“Unirono i sessi ma l’anima scalciava” Ragazza alla finestra
Il mio nome è Mattia. Faccio il pescatore. Come mio padre ed il padre di mio padre. Le mie mani sanno sentire il mare e questa terra che amo e che odio perché è così che accade. Me l’ha insegnato mia madre coi suoi fianchi e seni generosi e la voce leggera come il vento quando non fa male. Sono state le parole di mia madre a salvarmi e le sue dita piccole tra i miei capelli. Mattia – diceva – anche coi piedi nella terra e le mani di mare puoi imparare a volare. Mio padre invece è un uomo silenzioso come i pesci che cattura nelle reti cucite da donne coi capelli raccolti dentro veli di pizzo nero Ha gli occhi piccoli come ferite senza sentire il dolore della vita. Senza sentire il mio pianto. Ma l’anima scalciava … Il mio nome è Nunzia. Mi piace. Mi piace chiamarmi. Tra la “u’ e la “enne” allungo le labbra e bacio il primo odore portato dal mare. Il mare può incatenare come la terra che ti genera. Ecco perché bacio gli odori che si dissolvono e non ti stringono Cucio reti coi capelli raccolti in un fazzoletto bianco. Come una sposa. La sera, indosso un vestito leggero e mi trucco con cura. Trucco questi occhi piccoli come ferite. Come mio padre. L’odio e la rabbia che si sono trasformati in Amore. Madre, anche coi piedi radicati in questa terra ho imparato a volare. E l’Anima non scalcia più