“La grande castrazione” Rita Licenziato
Era sempre stata la sua passione quella dello scrivere, ma nel mondo in cui viveva non era possibile; fosse nato almeno 1000 anni prima, avrebbe potuto assecondare la sua inclinazione. Ma da quando il pianeta si era trasformato in una sfera di fuoco, nell’ultimo millennio, le forme di vita si erano adattate al cambiamento con questa lenta metamorfosi degli arti, da cui non si poteva tornare indietro.
La sopravvivenza della specie, era questa la priorità del Governo Unito, non poteva alimentare un capriccio come quello dello scrivere.
Gli venivano in mente i film del passato, dove gli uomini erano ancora dotati di mani per poter scarabocchiare fogli e pubblicare libri.
Come erano romantici quei tempi! Gli amanti si scambiavano lettere d’amore, i poeti declamavano le loro liriche. Che nostalgia!
Sognava ad occhi aperti di poter rinascere nel periodo precedente la trasformazione, di tenere la penna in mano, sentire la pressione sul foglio, il profumo della carta.
Certi giorni, quando non riusciva a sopportare la castrazione, si recava nel punto più caldo della terra sì che la sua mutazione accelerasse di colpo, e l’idea dello scrivere bruciasse insieme al suo corpo.