Sintobiografia e sintoscritti di Pasquale Lattanzio
Pur essendo di adozione barese, rivendico con forza la mia città d’origine: Torino, la città magica per eccellenza. Ho 52 anni e mi piace di tanto in tanto fissare sulla “carta” quelli che considero i punti d’arrivo della mia crescita interiore.
” Io voglio custodire la scintilla che ho scorto ne buio del tempo. Mi piace credere che osservare la sua luminescenza sia il solo modo per protrarne anche l’esistenza… “
Ritrovarsi
Quando mi guardai allo specchio, notai che non lo facevo da molto tempo o forse non l’avevo mai fatto veramente.
In quell’immagine riflessa scorsi chi non ero; o meglio, scorsi chi non avrei mai pensato di diventare.
Furono gli occhi… a posarmi con grande tenerezza la mano sulla guancia restituendomi tutta la quiete dell’anima che si ricongiungeva ad un ramingo inaridito.
Attimi così
Le parole non sono mai servite per davvero.
Loro vivevano fiutandosi, certo non servendosi dei loro nasi, si percepivano con l’olfatto dell’anima.
Ancor prima che il volto di lui o di lei assumesse un’espressione, l’altro la presagiva, la nutriva, la chiamava ad esistenza; sicché una smorfia di risentimento, un sopracciglio pinzato o la tensione di labbra voluttuose, quando affioravano sui loro visi, erano solo la conferma degli umori che li avevano concepiti.
Tutto questo appariva leggero, dava quasi l’impressione di osservare una trama invisibile appena intessuta.
Emozioni tenute insieme da sottilissimi fili brillanti.
Ecco, la loro vita era così, una concretezza che si liberava dai cascami della realtà per indulgere verso spazi evanescenti.
Semplicemente, si amavano.