Sintobiografia e sintoscritti di Rita Licenziato

ritaNapoletana doc, è una donna che ama l’arte in tutte le sue rappresentazioni.
Negli ultimi anni si è dedicata alla poesia ed al teatro, come formule espressive per le sue emozioni.
Si è lanciata in diversi lavori teatrali con soddisfazione, mettendo a punto gli insegnamenti e le tecniche proprie dell’arte recitativa, facendo scorrere la sua personalità e creando personaggi unici e particolari.
Non ha tralasciato la poesia, un fiume in piena che continua a riempire pagine e pagine senza tregua, seppur con lunghe pause meditative che rappresentano la maturazione del vissuto quotidiano e che sfociano in liriche sentite, intense, utilizzando la parola come strumento di comunicazione assoluto.
Si è cimentata anche in piccoli esperimenti di prosa, simpatici e ben riusciti, che hanno ricevuto l’approvazione di maestri di scrittura presso cui ha seguito diversi laboratori.
Ritornando alla poesia, si può affermare che la poesia di Rita è un lungo discorso interiore, che talvolta, enfatizzando il quotidiano, approda a riflessioni sulla vita e sul grande mistero in essa racchiuso.

 

 

 

 

Voci nella testa

Di notte rompono il silenzio. Sono pazza? Forse. Dio che occhiaie, che occhi spiritati! Non posso continuare così, devo fare qualcosa. Training autogeno? Proviamo. Inizio una respirazione profonda, svuotando i pensieri. Le urla incalzano. Mi preparo un bagno caldo: accendo delle candele e uso le palline profumate. Tanta bollicine, profumi e aromi mi avvolgono, mi sento una diva. Passo allo shampoo, metto la testa sott’acqua: che silenzio, che pace, come si sta bene qui sotto.

 

 

 

 

 

M. Rhyner

M. Rhyner

La grande castrazione

Era sempre stata la sua passione quella dello scrivere, ma nel mondo in cui viveva non era possibile; fosse nato almeno 1000 anni prima, avrebbe potuto assecondare la sua inclinazione. Ma da quando il pianeta si era trasformato in una sfera di fuoco, nell’ultimo millennio, le forme di vita si erano adattate al cambiamento con questa lenta metamorfosi degli arti, da cui non si poteva tornare indietro.
La sopravvivenza della specie, era questa la priorità del Governo Unito, non poteva alimentare un capriccio come quello dello scrivere.
Gli venivano in mente i film del passato, dove gli uomini erano ancora dotati di mani per poter scarabocchiare fogli e pubblicare libri.
Come erano romantici quei tempi! Gli amanti si scambiavano lettere d’amore, i poeti declamavano le loro liriche. Che nostalgia!
Sognava ad occhi aperti di poter rinascere nel periodo precedente la trasformazione, di tenere la penna in mano, sentire la pressione sul foglio, il profumo della carta.
Certi giorni, quando non riusciva a sopportare la castrazione, si recava nel punto più caldo della terra sì che la sua mutazione accelerasse di colpo, e l’idea dello scrivere bruciasse insieme al suo corpo.

 

 

 

 

 

 

Unirono i corpi ma l’anima scalciava

Ad infiammare la passione
non furono corpi armonici
sguardi sensuali
smaniose carezze,
fu piuttosto l’intensità
di occhi negli occhi
filo di ferro a tracciare
solchi
in anime nere
dalla verità dell’amore
sbiancate.