“Alba di suoni e colori” Luigina Stella
Suonò la sveglia, come tutte le mattine. Pigramente aprì gli occhi e subito vide le cifre sfocate della radiosveglia: le 5,30!!
«Che palle!» sbuffò.
Contemporaneamente sentì il cinguettio degli uccelli che cominciavano a lasciare il loro dormitorio: tre splendidi cipressi che svettavano nel suo giardino.
«Che palle!» sbuffò di nuovo, mentre si avviava in bagno sbadigliando.
«Che avranno da cantare così presto?».
Ecco, tutte le mattine sempre la stessa storia, almeno finché non consumava la sua colazione: sì, era scorbutica finché non mangiava; colazione dolce però, biscotti al cioccolato e cappuccino bollente!
Si avviò in cucina e, mentre metteva la moka sul gas, buttò distrattamente uno sguardo fuori, sul balcone.
Di colpo la sua espressione cambiò, ma che dico? Il suo umore cambiò. Sì, perché la ringhiera era piena di rondini.
Alzò lo sguardo, anche i cavi elettrici ne erano pieni; e anche il filo del telefono, sì, proprio quello laggiù, in mezzo al campo! Rondini ovunque, belle, col loro frac nero e la camicia bianca, eleganti, nel loro andare e tornare, cercando il posto dove costruire il nido.
E lei si ricordò con un sorriso, che sicuramente qualche nido lo avrebbe ospitato il suo sottotetto, come tutti gli anni. Sorridendo sempre più, pensò che anche quell’anno avrebbe sentito il pigolio dei piccoli, che col becco spalancato, aspettavano il cibo. Avrebbe visto quando, lasciato il nido, si sarebbero lanciati nel loro primo volo incerto! Tutto questo le piaceva, non tanto perché era tornata la primavera, quella torna sempre.
Non solo perché c’erano le rondini, anche quelle prima o poi tornano.
Le piaceva pensare che c’è continuità, c’è vita. Perché quella non è scontata.
È un dono, è amore!
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