“Perdersi” Mauro Berti
Si perse tra la camera da letto e il bagno, prima della porta che s’infilava dritta proprio in cucina.
Di colpo non c’era più e non sapeva chi chiamare né cosa dire: “Chi l’ha visto”..o il “113” o “Telefono…” già, ma di che colore….
Non più muri, pareti, soffitto e neppure il maledetto trumò cacciato
nel mezzo dell’ingresso, dove ogni volta andava a ‘sbattere’ imprecando: più nulla intorno, solo un girgio baluginare informe e un fastidioso ronzio alle orecchie.
Non era ‘attrezzato’ per perdersi, così in slip e maglietta e per giunta spettinato; neppure il suo PC o il cellulare dietro, nessuna frase celebre da pronunciare per l’evenienza.
No, non sarebbe stato bello come epitaffio, sapersi scritto “Si perse nell’ingresso di casa sua, verso le cinque di mattina, mentre andava a far “pipì”… immaginate la figura…
Si ritrovò trent’anni dopo e stava proprio su quel trumò: era ficcato dentro ad una bella foto, con la cornice argentata ed uno stupido sorriso stampato in faccia, E lì, non aveva più nessuna fretta e non si sarebbe perso più. Di rado ai “fotoritratti”, succedeva di dover andare a far pipì….