Sintobiografia e sintoscritti di Carmelo Giuffrida

Carmelo GiuffridaHo vissuto sino all’età di 18 anni in Sicilia, dove sono nato, nel messinese. Emigrato poi, per lavoro, vi sono tornato solo raramente. Appassionato, da sempre, di letteratura, mi piace scrivere piccole cose, per me stesso, cercando di vincere il mio personale conflitto con i congiuntivi. Da quando sono in pensione, da molto tempo ormai, trascorro le giornate tra passeggiate, hobby (legno e restauro) e letture.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

” Non so perché, ma quando ci sono di mezzo persone strane mi lascio coinvolgere… “

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

I lati oscuri (di tutte le storie)

La guardò passare: la sua andatura non era cambiata!
Ancheggiava dolcemente e dondolava la mano destra, mentre con la sinistra teneva ben salda la borsa.
Gli passò accanto, senza degnarlo di uno sguardo, e lui assaporò, ancora una volta, quella scia di profumo delicato, ma intenso, sicuramente di gran marca, che non aveva mai dimenticato.
Poi, lentamente, lei sparì dietro l’angolo.
La loro era stata una vecchia storia, mai incominciata per davvero,
ma i loro cuori, qualche anno prima, avevano dialogato.
Poi lei, più per dispetto che per convinzione, lo allontanò bruscamente
facendogli così notare che quei quasi 20 anni di differenza d’età erano,
in quel piccolo paese, un ostacolo insuperabile.
Lui sopravvisse scrivendo storie e viaggiando.
Lei visse da sola… per tutti gli altri giorni.

 

 

 

 

 

 

 

Un sorso in più

Quando da un po’ è sera, lei, discreta, bussa alla porta. La faccio entrare, trattenendo il respiro.
Sicura di sé si sdraia sul divano di stoffa bianca, di fronte al mega schermo. Mi fissa con complicità, si capisce subito che vorrebbe farmi suo.
Ormai la conosco e so che affrontarla a muso duro complicherebbe le cose e lei, per ritorsione, intensificherebbe le visite.
Mi fingo disponibile e la invito a sorbire un drink.
Così abbiamo fatto fuori le mie pregiate riserve.
Per prima si è “estinto” il bourbon, poi è toccato al rhum, alla tequila, e, infine, ai numerosi brand, francesi, italiani e spagnoli.
Adesso è rimasta l’ultima bottiglia di Cardenal Mendoza. La scoliamo d’un fiato.
Poi, senza farmene accorgere, con un pretesto, me ne vado a letto, lasciandola lì… in attesa.
L’indomani, vedendo che non c’è, non festeggio. So che tornerà, ma intanto ho vinto io!
Dimenticavo: la mia compagna di sbronze si chiama Soly, ci conosciamo da una vita, tredici anni per essere esatti.
Molti la chiamano Solitudine ed ha un’amica insidiosa che si chiama Depressione!
Meglio starne lontani!
Mi tuffo, quindi, nella giornata: bar, amici, passeggiate, hobbies!

Soly deve rassegnarsi!

 

 

 

 

 

 

 

Patpatman

Patpatman

Il signore del lago

Viveva, da sempre, in una grande casa, a picco sul lago,in stile liberty, fatta costruire all’inizio del 1900 dai suoi nonni. Non aveva mai lasciato quella casa, tranne il periodo dell’università. Era solito effettuare delle passeggiate solitarie sul lungo lago e, nei fine settimana, uscite sul lago con la sua barca a vela di 9 metri, vagamente somigliante a un veliero d’altri tempi: se l’era disegnata da solo, forte della sua meritata laurea in ingegneria navale. Frequentava ambienti e compagnie raffinate. Colpiva, per chi lo conoscesse, il fatto che egli, decisamente un bell’uomo e ricco, vivesse senza una donna, nonostante si approssimasse ai quarant’anni. Maria Elena lo conobbe ad un premio letterario, lì sul lago. Si erano parlati e subito piaciuti. Iniziarono a frequentarsi e lei, sovente, dopo un po’, lo raggiungeva sul lago dal suo paesello nel milanese, lungo l’Adda. Lui la invitava a pranzo o a cena o anche a qualche avvenimento culturale e poi l’accompagnava a casa con la sua auto sportiva, “Porsche 911 Carrera 4/S”, un vero gioiello di macchina. Mai un gesto fuori luogo o frasi con sottintesi: un autentico gentiluomo! Lei, in verità, almeno inizialmente, un po’ di timore lo aveva e non si era sentita rassicurata neppure quando, avendogli chiesto perché vivesse senza una donna, si era sentita rispondere che ancora non ne aveva incontrato una interessante. Lì per lì pensò che era un’assurdità. Poi, il trascorrere del tempo, le frequentazioni, il modo di parlare ed esprimersi di Carlo, così si chiamava, sempre in perfetto italiano e con un lessico raffinato, addormentarono in lei ogni timore. Così giunse quella sera quando, in perfetta autonomia, decise che sarebbe stata sua. Accettò l’invito a cena a casa di lui. Alle ventitré in punto la servitù venne messa in libertà e, dopo l’ultima bottiglia di champagne, si avviarono, mano nella mano, verso la camera da letto. Poco dopo lei era, nuda, sotto le coperte, lui si attardò un po’ in bagno e, dopo aver abbassato le luci, la raggiunse. Fu dolcissimo nei preliminari, che durarono sino a mezzanotte in punto. Fu allora, mentre aveva gli occhi socchiusi di piacere e pronta a riceverlo, che notò il suo sorriso. In un istante capì tutto, ma era troppo tardi!

 

 

 

 

 

 

 

Insonnia

Andrew Wyeth - Wind from the Sea, 1947

Andrew Wyeth – Wind from the Sea, 1947

 

 

Di tanta cura
s’aggrada la notte.
Beffarda allontana l’alba,
che diviene miraggio.
Schernisce i sogni,
ormai sparsi
sulle pareti disadorne.
Poi, all’improvviso,
un riflesso s’insinua:
l’alba è tornata!

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche gli oggetti hanno un’anima

Tra la sua casa e l’antico Castello si snodava, in un acciottolato d’epoca, il borgo medievale. Si trattava di fabbricati ormai fatiscenti e abbandonati da tempo. Alcuni, malamente recuperati, erano divenuti costruzioni ultramoderne a spezzare, qua e là, il susseguirsi di quei “ruderi” del XVI secolo.
Per anni quel luogo visse nel dimenticatoio più assoluto. Poi, scoperto da “solerti” amministratori comunali e associazioni varie, divenne luogo di continue manifestazioni, di varia natura: talvolta religiosa, altre folkloristica e altre ancora civili. La conseguenza fu che tutte le notti, in particolare nei fine settimana, spettacoli musicali, sovente approssimativi, ma sempre “a tutto volume” e senza limiti d’orario, sottraevano il sonno ai residenti.
A mezzanotte dell’ultimo sabato, non potendo dormire, egli si avviò verso le numerose bancarelle, nel settore antiquariato e lì si appostò, fiducioso, sentendosi a proprio agio.
Lei, vestita con una certa aria di ricercatezza, arrivò poco dopo e prese, come sempre, a spostare tutta la ferraglia, alla ricerca di un qualcosa per la sua bella casa. Quando lo vide il suo voltò s’illuminò d’immenso e prese, senza remora alcuna, ad accarezzarlo, poi parlò:
Ciao, dove sei stato, è un po’ che ti cercavo!?
A sentire queste parole lui si emozionò e non poco.
Timidamente, solo in cuor suo, rispose:
Sono stato sempre qui, ad aspettarti! -.
Si avviarono, tenendosi stretti stretti, verso casa di lei.
A quel punto, seppur sempre ermetico nel suo essere, realizzò che la sua vita era cambiata e che avrebbe avuto ancora molto da vivere.
Giunti a casa, lei si apprestò a ripulirlo e a sistemarlo, in bella mostra, nel soggiorno.
Fu allora che lui, solitamente dal ferreo carattere, si lasciò bardare con un nastro rosso da far paura, ma è noto: per vivere bisogna pur far qualche sacrificio e non era proprio il caso di fare l’orgoglioso.
L’indomani, ormai l’aveva intuito, per lui sarebbe stata una giornata faticosissima: lei l’avrebbe presentato alle sue belle amiche e sarebbe stato oggetto di proposte persino indicibili, del tipo:
Ti vedrei bene anche in camera da letto di casa mia -.
Si addormentò sereno.
Per un catenaccio antico, non più sicuro e in disuso da tempo, era proprio il massimo!

 

 

 

 

 

 

 

Un bacio sospeso

Quella pioggia
di primavera
ci avvolse
ch’era già sera.
I nostri respiri
si fusero
in un tutt’uno.
Sentii il tuo cuore
battere forte.
Il bacio rimase lì…
in sospeso!