Sintobiografia e sintoscritti di Etienne Lagardè
Sono nato a Sucy, poco fuori Parigi, 59 anni fa.
Attualmente vivo nella capitale, dove lavoro.
Sono un ingegnere edile.
Amo la musica classica e l’equitazione.
Credo che il cavallo sia stato il mio primo amore, prima che arrivasse l’età per amare una donna.
Sono sentimentalmente impegnato e molto geloso della privacy.
” Nella prossima vita sarò tua madre, per portarti
dentro le viscere e nutrirti di me. Nella prossima
vita sarò tuo figlio, perchè tu possa portarmi
sotto il cuore e nutrirmi di te. In questa vita,
continuerò ad essere il tuo amore, per starti
dentro, perchè tu possa prendermi, per portarti
nel sangue “
Attimi senza te
Ho masticato del bollito che sapeva di gomma,
con una salsa alla menta,
ottimo per farci le bolle.
Ho camminato a piedi
sotto una pioggia fastidiosa,
che non ha nulla di romantico,
in una città grigia
dove l’unico colore di freddo metallo
è il rosso delle cabine e degli autobus
e dove una parvenza di calore
è la luce gialla dei lampioni,
circondata però dall’alone cupo
di una nebbia fumosa.
Forse la colpa è solo del mio umore tetro.
Vorrei poter rallegrare quest’aria con un tuo sorriso.
Ripensando
Avrebbe voluto avere un figlio, qualcuno in cui specchiarsi e a cui perdonare errori e
rivivere tutti i suoi difetti, quelli che suo padre ricordava sempre e che sua madre, invece,
cercava di coprire.
Avrebbe voluto amare tanto una donna da operare con lei quella magia d’amore, gioendo del suo ventre grasso e rotondo da cui percepire un piccolo battito di cuore.
Aveva ormai perso la speranza di non essere scordato.
Il primo bacio
Raro, quel cielo nitido di luna piena in una notte di maggio, piacevolmente fresca tanto quanto mi concedeva di restare in camicia,
perché con la giacca avevo coperto le sue spalle.
Due amici a passeggio sottobraccio, a parlar di tutto con la complicità di vecchi amanti,
noi che amanti non lo eravamo stati mai.
Il getto degli idranti, all’improvviso, aveva ricoperto le tue ciglia di minuscole perle ed una goccia sul tuo labbro giocava a farsi prendere da un raggio d’argento. Fragola polposa e rossa, la tua bocca mi estasiò di un desiderio, che dovetti placare assaggiandola. Baciare il tuo sorriso,
non lo potrò mai più dimenticare.
Di tutti i baci che avrò dato non ho più memoria, quel momento rappresenta il primo in assoluto.
Legati
A quattro mani con Maga Morrigan
Riesci ancora a ricordare la tua vita, vissuta prima del nostro incontro? Eravamo come grappoli maturi di due diverse vigne e una malvasìa sicula lega poco con un cognàc francese. Cercavamo di tener ben stretti i nostri acini, fino a quel giorno…Se chiudo gli occhi, posso rivedere le nostre dita avviticchiate insieme, che non avevamo voglia di staccare da quello che era molto di più di un semplice saluto. Con le mani abbiamo imparato a comunicare, inventando un nostro codice segreto. Mani strette nelle mani, protette, per dire ” ti appoggio io, contro i casi della vita”. Nel corso degli anni, la nostra amicizia, come un buon vino, invecchiava in una botte speciale contenuta nel cuore, diventando più dolce. Abbiamo deciso di metterla in bottiglia e, sull’etichetta, oggi è scritto “Amore”.
Sintoscritto terzo classificato alla Sintogara “A quattro mani”