Sintobiografia e sintoscritti di Marina Bellini
Insegnante di materie scientifiche, ho vissuto per 15 anni in Irlanda,
poi, vinta dalla nostalgia, sono tornata nel bel paese, non molto tempo fa.
Sono appassionata di haiku e di poesie brevi;
ho molto da imparare.
Quel bacio, la somma
di troppi baci non dati
per abitudine, stanchezza.
Di stupidità ho peccato
per quel bacio non dato
Straniera
Ti ho lasciata alfine,
umida e soffocante isola.
Abbandonati i tuoi campi verdi
e le tue nuvole
che disegnano animali.
Ho lasciato la tua gente,
con cui non sono mai riuscita a legare
e abbandonato il tuo mare,
dove non ci si puo’ tuffare.
I tuoi monti d’erica che lasciano a bocca aperta…
Ed eccomi qui,
come sempre, straniera.
Una notte di troppo
Sdraiata ancora.
Ad aspettare
chi non vuol tornare.
La luna ambrata
è tramontata,
la via di casa,
ora,
è oscurata.
Insonnia
Sono le quattro
no, non le sei… solo le quattro
Mi giro
Perché la sveglia non suona?
Ma loro si devono alzare per andare al lavoro
Sono le cinque
no, non le sei… le cinque
Mi rigiro
La sveglia? Perché non ho sentito la sveglia
Domani prendo un sonnifero
Bevo una birra ghiacciata
Alla radio trasmettono “Brown eyed girl” –
Improvviso il ricordo del pub vicino a casa
due Smithwick’s ghiacciate
una tiepida sera d’estate
molti anni fa
un futuro pieno di speranza,
l’orgoglio del nostro coraggio.
La canzone è finita –
Una rossa ghiacciata
calda notte d’estate
quale futuro adesso?
Un bacio in sospeso
Quel bacio nell’aria,
la mia bocca cercava
la tua volta altrove
Quel bacio – la somma
di troppi baci non dati
per abitudine, stanchezza.
Di stupidità ho peccato
per quel bacio non dato
… E così dimenticammo le rose. (Dino Campana)
Sono rimaste le spine, i petali volati via da tempo;
quei gambi secchi che ancora tieni in mano fanno sanguinare quando chiudi il pugno.
Buttarli oltre la siepe, dovresti!
… ma di quelle punture non puoi fare a meno, per non dimenticare i petali, il profumo, il colore delle rose.
Agli amici va dicendo che ci saranno presto altri fiori per inebriarti con un nuovo profumo.
Lui, che così leggero parla,
le tue rose, lui le ha dimenticate.
A Pascal
Mentre dormi ti parlo
Mentre dormi,
la testa posata su un altro cuscino,
ricordo gli sbagli che ho fatto,
che hai fatto.
Ma ti racconto
dell’amore sulla spiaggia,
del davanzale dove si contano le stelle,
degli occhi pieni di noi.
È tardi, m’addormento
l’orecchio puntato al cuscino
nel sonno si riempie ancora
della tua voce.