“Ciò che mai accadrà” Sergio Cavaliere
Di te berrei l’incauta fragilità
miscuglio di rose selvatiche e foglie di acero, rosso.
E berrei l’intensità di ogni parte di te,
capace di far evaporare la sgradevolezza,
trasformandola in bellezza e verità.
Di te mi sazerei,
cibandomi di incertezze e dubbi,
scalciando quel sapore acro della maturità,
per assaporare il gusto del mistero,
e dei tuoi capelli sciolti, neri,
delle tue mani sottili,
dei tuoi occhi profondi,
e del tuo sorriso bambino,
sazierei la mia sete d’amore.
Di te bacerei ogni centimetro del tuo corpo, elegante, immaturo, irriverente,
per poi ricominciare ancora e poi ancora,
fino a perdermi e vagare tra le stelle di una notte senza luna.
In modo che nessuno sappia e giudichi e invidi,
l’amore di un uomo e una giovane donna,
fatto di parole e mistero,
che mai accadrà,
per restare sempre nei sogni,
e così essere eterno e misterioso,
per sempre,
per sempre.