Sintobiografia e sintoscritti di Mariella Urbani
Sono Mariella.
Sono appena nata alla scrittura.
La vecchia me, quella inquadrata, quella precisa ed assennata, era osservatrice attenta, ma silenziosa, ascoltava interessata, leggeva famelica, guardava ammirata il mondo attraverso i suoi occhi e quelli altrui e… timidamente taceva.
La nuova me è una bimba sognante e sanguigna. Vive ancora tutte quelle emozioni, ma le vive più forte, e questa forza… ogni tanto prorompe e, liberamente, si esprime
… Ogni tanto.
” … D’un tratto uno sguardo
I tuoi occhi sereni
non più abisso
ma cielo
Mi tuffo
mi perdo
mi ritrovo in te “
Io ti canto
Sei il mio canto acuto modulato grave.
Tu mi balli
Sono flamenco ritmato da nacchere e tacchi che sbattono volitivi.
Io ti bevo tutto d’un fiato
Tu mi mangi a piccoli morsi, assaporandomi piano.
Io ti gioco
Mi nascondo, ma non troppo.
Tu mi studi appassionato per scoprire tutto di me.
Io ti leggo come libro aperto.
Tu mi scrivi come poema criptico.
Io ti fuggo… lasciandomi catturare.
Tu mi insegui lasciandomi scappare.
Io ti scorro in vena
Tu mi ardi in cuore
Io ti manco
Tu mi urgi.
Qui ed ora
Tutto e sempre.
Io ti bacio
Tu mi baci.
Io. Tu.
Insieme noi.
Dimmi
Dimmi, ti prego,
Qual è il peso di una bugia
Di una virtù fuggita via.
Qual è il valore di un sorriso
Quando tutto intorno ti sembra già deciso…
Ma non è quello che per cui hai combattuto
Quello che sempre avresti voluto
Quale l’effetto
Di una carezza,
Quando l’oblio è la tua unica ebbrezza.
Rivelami, ancora, il valore di un bacio
Anelato, rubato
ed in cuor custodito…
Nascosto come se fosse peccato
ammettere di averlo apprezzato.
Dimmi infine
Qual è il peso dell’anima
Gravida di vizi e di virtù
E non dirmi 21 grammi
è molto… molto di più!
La bimba, l’aquilone e la cometa
Da bimba desideravo
cavalcar le stelle.
Naso all’insù,
ogni notte cercavo di catturarne una con lo sguardo.
Fu cosi che un bel giorno:
Salii
Sulla cima del monte più alto.
Con me portai l’Aquilone
Mio amico di sempre.
Lì attesi che si alzasse il vento.
Leccai il dito e lo sollevai
per comprendere quali direzioni,
itinerari o destinazioni
avesse in serbo per noi.
Mi aggrappai all’aquilone
e insieme
ci librammo sulla scia del vento.
Io. L’Aquilone.
Un unico corpo:
Libero, impavido,leggero
a disegnar traiettorie,
ad esplorare il cielo…
d’improvviso Accadde.
Eccola la Stella!
Venirci incontro a velocità stratosferica: bella, luminosa,
gioiosa, energica.
Al suo passaggio lasciava una scia, come una coda.
I grandi la chiamavano Cometa.
Al suo passaggio l’universo s’inebriava di luce.Io di eccitazione.
Col filo dell’Aquilone feci un lazo
E l’imbrigliai
Lei sembrò non accorgersi affatto di noi,
In realtà era divertita “Guarda questi scellerati” pareva pensare.
E così si lasciò cavalcare. Trascorsi la notte a fare surf tra le stelle.
Poi, stanca, l’aquilone legato alla stella a farmi da altalena,
chiusi gli occhi e….
“Mari… Mari sveglia! è ora di andare a scuola.”
Toccami
La mente
– stuzzica le mie curiosità;
La pelle
– fammi rabbrividire per la dolcezza delle tue carezze;
I sensi
– fammi percepire…
Profumi di eternità
Suoni di armoniose polifonie
Visioni di sublime immensità…
Il cuore…
– guarisci la paura di amare…
L’anima… e falla vibrare in cieli e terra nuovi
Ed io rinnovata ti avvolgerò
offrendoti tutto l’amore che ho.
Il fabbricante di sogni
Era un artista del mestiere.
Carpiva lo scintillio del desiderio in uno sguardo.
Da lì prendeva vita il suo talento.
Fabbricava sogni… e li vendeva al prezzo di un sorriso.
Quando la passione l’infervorava, realizzava capolavori: i sogni che diventano realtà.
Beh… quelli li regalava, perché si sa: non c’è prezzo per la felicità.
Orizzonte
Lì dove arriva lo sguardo
Su quella linea dove
cielo e terra si fondono,
Dove il sole tuffandosi nel mare
Ritrova se stesso…
Lì mi siedo.
A cavalcioni su quella linea
dove tutto finisce.
E.. mi sporgo.
Sospesa tra qui e altrove
In bilico sto.
Sdoppiata.
L’anima desidera tuffarsi
Il corpo, impaurito,
Le resta aggrappato
E guarda indietro.
Vertigini, pensieri, sensazioni.
Penso a cosa voglio
Sento, non più qui.
Mi proietto nel non ancora.
Il buio mi eccita.
Altrove.
Vivró. Vedrò.
A volte succede
Il cuore pulsa metodico
Regolarmente elargisce
Le emozioni che custodisce
A volte succede
Che batta tanto fortemente
Da non riuscire più a contenere
Ciò che sente…
E che per proteggersi,
Per non scoppiare,
Deleghi alla mente
Di rielaborare.
L’emozione prende voce
Ed in parole si traduce
Così facendo
Raggira La Morte….
Poiché seppur morisse
di gioia o di dolore
Resterebbe in vita
Grazie alle sue parole.
Ho visto la mia anima
Ho visto la mia Anima
vagare in cerca
Colmare un vuoto
Creare spazio
Aprire un varco
Trovare un cammino.
L’ho vista sedersi in riva al mare
Ad ascoltare i suoi pensieri.
Ogni onda gliene sussurrava uno:
“Il tempo ”
“Lo spazio ”
I “devo”
“è giusto”
“È sbagliato “…
Ogni tanto una ruggiva :
“Tu”
Ho visto la mia anima
In riva al mare
Ascoltare
Ruggiti e sussurri
alternarsi.
L’ho vista muoversi
Risoluta
Immergersi tra le onde
Dolci e furenti
L’ho vista galleggiare
Lasciarsi trasportare
Infrangersi sugli scogli.