Sintobiografia e sintoscritti di Marina Lorena Costanza

 

Marina Lorena Costanza per tutti,
Marina è il nome che più accarezza la mia anima
perchè fa affiorare la parte migliore di me.
Sono nata 51 anni fa in Irpinia.
Scrivo quando le parole mi vengono a cercare
e diventano troppe per poterle contenere
nel silenzio della memoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

” … A piccoli sorsi beviamo l’ambrosia,
il nettare che fu degli dei.
Facciamo incetta dei
brevi istanti di eterno piacere “

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

Haiku

Spira il vento
Si è fermato il tempo
sopra la neve

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Neve

Come neve che cade
silenzioso spazio riempie la tua presenza
Esserci è per sempre
Breve è il passaggio
Mutazioni sghembe
che’ non ti ritrovi
a essere due anime in un corpo
Sarai lieve nel sole del primo mattino
quando tiepido riscalda la terra
Fiero come filo d’erba aggrappato alla zolla e
Intorno la danza delle ginestre
Sarai nelle parole
tinte dei tuoi pensieri
intenzioni augurali di meraviglie
Vestirai da guerriero
da amante
da amico
figlio di un dio
che ti ha tradito.

A Pascal

 

 

 

 

Acrobati del nulla

Dondoliamo nel vuoto,
piccolissime,
complesse particelle
spinte avanti dal pensiero,
invisibile e prezioso compagno di viaggio,
nel breve tempo del passaggio terreno.

 

 

 

 

 

 

Percezioni

lorena

HostGator

 

A cento a cento
son passati gli anni.
Mi accorgo ora
che nulla è cambiato.
Accenni di musica ,
la stessa di sempre,
Il fuoco s’accende
al solo sentirli.
Note eccitate
allertano i sensi.
Vedo un rumore,
Gusto un odore.
Ascolto una forma.
Rivivo il passato
coniugando il presente.

Lego il mio amore
a docili suoni.

 

 

 

 

 

 

Giorni a metà

La luce estiva di questa chiara mattina mi rende quella di sempre, solare.
Il caldo sale muovendo l’aria che si è rarefatta.
La temperatura è quasi insopportabile e io mi faccio abbracciare dal calore che brucia quasi la pelle. Una radio lontana è accesa.
Sento una bella canzone ; le note rinvengono profumi e sensazioni ben riposte nelle stanze del cuore.
C’è un amore in ogni canzone.
Ballo muovendo sgraziatamente i fianchi, muovo male le gambe ma il cuore batte.
Pensieri bussano sulla musica del tormentone di un’estate che non tornerà. Li lascio entrare.
Penso a quello che sono, a ciò che mi rende forte. Ti penso. Penso che abbiamo avuto spazi bianchi e tempi intensi, l’illusione del piacere e il cuore pieno.
Ci siamo attraversati eppure è rimasto qualcosa.
Restano, se vuoi, giorni a metà per abbracci liquidi in cui sciogliere malinconie e promesse mai scambiate, o forse restano solo le parole.

 

 

 

 

 

Vento che ama

Di sera
Spira basso il Vento
accarezzando paterno la sua Terra
che ad ogni suo sospiro
ingoia polvere e lacrime
di un mondo alla deriva
E noi stessi, i figli suoi,
cellule impazzite o
navi senza rotta ,
insistiamo a straziarle il cuore,
ignari e dimentichi
dell’armonia dell’universo

Poesia vincitrice della sintogara di settembre 2014

 

 

 

 

 

Andrew Paranavitana

Note di un tempo vago

E’ il presente che verrà.
Lo sento nella musica,
che invade gli istanti
e che abbandona
ciò che ieri era
e oggi non è.
Domani è lontano
e tra poco sarà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Armonie notturne

Di notte.
immagino più facilmente
variazioni,
visualizzo fotogrammi
di dune modellate dal vento,
e ascolto una musica
afona armonia
che sentii già lontano
nel deserto del cuore.

 

 

 

 

 

Turbinii notturni

V. Van Gogh

 

E’ notte e straripa il mare.
Si alzano altissime le onde.
In un vento vorticoso
biancheggia la spuma all’apice.
Sotto le luci dell’universo nero
si dissolvono i limiti del tangibile
e ritorniamo istinto
in balia del Caso.
Nessun amore
nessun dolore.
Energia pura
a raggiunger le stelle.

E’ una notte di troppo

 

 

 

 

 

 

Vuoto a perdere

Vivere a metà
tra il benessere e l’infelicità.
Abbiamo il mare dentro
e un cuore a cui sfugge,
cristallina, l’acqua.
Non ci disseteremo;
mi chiedo ,almeno,
se non annegheremo.

 

 

 

 

 

 

Wordpress

Dal web

Magari un giorno

La porta si chiuse e Chiara rimase seduta di fronte alla finestra aperta
guardando nel vuoto.
Il sole dipingeva sul suo viso mobili chiaroscuri provocati dall’ondeggiare della tenda e lei se ne stava lì, assorta, distratta da quei pensieri che le rotolavano nella testa.
Non lo avrebbe più visto, né avrebbe più potuto amarlo o guardare nei suoi occhi neri, nè toccare i suoi capelli troppo corti da pettinare o disegnare con le dita il profilo del suo corpo nudo.
Se ne era andato per sempre lasciandole poche parole: “magari un giorno”.
E invece erano stati troppi gli anni di lontananza.
Il tempo aveva scavato una voragine incolmabile che separava le loro vite.
Così, lei, sposata ad un altro uomo, era tornata ai suoi impegni di sempre e
lui aveva costruito per lei un muro, scegliendo di avere un figlio da un’altra.

 

 

 

 

 

Sempre non è per sempre

Nei lunghi passi di un pomeriggio di primavera
do voce a parole, poche, dette piano.
Nei luoghi incoerenti di un sempre
mi guardi .
Pensieri confusi
un filo di voce
la tua bocca mi bacia.
Il cuore è in tumulto
il corpo sussulta.
Profumi di sale, di promesse
e tempeste.
Hai la presa sicura, mi abbracci, io taccio.
Con gli occhi nel sole
la luce ci abbaglia .
Ci ritrova il tempo e
dura ancora un momento.

 

 

 

 

 

 

lorena

Dal web

Naturalmente è primavera!

La pioggia non ha retto,
io guardo finalmente il cielo terso.
Le nuvole sono in viaggio altrove,
l’aria si è fatta ferma e
tiepida la terra sa di erba.
Di nuovo prorompente è primavera.
E ora che si fa sera
dalla collina sfumano
le luci morendo dolcemente
verso il mare
e allora prepotente dentro sale la voglia
di ritornare ad amare.

 

 

 

 

 

Un giorno, una vita

Non so se aver amato
fa di me una donna.
Sola in mezzo al niente
ripercorro solchi sul mio corpo
e tremo al ricordo delle tue mani
che sapientemente hanno scavato.
Mi basta averti amato,
in un giorno, una vita.

 

 

 

 

Settembre

La stagione moriva dolcemente ed io mi lasciavo cullare dal fresco venticello di quel fine settembre mentre il sole calava verso ovest. Ero rimasta seduta sotto il portico a dondolarmi immaginando di essere il pendolo di un orologio. Come una bambina, ignara del trascorrere del tempo, non riuscivo a staccarmi da quel gioco.  Avrei aspettato che le ombre scomparissero con la luce del giorno per alzarmi e non vedere più la mia. Sarei entrata in casa senza accendere le luci. Intanto pensavo al corso delle stagioni che ciclicamente esordiscono prepotenti provocando improvvisi mutamenti nel clima; all’ effetto malinconico che fanno, invece, dentro di noi, quando vanno via; ai cambiamenti che avvengono nelle cose, nella nostra vita e al tempo che non cambia se’ stesso e ci ricorda che il cambiamento ciclico è un mutevole inganno che ci tiene legati qui, alla terra, indissolubilmente.

 

 

 

 

 

Dal web

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Solitudini

Troppi, i pensieri che rendono denso il mio umore.Insoliti, come le grigie nuvole che intristiscono il cielo di questo agosto e che allontanano in un balzo l’estate portandosi via i desideri nascosti dentro stelle che non cadono più. Poche le persone care che popolano i giorni; pochi, insostituibili amici con cui condivido i pensieri. Affanni inutili, riempiono le ore vuote nelle deserte stanze.