’inchinó e la borsetta gli arrivò sulla nuca, c’era dentro un mattone, la donna lo portava per autodifesa, cadde in avanti e lasciò la sedia, che si avviò giù per la rampa e alla fine sbattè con violenza contro un’ambulanza; lei sentiva le urla : “Assassino! Femminicida! Vigliacco !”. Prima di svenire nuovamente, vide le due donne massacrare di colpi il povero Carlo. Lo andò a trovare in ospedale. Lei sulla sedia a rotelle, l’altra gamba ingessata, lui con prognosi riservata, tutto bendato come una mummia. Lei disse “ Ti giuro che mai più comprerò un paio di scarpe con tacco”.