“Cosa so dell’amore?” Francesco Colaci
Eccomi, mi presento: introverso, ironico, inconcludente, instabile , infausto, invidioso, insomma insomma: irrimediabilmente pigro, irresistibilmente leggero.
La domanda è: cosa so dell’amore?
Troppo impegnativo, vero? Mi limito: cosa so del sesso? Comincio a curiosare in casa d’altri.
Mi sono sempre domandato perché due tra i maggiori intellettuali europei del secolo scorso, Pier Paolo Pasolini e Michel Foucault, abbiano sentito la necessità, ad un certo punto della loro esistenza, di frequentare bassifondi, bordelli, ragazzi e ragazze di vita. Anche in Georges Simenon, il bisogno di sesso era irrefrenabile: numerosissime le scappatelle extraconiugali, curiosamente, all’opposto del suo Commissario Maigret.
In casa mia, ho poco da dire… ricordo solo che lo strizzacervelli mi rompeva i marroni chiedendomi quali fossero le mie fantasie sessuali, visto che scopavo poco. Ritornando alla domanda, tento di dare una risposta (scusate l’accostamento con Marzullo): il sesso nelle modalità del come, dove, quando, con chi e con che cosa, è una delle vie maestre nella conoscenza di sé. Di quella parte di me, oscura, che la ragione non vuole ammettere, accettare, che disgusta e fa orrore: mi riferisco all’aggressività, all’egoismo, al desiderio di dominio sull’altro. A quella parte di me, simile all’animale, alla bestia. “Noblesse oblige”, citare il nostro Rocco nazionale, che della pratica del sesso ne ha fatto una professione. E allora? Allora la similitudine con i Maestri citati non regge, la mia risposta idem ed i conti non mi tornano più… Sapete che vi dico? Evviva Pessoa! Evviva il vino portoghese! Abbasso Freud! Abbasso il sesso borghese!
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