“Esodo” Patrizia Tiralongo
05/08/2014 da vittorialices
Lontano dalla fame e dalla sete,
una chitarra sdrucita pizzica note su cicatrici di miele,
rimestando il dolce e l’amaro con un risultato invertito.
Ancora stordita dal suo sogno in sospeso apre una controluce,
un esodo sfarzoso accarezzato qualche volta nel solco dell’infelicità,
un serbatoio di speranza recalcitrante e suadente,
sinonimo d’altri venti, d’altri santi.
Dove sfioro la felicità.
L’esistenza nella misura della costanza per tutta la nenia,
fino all’istante della ripartenza.