“La diga” Fiorenza Zaniol
28/02/2015 da vittorialices
Quante rughe sopra lo specchio
quando il vento increspa il lago.
Dal vuoto, foglie come turbine,
salgono dall’inferno
a cacciare il paradiso.
Sopra il serpente di cemento,
noi, pulviscoli anatomici,
cacciati e spinti,
fuggiamo
tra l’ira del bosco
che ulula e piange.
Singhiozzi di foglie ferite
cadono,
su di noi e sull’asfalto.