“La ballata delle parole” Roy Roberto
Sam timbrò alle 12 in punto, come da 30 anni a quella parte.
Scese veloce le scale e infilò l’uscita: direzione “Lao Xing Fu Chen Peng Giardino d’Oriente”, pranzava lì da sempre. Ma svoltato l’angolo, vide il ristorante chiuso.
S’avvicinò e notò una pattuglia dei Cops e la saracinesca crivellata di colpi d’arma da fuoco. Discretamente chiese all’agente cosa fosse successo. – Regolamento di conti. Mafia cinese. Il padrone è in fin di vita al Saint George Hospital –
Non che fossero amici, ma erano 30 anni che pranzava da Lao.
Si diresse verso l’ospedale.
In camera trovò il vecchio ristoratore cinese intubato. Gli si avvicinò e, scandendo bene le parole, gli chiese: “Lao, cosa cazzo è successo?”. Lao aprì gli occhi, lo riconobbe e, con uno sforzo sovrumano gli disse: “Hang Xian Hu Deng Fen…”. Sam non capì. Allora l’uomo raccolse le poche forze rimastegli e mormorò ancora: “Hang Xian Hu Deng Fen!!!”.
Ma lo sforzo sembrò essergli fatale.
Le macchine smisero di “bippare”. l’elettrocardiogramma si fermò.
Sam, in preda al panico, girò i tacchi e scappò.
I giorni seguenti li passò a chiedersi se le ultime parole di Lao non fossero un indizio per risalire agli assassini. Quindi chiamò Ling, la sua amica cinese.
Si diedero appuntamento per cena.
Non voleva esporre la donna a pericoli di ritorsione da parte della mafia, per cui le disse – Ascolta Ling, ho una frase cinese che devo aver sentito in un film, e che da giorni mi gira in testa: “Hang Man Xian Pieng Chen, mi pare – . La ragazza lo guardò perplessa… – sei sicuro? Non vuol dir nulla: togli lupo cazzo da mare giallo – Sam cercò di ricordare bene le parole di Lao – Aspetta!!! Ci sono! Era Hang Xian Hu Deng Fen! – Lei lo guardò ancora perplessa. – Sam, ma non vuol dir nulla! E’: togli cazzo di piede da tubo ossigeno –